IV

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Un enorme cane si trova all'entrata di quella villa di modesta bellezza: perchè tutte a me?

Soffro di cinofobia da circa.. sempre.

«Alan! Torna qui!» urla Leonardo da dentro casa.

Il cane viene spostato da là davanti: maledetto Alan.

«Ciao Camilla, ben svegliata.» mi saluta Leonardo che indossa un paio di pantaloncini fin troppo stretti al che mi cade l'occhio sulla sua prominente sporgenza.

Ma che cazzo di problemi ho? Scosto lo sguardo in men che non si dica e lo saluto.

«Vieni, entra.»

Mi apre la porta in modo poco garbato.

La prima cosa che vedo appena entrata è un grande salotto, i quali mobili poggiano su un parquet scuro.

Vi sono numerosi tappeti persiani e un camino acceso.

«Bella casa.» mi viene da dire al che lui sorride.

«Grazie, i miei genitori sono usciti quindi possiamo stare nello studio di mio padre.»

Mi fa strada e nel mentre io mi guardo attorno: mi sono già profondamente innamorata di questa casa.


Prende il libro dallo scaffale e si mette un paio di occhiali, non pensavo li utilizzasse.

In classe lo vedo sempre distratto, intento a farsi i fatti suoi, ma in questo momento mi sembra concentrato e con tanta voglia di fare.

«Pagina?» domanda senza nemmeno guardarmi.

«Che domanda sarebbe, scusami?»

Si abbassa gli occhiali sulla punta e assume un'espressione seria: «Quale è la pagina?»

«Non lo so, cercala.»

Sbuffa rumorosamente.

Si vuole dare una benedetta calmata?

Sfoglia il libro e poi lo chiude rapidamente: «Non ho voglia di fare sta merda.»

Alzo il sopracciglio: «Però dobbiamo farla sta "merda"» ripeto il suo stesso termine imitando il tono in cui l'ha detto.

«Falla tu Vicarietta.» sorride dondolando con la sedia.

«Non ci penso nemmeno, dobbiamo farla insieme.»

«Ah quindi non ti dispiaccio come compagno?» dice mordendosi il labbro e iniziando a pasticciare il libro con gli evidenziatori.

«Sì, mi dispiaci molto. Ma purtroppo non posso farci niente. Io vorrei andare a casa il prima possibile, quindi diamoci una mossa.»

Sospira nuovamente: «Va bene, va bene.»

Fa scorrere nuovamente le pagine del libro per poi soffermarsi su quelle interessate.

«Allora, mitosi e meiosi..» sussurra per poi sbadigliare.

So già che non concluderemo niente.

Ritiro tutto quello che ho pensato poco prima, non ha per niente voglia di lavorare.


«Dai, leggi tu che io non sono capace.» afferma solo perchè non vuole.

«Va bene.»

«Nel processo di divisione del nucleo chiamato mitosi, ciascuno dei due nuclei che si formano riceve un completo assetto cromosom...» vengo bruscamente interrotta.

«Che noia!» esclama mettendosi palesemente una mano nei pantaloni.

«Se magari eviti..»

Si avvicina notevolmente a me, mi guarda negli occhi e sorride.

«Embè?» domando scherzosamente.

«Niente, non ho voglia di studiare!» sbadiglia ancora.

Sarà la settantesima volta nel giro di dieci minuti.

Tira fuori il cellulare: «Hai sentito Melissa oggi?»

«No, perchè?»

«Non mi ha ancora scritto.. stasera dovrebbe venire qui. Finalmente si scopa, Vicari ho le palle piene.»

Lo guardo schifata, detesto la volgarità: «Ma come parli? Ma ti senti?»

Scoppia a ridere: «Dai mamma mia quanto sei suora.»

«Ma che cosa centra!»


Scosto lo sguardo e rifletto per un istante, penso che usi Melissa solo per godimento personale.. menomale che questo non mi riguarda.

Vorrei andarmene e non rivederlo più ma mi afferra la mano e mi osserva con quegli occhi grandi: «Non andare, adesso studiamo. Scusami se ti ho fatto perdere tempo.»

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Curiose? 😏


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