Capitolo 18

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Note Autrice:
Eccoci, all'ultimo capitolo di "No Control"
Buona lettura.

Federico sospirò contro il finestrino della macchina: erano passati giorni da quando Mika era andato a casa sua e Federico non chiudeva occhio da allora; non riusciva a dormire, mangiava solo quando sentiva i morsi della fame e tentava di occupare la mente col lavoro.
L'idea che lasciasse X-Factor l'aveva spiazzato, tutto sembrava cambiare in modo sbagliato e Federico sentiva di non avere più certezze di sopra: tutto sembrava crollare, pezzo dopo pezzo e Federico capì quanto Mika importasse realmente.
Si passò una mano sul volto stanco, lasciandosi andare ad un lungo sospiro.
Il telefono continuava a vibrare, ma Federico non ci badò e lo ignorò totalmente: Tatiana guardava preoccupata il figlio riconoscendolo a stento sotto quelle occhiaie cupe e il volto stanco.

"Potremmo andare a pranzo, che ne pensi? Muoio di fame."

Federico arricciò le labbra in una smorfia: non gli andava per nulla. Tatiana strinse le mani attorno al volante, aspettando il semaforo.

"So che stai male per lui."
"Mamma.."
Federico si voltò appena verso la madre, il tono era privo di rabbia, né vi era biasimo, ma sapeva benissimo che sua madre non aveva accettato a pieno quella intera situazione e sapeva benissimo che parlarne apertamente era difficile.

"Fede, non voglio che tu soffra così. Mi dispiace per Mika, credo sia un bravo ragazzo, ma forse non è la persona giusta per te."

Faceva male, ma sapeva perfettamente che sua madre voleva solo assicurarsi che non soffrisse ulteriormente.

"Lo so..", rispose semplicemente Federico "Starò bene..", aggiunse con un sorriso debole e Tatiana gli strinse  la mano non aggiungendo.
Federico chiuse gli occhi, sentendo le palpebre pesanti e il dolore ancora di più.
Il cellulare vibrò ancora e questa volta Federico osservò di sbieco lo schermo: un messaggio di Alessandro.
L'ennesimo in cui gli chiedeva se sarebbe andato, quella sera, alla festa organizzata per Mika.
Federico riposò il cellulare in tasca perchè non gli andava di rispondere, perchè non sarebbe andato a quella festa.
Aveva già detto addio a Mika.

La giornata sembrò lunga, quasi interminabile e Federico, alle tre di quel soleggiato pomeriggio, sentiva già un incredibile stanchezza addosso: voleva dormire e non sognare.
Le mura di casa gli sembravano strette e Federico non riusciva a non pensare al riccio: il pensiero lo logorava, lo bruciava vivo dentro.
Non riusciva a stare fermo, i pensieri erano più rumorosi e assordanti. Doveva uscire di casa o non avrebbe retto ancora per molto.

Federico contava a gran passi la metratura della sala prove: la sigaretta tremava fra le mani nervose e il petto si alzava e si abbassava fin troppo velocemente.
Ax inarcò un sopracciglio, visibilmente preoccupato per l'amico.

"Fede.."

"Forse ha ragione, devo smetterla. Devo capire che è finita qualsiasi cosa c'era fra noi. Sono stato ..", sospirò passandosi una mano fra i capelli "Sono stato un coglione a pensare che potessi avere... qualsiasi cosa con lui."

"Questo non è vero, ma siete partiti da una base instabile, Fede. Tutte queste stronzate, i tradimenti, le bugie non portano mai a niente di buono. Ti fai male, Fede se provi a saltare un burrone più grande delle tue gambe. Il dolore è una conseguenza."

Federico si sedette finalmente e affondò il viso nelle mani, il mozzicone consunto scivolò dalle dita.

"Lascio perdere."

"Stai scherzando?"

Federico alzò lo sguardo sorpreso.

"Cosa dovrei fare?"

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