XXXV

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Leonardo.
Come è andata? Bhe, che dire.
Avevo quel desiderio circa dalla prima volta che è venuta a casa mia, era talmente incontrollabile che se avessi aspettato qualche giorno in più credo che sarei morto.
Poi è successo e il modo è stato speciale.
Non era mai capitato che sentissi delle emozioni del genere con qualcuna.
Di solito, con quelle che mi sono scopato, non ho provato granchè anche se con Melissa il sesso era così eccitante che avevo la sensazione di venire anche solo guardandomi entrare in lei.
Con Camilla è stato ben diverso, non c'era solamente eccitazione ma anche altro: forse qualcosa sta nascendo in me, qualcosa di sconosciuto per il momento.
«Oi, ma che cazzo ti sta succedendo?» Melissa mi scuote facendomi perdere l'equilibrio.
Per fortuna che ho avuto la prontezza di sorreggermi, mi sentivo camminare sulle nuvole.
«Niente, niente.» rispondo secco, continuando a percorrere la stradina che collega al parco.
Senza dirmi nulla é piombata a casa mia, e grazie al cielo Camilla se n'era già andata.
«Dobbiamo parlare.» proferisce invitandomi a sedere su una panchina piuttosto instabile.
L'aria è fresca ma abbastanza piacevole, questo è il penultimo giorno di vacanza e al solo pensiero di tornare a scuola mi si attorciglia lo stomaco.
«Dimmi.» dico io sovrappensiero, sapendo già di cosa vuole discutere.
Ti vedo cambiato.
So già che inizierà così il suo discorso ed io non vedo l'ora che, per l'esasperazione, mi molli.
Dovrei fare l'uomo ma non riesco, mi sento come in gabbia e confessare la realtà a Melissa mi spaventa.
Non so esattamente cosa me lo stia impedendo ma sta di fatto che mi è quasi impossibile.
«Adesso mi sono rotta il cazzo! Mi vuoi ascoltare per favore?»
È una furia, non la avevo mai vista così.
Gli occhi sono rossi e sporgono all'infuori, la vena del collo si fa sempre più evidente e le sue parole sembrano armi letali pronte per essere scagliate contro me.
«Dimmi!» ripeto, tentando di concentrarmi e di non perdermi nei miei pensieri contorti.
«Ti vedo cambiato.»
Ecco, ci scommettevo.
In quanti me l'hanno detta questa fottuta frase? Probabilmente in un centinaio.
Il punto è che io sono sempre lo stesso, solo che la gente non si aspetta che io sia così.
Forse a causa delle mille maschere che indosso, nessuno sa come sono davvero.
Bhe, probabilmente non lo so nemmeno io.
È evidente che lei non ne può più di stare seduta su quella panchina con me affianco.
Parla ma io non la sento più, sono perso e non ho modo di tornare lì con la testa.
Ripenso a ciò che è successo nel pomeriggio, e la voglia di rifarlo mi fa tremare le mani e le gambe.
È come stare in astinenza, come aver provato per la prima volta una droga tremenda e volerne sempre più.
Non posso resistere: io devo farlo ancora e con la stessa persona.
E poi, che senso ha continuare a restare con Melissa quando la mia felicità è piuttosto tra le braccia di Camilla?
«Leonardo, vaffanculo.»
Melissa si alza e fa per andarsene.
Una parte di me vorrebbe scusarsi per non averla ascoltata, di solito ero l'unico a farlo.
Quando tutti le voltavano le spalle io rimanevo.
La prendevo per mano e le dicevo 'sfogati'.
La facevo sentire speciale e questo me lo aveva detto più volte.
Invece adesso mi ero solo uniformato alla massa di persone che avevano deciso di lasciarla perdere.
E indietro non potevo tornare.
La avevo persa e forse era giusto così.

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40 commenti e 75 stelle❤️❤️

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