XXIV

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Lei se n'è andata e io vorrei fare lo stesso.
Esco da là dentro e mi dirigo verso l'uscio di quella dannata casa.
«Non cercarmi mai più!» dico urlando, con le lacrime ancora sul punto di uscire.
Mi raggiunge e mi tira per un braccio:«Non avevo altra scelta, Camilla.»
Lo incenerisco con lo sguardo:«Lasciami in pace.» lo disloco e faccio per fuggire da là.
«Ti prego, non andartene.»
«Voglio essere lasciata in pace.»
Esco rapidamente vado verso casa mia, non voglio più aver a che fare con quel pezzo di merda.
Per me lui è morto, non esiste più.
Mi ha spezzato il cuore, l'ha triturato e ci ha vomitato sopra.
Bell'immagine: il senso di quello che ha fatto con i miei sentimenti può essere descritto così.

***
Mi chiudo in camera e avverto un mal di testa martellante: ho pianto troppo e non sono abituata.
Vorrei spaccare tutto ma c'è qualcosa che mi frena, che mi permette di non perdere il controllo di me stessa.
Lo avessi qua giuro che lo ammazzerei!
Lo giuro su tutto ciò che ho di più caro, ma per il momento non posso farci niente.
Devo accettare questo stato d'animo perché prima o poi passerà.
Ed è difficile dimenticare ciò che mi ha svegliata dal coma profondo dove ho sempre vissuto, ciò che mi ha letteralmente scossa fino a farmi capire cosa significa provare quel tipo di emozioni di cui tutti parlano e dalle quali mi sono sempre sentita esclusa.
Penso che sarà impossibile dimenticarlo.
Lo custodirò nel mio cuore, nonostante sia ridotto a brandelli: in uno di quelli c'è Leonardo.

***
Sono assieme a Melissa, che voleva vedermi per parlare.
Ormai non mi interessa più niente della storia con Leonardo e anche se dovesse scoprimi immagino che le risponderei: puoi anche tenertelo.
E poi non ho più tempo da dedicare a chi mi ha riempito di belle parole solo con l'intenzione di scoparmi.
Non voglio essere trattata come una prostituta, io voglio che qualcuno si innamori di me per davvero e non solo a fini sessuali.
«Io e Leo abbiamo risolto!» esclama tutta felice, mentre io la osservo quasi inorridita.
Conosco già tutto, tranquilla.
«Oh davvero? Sono molto contenta.» rispondo senza un filo di entusiasmo, facendo trapelare dalla mia espressione quanto poco mi interessi.
«Cami, cos'hai?» mi prende per un braccio e mi alza il mento.
Che cosa vuole da me?
«Niente, va tutto bene.» accenno un sorriso falso, odio tutto ciò che mi circonda ora come ora.
La vita non mi sorride più, mi sta portando solo guai e credo di starle davvero antipatica.
Melissa non ha colpe, lo riconosco benissimo.
Solo che, ciò che è successo, coinvolge anche lei e per come sto in questo istante, prenderei a testate tutti e due senza distinzione.
«Meli, io vado. Ci sentiamo.»
Raccatto la mia roba e le stampo un bacio sulla guancia abbandonando il sudicio bar della stazione.
Solo una serata con i miei amici riuscirebbe a tirarmi su il morale, o magari un bel bicchiere di vino.

***
Non poter raccontare l'accaduto e quello che mi porto dentro, mi fa sentire chiusa in una prigione dove non passa nemmeno uno spiraglio di luce.
Vorrei urlarlo al mondo ma non posso, sono costretta a tenere questo macigno sulle mie spalle che man mano mi corrode e mi consuma l'anima.
Ho il petto vuoto, la testa piena di pensieri e un malessere che si impadronisce della mia persona.
Sono seduta su un muretto aspettando l'arrivo di Stefano e Giulia: stasera Marco non c'è.
Il tempo è gradevole, non troppo freddo, ma nel mio cuore piove perennemente.
E non c'è riparo, non c'è niente sotto cui io possa nascondermi.
Non c'è niente perché tutto mi è stato tolto, sono costretta a rimanere sotto a questa pioggia che man mano si fa grandine, colpendomi dolorosamente, peggio di quanto io non abbia già fatto torturandomi l'anima.
Sono emozioni che uccidono.

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30 stelle, 20 commenti❤️❤️

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