I corridoi del liceo erano tappezzati di festoni arancioni e neri e volantini per annunciare la grande festa di Halloween che si sarebbe tenuta nella palestra quel Venerdì sera. Frank dovette fare lo slalom tra gli studenti per raggiungere Alex, che con lo zaino in spalla e il cappuccio del giacchetto sulla testa si stava dirigendo a passo svelto verso l'uscita.
Fuori faceva davvero freddo, e il vento trascinava via le foglie dagli alberi.
«Dove vai tutta di fretta?» le chiese quando riuscì a raggiungerla.
Lei scrollò le spalle, con le mani affondate nelle tasche del cappotto «Donna mi accompagna a fare la spesa. Il frigo è vuoto e stasera siete tutti invitati a casa mia» disse sorridendo.
Frank fece una smorfia. Se quel tutti includeva anche Gerard lui non voleva andarci, proprio come aveva evitato di andare a casa di Alex quando sapeva che anche l'altro era lì.
Nonostante fossero passate un paio di settimane dal casino che aveva combinato Gee da ubriaco, a Frank ancora non era passata. Non riusciva nemmeno a comprendere come potesse Alex continuare a girargli sempre intorno, dopo che lui l'aveva aggredita così. Aveva iniziato a farsi un'idea - secondo la sua amica sbagliatissima - di Gerard che non gli piaceva affatto. Non sapeva però le sue vere motivazioni, ma nemmeno gli importava. Le ripeteva sempre che sarebbe potuto accadere di nuovo, che doveva stare attenta e che avrebbe dovuto chiamarlo immediatamente se fosse successo ancora, perché gli avrebbe fatto il culo.
Alex rideva ogni volta che Frank faceva così. Era proprio stupido a volte. E si, tutta quella premura nei suoi confronti le faceva piacere, ma non c'era davvero niente di cui preoccuparsi. Gerard, glielo aveva ripetuto più volte, aveva anche cominciato ad andarci meno pesante con l'alcool.
Gli chiedeva sempre se non fosse per quel bacio, che Frank non volesse vedere Gerard. Ed ogni volta Frank cambiava argomento. Non riusciva ancora a capacitarsene. Alex glielo aveva ripetuto più volte: se ti è piaciuto quella volta ti piacerà ancora. Ma a lui non sembrava interessare, non voleva mai affrontare l'argomento e ultimamente fingeva che non fosse mai accaduto e che non avesse mai provato niente nei confronti di Gee.
«Non credo di poter venire...» fece Frank tremando per il freddo, camminando al suo fianco.
Alex alzò gli occhi al cielo «Devi venire. Punto. Non ti sto invitando, ti sto obbligando!» disse guardandolo seria.
«Devo provare con il gruppo...» inventò Frank. La scusa più stupida che potesse tirar fuori.
«Ma se tre giorni fa mi hai detto che vi siete sciolti!» replicò lei.
«...vabbè, allora non mi va di passare la serata con Gerard.» disse lui aspro.
Alex si fermò e lo guardò dritto negli occhi, sgranando i suoi al meglio. Frank non avrebbe potuto resistere, e lei lo sapeva. «E dai, fallo per me!» disse lei supplichevole con l'aria più innocente che riuscisse ad avere.
Frank sbuffò. Ci era riuscita ancora una volta. «Ok» mormorò. «Cazzo, fa un freddo allucinante...» si lamentò dopo un pò di silenzio.
«Tu ti ostini ad indossare quella sottospecie di guanti senza dita, che pretendi.» rise Alex dandogli una spinta «E comunque, non cambiare argomento ancora una volta. Tanto prima o poi dovrai affrontarlo. Dì la verità, sogni quel bacio tutte le notti, eh?» disse maliziosa.
Frank si morse il labbro. Quando ci pensava sentiva un brivido attraversargli il corpo. Era vero, dannatamente vero. Ci pensava spesso, anche quando faceva di tutto per non pensarci. Una volta aveva addirittura fissato il culo di una cheerleader della scuola, durante tutta l'ora di ginnastica, ma senza alcun risultato. Non ne era attratto, c'era poco da fare. A lui veniva in mente Gerard, che si, era un coglione, ma aveva le labbra più morbide sulle quali avesse mai poggiato le sua.
«Non mi importa, Al, passerà, tanto si è dimostrato un vero idiota...» mugugnò, nascondendo le mani dentro le maniche della felpa.
«Non è un idiota. E lo sai. E poi mica mi ha violentata.» rise lei.
«Non c'è niente da ridere, e tu sei un'incosciente. Lasciargli passare le notti a casa tua... non hai paura che possa essere così aggressivo un'altra volta?» chiese lui alterato. Era incredibile anche per sé stesso quanto gli desse fastidio l'idea che potesse farle del male.
Lei scrollò le spalle, mentre il vento le scompigliò i lunghi capelli scuri «E' successo una sola volta, e l'abbiamo superato. Si guarda avanti, Frank. E non sono un'incosciente, se dubitassi di lui non lo frequenterei così assiduamente. Smettetela di pensare che sono una stupida, che cavolo. E smettila di pensare che anche lui lo sia. Hai conosciuto il meglio di Gerard, e non è che per un episodio isolato ora devi farti di lui l'idea che sia un mostro pazzo ubriacone maniaco.» spiegò.
Doveva riuscire a farlo tornare in sé, a fargli rivedere Gee sotto gli stessi occhi con cui lo vedeva prima, perché Gerard parlava di Frank e si struggeva ogni volta che si rendeva conto che aveva fatto una cazzata. E quando si rifiutava di incontrarlo era una vera tortura per lui.
Lei era il filo che li legava, e doveva fare il suo dovere.
«Sarà...» borbottò Frank «Dov'è che stiamo andando comunque?» chiese poi quando si rese conto che stava seguendo Alex per le strade di Belleville senza sapere quale fosse la loro meta.
«Te l'ho detto, Donna mi aspetta al supermercato. Devo andare a fare la spesa. Non posso continuare a mangiare barrette energetiche, fanno pure schifo tra l'altro...» disse lei.
«Vuoi che ti accompagni anche io?» domandò Frank che tanto non aveva di meglio da fare. Da quando era finita con i Pencey Prep e al Cafè c'erano i vecchi dipendenti a lavorare, non aveva molti impegni.
Alex annuì, e in silenzio continuarono a camminare nel freddo.
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Le confusioni più grandi le procura il Cuore
FanfictionMikey era seduto sul letto di Gerard, con le gambe incrociate e lo sguardo perso nel vuoto, mentre il rumore della matita che suo fratello stava utilizzando per scrivere il testo di una possibile canzone che gli aveva attraversato la mente dopo la n...