Primo capitolo

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Alle volte vuoi solo andare via, scappare e metterti in salvo. Arrivi al limite e piangi. Piangi per le mancanze, per i giorni tristi e bui, per la tua vita e per tutto. Io ero così, avevo vissuto la mia vita per tutto questo tempo, costretta a vivere in un posto che non definivo casa. Ti senti a casa quando sei circondato da persone che ti amano, ti aprezzano, persone che rappresentano la tua famiglia, il punto cardine, la tua protezione, la tua forza. Ma si sa che alla prima incomprensioni, al primo sbaglio tutti ti voltano le spalle e vanno via. Credo di essere stata sempre sola, momenti alterni di felicità immaginaria e tristezza reale. Puoi solo lasciare tutto alle spalle e iniziare la tua vita, lontano da chi ti ferisce, chi ti fa star male, non è da codardi, è da me.

Ogni volta che la gente confidava i loro piccoli segreti, le ragazza dicevano di voler essere una principessa e io volevo ribattere dicendo che

non era così bello come loro pensavano, ma loro non avrebbero capito. Vivere in una grande casa, con persone distanti non

era una bella cosa, avrei preferito vivere in una piccola famiglia con genitori presenti in grado di darmi tutto l'affetto

del mondo anche vivendo in miseria. Essere una principessa comportava essere sempre perfetta, io non ero. Più vedevo

i miei fratelli, più mi accorgevo che quel posto non era per me. Così un giorno, con stupore di tutti, entrai nella stanza

e rivelai loro che volevo vivere lontano da tutti, andare in una scuola comune, essere considerata come tutte le persone normali, niente privilegi, nulla

di nulla. Sul solo volto solo un cipiglio, la classica espressione che assumevano quando non erano soddisfatti di me.

Chiusa in bagno, i miei capelli perdevano il loro colore naturale, mi stavo trasformando. Ero diversa, ero pronta a scappare.

Avevo detto loro che sarei tornata solo quando mi sentivo pronta di prendere un posto nel loro mondo, ma tutti sapevano che quella era una bugia.

Più il treno correva via, più mi allontanavo dai miei finti amici, quelli vicini solo per ricevere privilegi, un ragazzo che non poteva essere considerato tale e una

famiglia che non sentivo mia. Non ero la piccola Amy indifesa, ero diventata una donna.

avevo cambiato il colore dei miei capelli, avevo cambiato tutto di me, nessuno poteva più riconoscermi o conoscermi, non avrei dato a nessuno questa possibilità.

Oltretutto i miei genitori avevano risolto questo problema dicendo ai giornalisti che la loro figlia era in viaggio per aiutare il mondo o per compiere qualche

atto da eroina, ridevo quando leggevo i giornali. Portavo delle cicatrici sulla pelle, alcune nel cuore ma nulla poteva competere con il macigno e il vuoto che

sentivo nel mio petto, ogni respiro pesante, le gambe non reggevano, mi sentivo cadere e nessuno mi poteva aiutare ad alzarmi, ero sola.

Proprio quando ero assorta dai miei pensieri una voce troppo vicina iniziò a parlare

< Ehi tu, dove stai andando. Sei così giovane> mormorò sedendosi vicino a me

alzai lo sguardo sul suo viso, un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi più scuri del buio, proprio come quello che avevo dentro di me

< Non sono affari tuoi> mormorai prima di alzarmi e dirigermi avanti, pronta a scendermi

Fortunatamente non mi seguì, riuscivo a sentire solo una risata in lontananza, poi era di nuovo il silenzio, quel silenzio che tanto amavo e mi confortava.

Ero arrivata nella nuova città, pronta a vivere la mia nuova vita.

ECCO A VOI IL PRIMO CAPITOLO

Grazie a tutte voi che credete in me, significa tantissimo tutto questo e spero che la storia entrerà piano piano nel vostro cuore. Se vi va lasciate tanti commenti e tanti preferiti, ho bisogno di voi e attraverso questo riesco ad avere il sostegno necessario. Grazie a tutte piccole

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