15. Le complicazioni più grandi le procura il cuore

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Quando Alex si svegliò le sembrò di essere in una specie di universo parallelo, in cui tutti erano nervosi, alterati, silenziosi e infastiditi da qualsiasi cosa. Il problema principale di Donna e Linda era aver provato tre volte a preparare delle ciambelle, ma senza successo. 
Quello di Gerard, Frank e Mikey, invece, non poteva nemmeno immaginarlo. Entrò in cucina e si sedette a tavola, dove i tre stavano facendo colazione nel silenzio più assoluto.
«Buongiorno...» disse lei sbadigliando, versandosi del caffè.
Nessuno dei tre le rispose, così lei alzò il tono della voce «Buongiorno!» ripetè.
«Si, buongiorno...» mugugnò Gerard con le labbra poggiate sul bordo della sua tazza. Bevve un lunghissimo sorso di caffè con gli occhi socchiusi.
«Mh. Deduco che vi rode alquanto a tutti e tre... che succede? Cosa mi sono persa?» chiese Alex guardando i tre a turno «Ti pare che io vado a dormire presto e voi combinate qualche casino alle mie spalle? Non posso lasciarvi un attimo soli...» sospirò divertita. Nessuno disse nulla.
«Insomma?» insisté lei incuriosità.
«...lascia stare...» mormorò Frank masticando un muffin al cioccolato.
«Eh no che non lascio stare. Che avete combinato? Ieri sera vi ho lasciati tutti felici e contenti in camera di Gerard e-» poi un lampo le illuminò lo sguardo, e sorrise maliziosa «Ah ah!» disse tirandosi su dalla sedia, puntando il dito contro Frank, come un avvocato pronto a difendere il proprio cliente in tribunale «Non mi dite che avete fatto una cosa a tre!» disse divertita «Oh signore! E' così? Ho indovinato?!» chiese guardando Mikey e Gerard, che non le stavano nemmeno dando ascolto «Oh, cazzo... Cioè, voi due siete fratelli! Non potete fare queste cose! Come siete incestuosi! Dio santo... è... è disgustoso!» fece infine, inorridita al solo pensiero.
Frank fu l'unico a ridere, rischiando di soffocare col muffin. Smise presto, comunque, quando Gerard e Mikey gli lanciarono un'occhiataccia.
«E dai, volete dirmi che succede?» chiese di nuovo Alex con tono implorante, come una bambina nel reparto giocattoli di un supermercato, intenta a convicere i suoi a comprarle un nuovo peluche.
Frank sospirò «Niente, Alex, non succede niente... smettila di chiederlo...».
«Ah, guarda un pò, voi tre siete acidi e freddi e non è successo niente... ma bravi, tenetemi pure all'oscuro di tutto, così si fa con gli amici...» disse lei con una smorfia «Anzi, ti dirò di più, secondo me è proprio colpa tua...» aggiunse indicando Frank.
Mikey accennò un sorrisetto, nascosto dietro la sua tazza di cappuccino «Non c'è verità più vera...» mormorò. Alex lanciò subito lo sguardo su di lui «Ti prego Mikey parla! Fallo tu! Dimmi che succede! Non ce la faccio ad essere l'unica a non sapere cosa sta succedendo! Potrei anche morire! La curiosità uccide! Mikey, ti supplico, dimmelo!» disse lei tragica, quasi gettandosi in ginocchio verso di lui.
Lui arrossì, e Frank sospirò «Ma si, infatti, Mikey, dille cosa succede, no?» disse divertito, sollevando un sopracciglio.
«Non sei divertente...» lo riprese Gerard tirandosi su dal suo posto. Afferrò il pacchetto di sigarette, ne accese una al volo e poi andò in camera sua.
«Cioè, sul serio? Davvero non avete intenzione di dirmi nulla?» chiese Alex spazientita. Frank scrollò le spalle «Io non ho niente da dirti, comunque...» disse sospirando, prima di raggiungere Gerard.
«Mikey?» chiese lei guardandolo con i suoi occhioni imploranti. Lui guardò altrove. Stavolta non poteva davvero cedere. «Dai, Mikey! Ce l'avete con me? Ho parlato nel sonno, detto qualcosa di troppo, offeso qualcuno?».
Lui sospirò «No, Alex, non hai fatto nulla. Tranquilla...» rispose a voce bassa.
«Allora perché state facendo così?».
«...non mi va di parlarne...» disse Mikey, senza guardarla. Alex sbuffò e disse qualche parolaccia sottovoce, prima di andare a chiudersi in camera sua offesa, con le braccia incrociate sul petto ed il broncio sul volto.

