Ed dolce?

2.2K 96 14
                                    

“Puoi dire tutto quello che vuoi! Io non ci andrò mai a letto con te!” sul suo volto appare quel rivoltante ghigno che io odio, seguito da una piccola risata.

“Vedremo…” alzo gli occhi al cielo e riprendo a cucinare la cena.

Dopo svariati minuti sono riuscita a preparare delle patatine fritte e un po’ di insalata. Metto tutto in due piatti e li appoggio sulla tavola in cucina.

“È pronto!” grido per farmi sentire. Vedo Ed arrivare dal salotto e sedersi prendendo coltello in una mano e forchetta nell’altra. Anche se non so a che cosa gli servirà il coltello. Ha gli occhi puntati su di me tenendo in mano le posate come un cannibale, credo che stia aspettando me. Mi siedo guardandolo storto.

“Ehm… a che cosa ti serve il coltello?”

“A niente” e sorride come un bambino “Era solo per fare scena. Buon appetito!” e comincia a mangiare come se non avesse toccato cibo da tre mesi.

Finiamo di mangiare e sparecchio mettendo tutto nel lavandino, credo che comincerò a lavare i piatti.

“Ehm… cosa facciamo?”

“Beh, io devo lavare i piatti. Tu fai tutto quello che vuoi basta che non distruggi qualcosa o che centri io.”

“Ok.” E sento che se ne va verso il divano del salotto. Comincio a far scendere l’acqua calda e a prendere la spugna e metterci sopra tre chili di detersivo. Tanto perché dopo ne metterò cinque di chili… prendo il primo piatto e comincio a strofinarlo quando vedo che una mano mi prende la spugnetta e l’altra il piatto e comincia a lavare il piatto. Ed è dietro di me, e io mi sento in imbarazzo ma sto anche per perdere la pazienza. Come si permette? Gli avevo detto esplicitamente di non provare a coinvolgermi in qualsiasi cosa in cui centriamo noi due.

“Ed, che cosa stai facendo?”

“Ti aiuto a lavare i piatti no?”

“Non ho bisogno del tuo aiuto, grazie ma faccio da sola.”

“Insisto, li lavo io. Tu hai cucinato no? Perfetto tu cucini e io lavo.” Non so se andarmene o restare. Diciamo che mi piace questa sensazione e mi piace questo lato di Ed, dolce e un’po’ bambino. Angi, ma a che cosa pensi? Lui ti ha fatto licenziare, far fare una figura al lavoro, ricordarti di Demon ed è una grande testa di cazzo!

“Allora, che ne dici se mi lasci andare”

“no…” le sue labbra sfiorano il mio orecchio, la sua voce dolce ma decisa mi arriva dritta al cuore. Ha una voce meravigliosa. “Angi, ho bisogno che tu stia qui. Non lasciarmi” il mio nome detto da quelle labbra… è una cosa incredibile. Ma cosa avrà voluto dire con quella frase? La sua mi era sembrata quasi una supplica… come se qualcosa lo spaventasse…

“V-va bene.” Ma sono stupida o cosa? Beh… credo che la mia parte dolce e che perdona tutti abbia preso il sopravvento. Ed ha finalmente ha finito di lavare i piatti, sinceramente mi sentivo bene tra le sue braccia. Mi ripeto, a che cosa penso? Dovrei davvero andare da uno psicologo e togliermi dalla testa questo Ed. Sento le sue mani sui miei fianchi e le sue labbra sul mio collo. Spalanco leggermente gli occhi per la sorpresa, i suoi baci si fermano appena sotto l’orecchio e non riesco a farmi scappare un gemito dalle labbra. Inclino la testa per lasciargli più spazio e sento che sta sorridendo. Comincia a mordermi il lembo di pelle e a succhiarlo facendomi quasi male. Ci lascia dei leggeri baci umidi e ci soffia sopra. Sento una scia di brividi percorrermi la schiena, Angi fermati prima che sia troppo tardi. Metto le mie mani sopra le sue e le sposto dai miei fianchi, mi giro e lo vedo con un ghigno stampato in faccia.

“Te lo avevo detto che non mi saresti resistita.” Cosa ti dicevo Angi? Questo ti vuole solo portare a letto, e io sinceramente mi sto incazzando troppo per i miei gusti.

Don't save meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora