Capitolo 6- Ho quasi baciato il mio vicino...

50 8 2
                                    

Capii troppo tardi di essere caduta in una trappola. Lidia, infatti, nella sua vita precedente deve essere stata molto amica di Mata Hari. Poco dopo che si furono accomodati, la furba ragazzina ricevette una telefonata. "Devo andare" disse, dopo aver detto qualche parola, tra le quali l'inequivocabile "scendo".
"Dove?" Chiedemmo io e Lorenzo, all'unisono. "Alcuni amici mi aspettano" disse lei, con la stessa faccia che deve avere avuto Attila durante i suoi saccheggi.
Prima di andarsene, portò via il povero Cornelio, che protestò miagolando, forse perché voleva vedere la fine della partita.
E così il rumore della porta che si chiudeva sancì la nostra solitudine.
Improvvisamente cominciai a sentirmi nervosa: ero a casa mia, in pigiama, sul divano, e accanto a me non c'era il mio uomo (la serata sarebbe trascorsa altrove, altrimenti) ma il mio odiato vicino. Evviva.
"Senti..." Cominciò lui, al che io replicai con un grugnito. La partita stava finendo con il nostro vantaggio, cosa che mi avrebbe salvato dal linciaggio da parte del mio dolce paparino.
Lorenzo mi pose una mano sul ginocchio, costringendomi a voltarmi.
"Vorrei parlarti di quello che dovremo fare domani. E mi vorrei anche scusare." Disse. La sua mano era rimasta sul mio ginocchio, e non fece nulla per spostarla.
"Da quando ci conosciamo, ti sarai scusato almeno un milione  di volte" disse, sarcastica. È vero, vi ho detto di non essere permalosa. Ma con Lorenzo sto scoprendo nuovi di me.
E lui non è Mr Grey. (Ridete!)
Lorenzo fa una smorfia. "Te l'ho detto, non ho un carattere facile. E poi tu hai il potere di farmi perdere la pazienza."
Io?! Ma se è lui quello impossibile!
"Ma se ti ho salvato il sedere, con Murena! Stava per toglierci il progetto, se non ti fossi accorto!" Replicai,con foga.
"Si, è vero. E infatti devo ringraziarti. Con te sto capendo che a volte vale la pena di osare." Dice Lorenzo, sorridendo.
"Memento audere semper" dico, con aria solenne.
Lorenzo ride e torna a guardare lo schermo.
Perché ho voglia di baciarlo?
Aspetta, Alessia, non dire cavolate!
In quel momento il Capitano si avvicina alla porta, e segna un altro gol.
Pensate che gli ultras abbiano esultanze esagerate? Allora non mi avete mai visto...
Balzo in piedi, gridando come un'ossessa, poi mi ributto a sedere e abbraccio Lorenzo, trovandomi a un centimetro scarso dalla sua faccia.
"Gol" mormoro, a un palmo dalle sue labbra.
"Mi farai morire" sussurra Lorenzo, e rimaniamo così, sospesi.

Gioco di squadraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora