Frank aveva la stessa ansia da primo appuntamento. Aveva cambiato maglietta tre volte, sistemato i capelli in diversi modi senza mai vedersi abbastanza decente allo specchio, e lanciato sotto il letto un paio di scarpe rovinate e l'infame fotografia di quando aveva due anni e correva nudo nel giardino di casa Iero.
Erano quasi le 19 e sarebbero arrivati tutti, di lì a poco. Ad ogni rumore d'automobile si affacciava alla finestra della sua cameretta, per poi sospirare quando non era la macchina di Donna.
Aveva imprecato ogni divinità a lui nota, per la fantastica idea di sua madre.
«Santo Cielo, rilassati!» rise Alex piombando dal nulla in camera sua.
Frank quasi saltò dallo spavento «Perché sei già qui!?» chiese nervoso.
«Ma come? Sono la tua fidanzata ufficiale, mica posso arrivare in ritardo!» disse ridendo di gusto.
Lui le fece cenno di abbassare la voce. Era già abbastanza imbarazzante così, se sua madre avesse saputo che era tutta una balla avrebbe dovuto dirle la verità: no, mamma, in realtà se stavo così era per colpa di Gerard, sai?
No, non poteva farlo di certo. E poi non c'era proprio nulla tra lui e Gerard, quindi sarebbe stato imbarazzante anche il doppio.
E tra poco sarebbero stati tutti seduti attorno al tavolo a mangiare insieme come se niente fosse, ed Alex aveva parecchio da divertirsi, glielo leggeva in faccia.
«Lo sapevo io che dovevo dire qualcos'altro, quel giorno!» borbottò Frank mangiandosi le unghie.
«Non sarebbe stato così divertente...» sospirò Alex, sedendosi sul letto «Ma dico, non voglio immaginare la faccia di Gerard quando capirà che tua madre è convinta che io e te stiamo insieme!» rise «Probabile che ci tira dietro qualche bottiglia, per dire!».
«Ah-ah!» fece sarcastico Frank «Sei proprio divertente! Hai l'animo maligno. Scommetto che se fossi in bilico sul cornicione di una torre mi spingeresti "per sbaglio"!» disse sbuffando.
«Ma smettila! Sei un frignone, tira fuori le palle! ...non in senso letterale, eh...»
«Cazzo, più andiamo avanti più il tuo senso dell'umorismo si fa invasivo...» mormorò Frank guardandosi ancora una volta nel riflesso dello specchio a parete.
Quando sua madre lo chiamò gli si fermò il cuore «Venite, ragazzi! Sono arrivati gli Way!» urlò dal piano di sotto.
Alex si sfregò le mani eccitata, mentre Frank fece un respiro profondo.
Ti prego, Dio, toglimi la vita ADESSO! pensò, scendendo le scale lentamente.Gerard aveva le mani sudate, affondate nelle tasche dei pantaloni scuri che aveva indossato. Quando la figura di Frank apparì sulle scale, di fronte a lui, deglutì pesantemente.
Era da un pò che non lo vedeva, e il cuore gli batteva nel petto come un giro di batteria hardcore.
«Entrate, entrate!» li incitò la signora Iero, prendendo i loro cappotti.
«Ciao!» sorrise Alex divertita, correndo ad abbracciare Gerard, che era rigido come il tronco di un albero, in piena ansia «Non vedevo l'ora che arrivaste...» gli sussurrò all'orecchio.
«E' quasi pronto... perché non ci accomodiamo sul divano in salotto?» propose Linda Iero incitando gli ospiti a seguirla «Frank, va a prendere qualcosa da bere...» disse a suo figlio, che senza replicare si diresse in cucina trascinando Alex per un braccio. Quando fu dentro si chiuse la porta alle spalle «No, non ce la faccio!» disse lamentoso.
«Dimmi, dimmi!» disse lei battendo le mani come una bambina davanti ad un parcogiochi «Vorresti saltargli addosso, eh!?» fece maliziosa.
«Cristo santo, no!» fece lui infastidito «E mi stai irritando, sul serio! Non c'è niente da ridere, è proprio una situazione del cazzo!».
«E ridi ogni tanto!» replicò lei cercando di imitare Frank, visto che di solito era lui a dirglielo.
Frank sospirò «Perfetto, vuoi divertiti? Ora ci penso io...» mugugnò con tono di sfida «E ricordati che sei tu che l'hai voluto!».Quando tornarono nel salotto, Alex portava un vassoio con bicchieri e bevande, mentre Frank la stringeva a sé con un braccio intorno al collo.
«Fammi respirare per lo meno...» mormorò Alex dietro un finto sorriso.
«Te l'ho detto, ora sono cavoli tuoi...» rispose lui, a voce bassissima.
Gerard li guardava incuriosito. Oh, se si stavano comportando in modo strano.
«Ecco a voi...» disse Alex posando il vassoio. Frank quasi corse a sedersi sulla poltrona, che era rimasta libera, ed Alex si guardò intorno rimanendo in piedi.
C'era così tanta tensione nell'aria che se ne resero conto anche Donna e Linda.
«Hai davvero una bella casa...» disse la prima, sorridendo alla signora Iero, tanto per fare conversazione. L'altra ricambiò il sorriso guardandosi intorno, come stavano facendo tutti gli altri. C'erano fotografie di Frank in ogni angolo, sua madre lo adorava a dismisura.
«Quindi, voi andate a scuola tutti insieme?» chiese dopo un pò guardando i fratelli Way, ed indicando anche Frank e Alex.
«Ehm, no, io... sono più grande...» borbottò Gerard in imbarazzo «Mikey però si...» aggiunse, versandosi da bere del The per passare il tempo.
«E dimmi, Mikey, com'è il mio Frankie a scuola?» sorrise «Non vorrei che ora che si è fidanzato si concentri di meno nello studio...».
A quella frase Gerard quasi sputò fuori il sorso di thè che aveva appena messo in bocca. Fidanzato? Da quando? E perché Alex non glielo aveva detto? Guardò la madre di Frank in attesa che aggiungesse qualcos'altro.
«Si, cioè, io ed Alex siamo usciti allo scoperto, finalmente...» fece Frank dopo essersi schiarito la gola. Cercava di sembrare il più disinvolto possibile, poi sorrise nel più falso dei modi guardando l'amica «Perché non vieni a sederti qui, eh?» le disse battendosi una mano sulle gambe.
Alex fece un respiro profondo. Ora iniziava la parte difficile per lei. Ecco cosa intendeva Frank.
«Ma no, non è educato...» fece sorridendo.
La signora Iero rise fragorosamente «Wow, di questi tempi è così strano sentir parlare i giovani di educazione!» disse allegra.
Gerard nel frattempo guardava Alex stranito e confuso, cercando di decifrare qualsiasi messaggio lei stesse cercando di mandargli tramite le più svariate e particolari espressioni facciali.
«Ehm... e da quant'è che state insieme, per l'esattezza?» domandò Mikey cadendo dalle nuvole.
Frank allungò una mano verso Alex e cominciò a solleticarle il braccio «Beh, da un pò...» disse tranquillo.
Alex fece cenno di no con la testa in direzione di Gerard, ma lui continuava a non capirci nulla.
«Ed io non potrei esserne più contenta...».
«Immagino...» borbottò Gee.
«Comunque, ho abbastanza fame, andiamo in cucina?» propose Frank alzandosi dalla poltrona. Strinse la mano di Alex e con lei furono i primi a sedersi a tavola. Fu abbastanza scontato che si mise seduto al suo fianco, e Gerard proprio di fronte a loro due.
Durante l'intera cena, Frank ed Alex non fecero altro che stuzzicarsi a vicenda, giocando a chi faceva meglio la parte del fidanzato premuroso e roba del genere. A Gee era passato l'appetito, e passò tutto il tempo a complimentarsi con la signora Iero nonostante si stesse sforzando di mangiare per non offenderla.
Cercando di non sembrare sfacciato, Frank cominciò ad accarezzare la schiena di Alex, infilandole la mano sotto la maglietta.
Lei sospirò, cacciando via i brividi, e strinse tra le mani la forchetta, avvicinando le labbra al suo orecchio «Se non togli quella mano da lì ti do una forchettata sulle palle...» bisbigliò.
Frank rise «Non puoi farlo, proprio la sera del nostro fidanzamento ufficiale...» rispose a voce bassa, stampandole un bacio sulla guancia. Voleva torturarla. Da che era Alex a volersi prendere gioco di lui, le parti si erano invertite.
«Perfetto, se ti diverti così...» mormorò lei, poggiandogli una mano sulle gambe, sotto il tavolo. Cominciò a far scivolare la mano sulla coscia di Frank, lentamente, dal ginocchio verso l'alto, sorridendo innocentemente alla signora Iero intenta a raccontare un episodio della vita di Frank da bambino.
«Ok, devo andare al bagno!» esclamò lui quando le dita di Alex cominciarono ad avvicinarsi alla zona ad alto rischio erezione, alzandosi di scatto dalla sedia.
«Si, non c'è bisogno di urlarlo ai quattro venti!» lo riprese sua madre alzando gli occhi al cielo, mentre lui in fretta scomparì dietro la porta della cucina «Comunque, se volete potete andare in camera sua a fare, non lo so, giocare ai videogiochi e qualsiasi altra cosa facciate voi ragazzi di questi tempi...» disse poi, alzandosi per sparecchiare insieme a Donna.
Alex fu la prima ad alzarsi, seguita dai fratelli Way, che senza dire una parola la seguirono fino alla camera di Frank al piano di sopra.
«Sul serio, da quanto state insieme?» domandò Mikey quando furono dentro.
Lei scrollò le spalle «Lascia stare, è una lunga storia, poi te lo spiego...» disse lei mettendosi seduta sul letto, con le gambe incrociate. Gerard si sedette accanto a lei «Si, effettivamente qualcosa devi spiegarcela sul serio...» mormorò.
«Assolutamente. Non ora, comunque. Ogni cosa a suo tempo.» sorrise lei scompigliandogli i capelli come se fosse un ragazzino.
«Che ci fate qui?» domandò Frank quando passò davanti alla porta della sua camera uscendo dal bagno.
Alex sorrise allegra «Ci prepariamo per giocare aVerità o Penitenza!» disse, sorprendendo tutti. Nessuno di loro voleva giocare a quel gioco in realtà, ma a lei sembrava fosse l'idea giusta per passare il tempo.
«Non possiamo giocare alla Play Station? O guardare un film?» propose Frank invece.
«E dai, non vorrai mica deludermi proprio la sera del nostro fidanzamento ufficiale!» rispose lei sorridendo maliziosa.
Frank poteva accarezzarla, metterle le mani addosso, stamparle baci ovunque e stuzzicarla in qualsiasi modo, ma era niente in confronto alla sua geniale idea di farlo uscire allo scoperto con un paio di domande. Qualcosa aveva imparato, da quelle perfide delle sue compagne delle scuole medie.
Rassegnato, sospirò, sedendosi a terra ai piedi del letto, continuando a ripetere mentalmente al Signore che avrebbe fatto qualsiasi cosa, pur di sfuggire a quella situazione.
«Inizio io...» esclamò Mikey all'improvviso. Guardò i tre, pensando, poi scrollò le spalle «Alex, verità o penitenza?».
Lei si morse il labbro «Mmmh... verità!» disse sicura.
«Uhm...».
«Mikey, ora dovresti chiederle qualcosa, sai?» fece Frank guardando l'amico «E, sul serio, puoi chiederle qualsiasi cosa, senza farti scrupoli!» aggiunse poi, sorridendo.
«Non mi viene in mente nulla...» borbottò lui guardandosi intorno in cerca di ispirazione «Non potevi scegliere penitenza?» chiese ad Alex rassegnato.
Lei alzò gli occhi al cielo «Perfetto, penitenzaallora.» sbuffò.
«Ok... ehm... vediamo...» borbottò Mikey. Non era proprio il gioco adatto a lui. «Ok. Chiuditi nell'armadio con Frank... per un paio di minuti.» disse infine.
Alex rise «Nell'armadio? Nemmeno ci entriamo tutti e due lì!» disse.
«Beh, potete sempre stringervi.» commentò Gerard sospirando.
Frank si alzò in piedi e le tese la mano «Forza, andiamo... l'hai scelto tu il gioco...» disse, aiutandola a tirarsi su dal letto. L'armadio di Frank era stracolmo di roba, e ci misero un pò per riuscire ad entrarci entrambi. Erano faccia a faccia, quando Mikey chiuse l'anta, lasciandoli nel buio più totale, schiacciati tra felpe e pantaloni che profumavano di detersivo e deodorante per ambienti.
«Che cazzo di idea...» borbottò Alex, parlando a pochi centimetri dal volto di Frank. Lui rise «Sei stata tu...» disse.
Alex non vedeva nulla, però poteva sentire il respiro di Frank così vicino che la sua schiena ebbe un lungo brivido che la percorse. Si morse il labbro. Poteva baciarlo da un momento all'altro, e ringraziò che in tavola la signora Iero non avesse messo nulla di alcolico altrimenti lo avrebbe fatto di sicuro. Pensò a qualsiasi cosa per distrarsi, ma Frank aveva proprio deciso di stritolarle l'anima, mettendole le mani sui fianchi, e poggiando le labbra sul suo collo.
«Ehm... a meno che tua madre non abbia nascosto una telecamera nell'armadio, non c'è bisogno di starmi così vicino...» bisbigliò lei con una risatina nervosa. Dannato, dannatissimo, maledetto Frank. Quel gioco stava diventando perverso, e il cervello di Alex si era impallato.
«Shhh.» fece lui, facendola rabbrividire ancora una volta.
Lei cominciò a contare mentalmente. Un paio di minuti non potevano durare un'eternità! Il suo cuore stava per scoppiare, si sentiva nettamente il suono di ogni battito. E qualsiasi cosa stesse passando per la testa di Frank, che sollevò la testa e quasi avvicinò le labbra a quelle di lei, era incomprensibile.
«Avete intenzione di morirci, lì dentro!?».
La voce di Gerard si fece più vicina ed Alex sospirò voltando il viso. Tempismo perfetto. O no. Non lo sapeva nemmeno lei. Quando l'anta si aprì aveva le guance rosse e il fiato corto. Si schiarì la gola spingendosi fuori alla svelta «Ora tocca a me!» esclamò allontanandosi da Frank, che per uscire dall'armadio dovette involontariamente sorreggersi al braccio di Gerard.
Questo lo guardò negli occhi, ma Frank si scansò subito e tornò a sedersi sul pavimento.
«Dunque... Gerard... verità o penitenza?» chiese Alex con un sopracciglio sollevato, guardandolo dritto negli occhi, mentre lui se ne stava ancora in piedi accanto all'armadio.
«Penitenza.» disse deciso.
Alex sorrise, e Frank sapeva che sarebbe stata la sua fine. Scandì le parole alla perfezione «Devi baciare Frank.» disse secca.
Nessuno disse nulla, tranne Mikey, che fece una smorfia «Ma no! Non puoi baciare un'altro uomo!» disse rivolto a suo fratello.
«Perché?» chiesero gli altri tre all'unisono.
«Perché... è contro natura...» mormorò.
Alex lo fulminò con lo sguardo, mentre Frank e Gerard arrossirono visibilmente «Mikey, anche tu sei contronatura, eppure continui ad esistere!» sbuffò «Non avrai mica niente contro i gay o che ne so io?».
Mikey scrollò le spalle sistemandosi gli occhiali sul naso «Che c'entra. Gerard mica è gay.» disse, poi si affrettò a guardare di nuovo suo fratello «Sei gay?» chiese con le sopracciglia aggrottate.
Gerard sospirò. Poteva scappare?
«Ehm, Mikey, hai sentito?» fece Alex indicando la porta della camera «Credo che ci stiano chiamando...» disse alzandosi. Gli afferrò le mani e lo fece tirare su di peso «A noi? Non mi pare...» protestò lui.
«Io credo proprio di si, invece...» insisté Alex spingendolo a seguirla fuori dalla stanza. Si chiuse la porta alle spalle e sorrise a Mikey «Anche se non ci stanno chiamando, comunque mi è venuta voglia di caffè. Tu non hai voglia di caffè? Un bel caffè sarebbe proprio l'ideale ora!» disse.
Aveva pronunciato la parola caffè così tante volte che a Mikey venne quasi l'acquolina in bocca.___
Ciao belli!
XO
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Le confusioni più grandi le procura il Cuore
FanfictionMikey era seduto sul letto di Gerard, con le gambe incrociate e lo sguardo perso nel vuoto, mentre il rumore della matita che suo fratello stava utilizzando per scrivere il testo di una possibile canzone che gli aveva attraversato la mente dopo la n...