«Se hai intenzione di mettere Mikey in imbarazzo davanti ad Alex sappi che potrei anche ucciderti...» disse Gerard sollevando lo sguardo dal suo bloc notes.
Frank alzò gli occhi al cielo «Tuo fratello si mette in imbarazzo da solo...» ridacchiò.
«Frank, non sto scherzando. Non è tutto un gioco, ok? Mikey non ha di certo bisogno che tu gli complichi le cose!» lo rimproverò Gee.
«Ok, ok... rilassatevi, comunque. Non è successo nulla, ho solo esposto la mia opinione.».
«Come fai a dire che non è nulla quando la tua opinione è che tu sia il ragazzo perfetto per Alex? Quando lei è innamorata persa di te, e Mikey ci sta male?» disse Gerard accigliato.
Frank sospirò «Ok, ho capito, ma non c'è bisogno di fare tutte queste scenate insomma... e poi siete voi ad aver detto che io sono il tipo che ho descritto...».
«Perché sei tu, Frank! Come fai a non rendertene conto? Si vede lontano chilometri. Puoi fingere quanto vuoi, ma non sai farlo bene. Credi che tutto il mio fastidio nel vederti sempre appiccicato ad Alex sia infondato? Non ti viene in mente che forse è perché si sente nell'aria, che anche tu provi qualcosa nei suoi confronti?!» sbottò Gerard.
Frank scosse la testa «No, voi avete dei seri problemi celebrali. Io non provo nulla per lei, se non del semplice affetto. Non starò a dirti che non le voglio bene, sarebbe una grande stronzata. Siamo amici dai tempi dei tempi, e ci siamo sempre sostenuti a vicenda, ma ciò non significa che io voglia stare con lei. Perché starei con te, altrimenti? Perché dovrei farmi dare del frocio da mio padre se potrei semplicemente rendere tutto più facile con lei?» disse infastidito.
Gerard lo guardò confuso.
«Tuo padre? Che c'entra tuo padre?» chiese spaesato.
Frank sospirò «Mio padre ha saputo di me e te. E' venuto a Belleville, mi ha detto che sono un frocio e che l'ho deluso, e se n'è andato.» spiegò brevemente. Gerard non riuscì a resistere alla tentazione di abbracciarlo. Gli strinse le braccia intorno al corpo «Perché non me lo hai detto?».
«Non lo so. Non importa ora.» disse l'altro scansandosi lentamente.
«Perché?»
«Perché tu non hai fiducia in me. Perché tu pensi che io stia con te per, che ne so, per passare il tempo o per far incazzare gli omofobici...» disse alzando gli occhi al cielo «Io sto con te perché mi piaci, perché con te sto bene e perché suppongo di amarti. Ma tutte le tue paranoie su me e Alex, cazzo, ogni santo giorno, sono davvero pesanti. Se volessi lei ci metterei due secondi a prendermela, e se non l'ho fatto è perché-» Frank non riuscì a finire la frase, che Gerard lo interruppe.
«-è perché non vuoi perderla, e se vi metteste insieme, ma le cose andassero male, allora anche la vostra amicizia andrebbe a puttane. E' solo per questo, Frank. Prova a smentirmi.» lo sfidò Gerard.
L'altro non disse nulla, ma ci pensò su. Poteva essere che Gerard avesse ragione? Ed il semplice fatto che se lo stesse chiedendo, significava qualcosa? Scosse la testa. No, non significava nulla. Non poteva significare nulla. E Gerard aveva ragione: Mikey ci teneva sul serio, ci stava male, e non sarebbe stato peggio per colpa sua. Se lui voleva Alex, poteva anche prendersela. Anche se ciò significava non avere lei tutta per sé. Perché egoisticamente, a Frank piaceva l'idea che lei lo avrebbe seguito anche in capo al mondo, se necessario.

Le confusioni più grandi le procura il CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora