Il resto della serata è trascorso in camera da letto, tra baci bollenti.
Scherzavo.
Sia io che Lorenzo abbiamo dormito ognuno nel nostro letto. Sto cercando di rimuovere l'immagine delle sue labbra a pochissima distanza dalle mie. Vi sarei grata se provaste insieme a me a fare finta che nulla sia accaduto. Allora siamo d'accordo? Perfetto. Cancellato.
Mentre mi dirigo in ufficio – oggi c'è l'importante incontro con il direttore della Buonisogni, da cui dipende la mia carriera e il mio futuro - ricevo due telefonate. La prima è di mio padre:
"Ciao, papà!" dico, titubante. Speriamo che la vittoria di ieri sera lo abbia rimbonito a sufficienza da fargli scordare che non ho rispettato il nostro rito.
"Perché non mi hai fatto lo squillo, ieri?" Ecco, ti pareva. "Si, scusa. Però abbiamo vinto, no? Ѐ quello che conta."
"Eri con un uomo?" E dalli con questo uomo! Ma perché tutti si sono fissati con questa storia?
"No, papà. Semplicemente mi sono scordata di farti uno squillo. E poi sarebbe del tutto normale se avessi un uomo, scusa, eh!" rispondo, piccata.
"Ehi, ehi, non scaldarti tanto, bambina. Allora ha ragione Paolo, quando dice che ti sei innamorata."
Inchiodo talmente forte che temo di aver squagliato una ruota. Ѐ ufficiale: devo uccidere mio fratello. "Papà, Paolo parla a vanvera, è uno dei suoi soliti scherzi." Dico, riprendendo la marcia. "Comunque ora ti saluto, devo andare!" dico, premendo il pulsante di chiusura della chiamata sul mio auricolare, senza dargli il tempo di rispondere. Sembra esserci una congiura in atto: diciamo al mondo che Alessia è innamorata. Wow, che spasso.
La seconda chiamata la ricevo nel momento in cui sto varcando la soglia dell'ufficio, e per poco non vado a sbattere contro Lorenzo. Lo so che l'idea di evitarlo, dal momento che siamo costretti a lavorare gomito a gomito, non è molto sensata, ma l'immagine delle sue labbra ancora mi balena davanti. "Tutto bene, Ale?" mi chiede, mentre il mio cellulare continua a squillare. Ale? Da quando si prende questa confidenza? Ridacchio nervosamente, annuendo e squagliandomela nel mio ufficio.
"Pronto?"
"Sorellina..." inizia Paolo, speranzoso. Non ho più risposto alle sue telefonate, ero troppo arrabbiata: è colpa sua se devo fingere di essere fidanzata con Lorenzo.
"Paolo, vai al diavolo! Non sai in che casini mi hai messo!" dico, a denti stretti.
"Ah, ti riferisci al tuo capo?E io che pensavo di farti un favore..." dice. Ed è serio, ormai lo conosco bene.
"Un favore?! Devo fingere di essere fidanzata con quel rompipalle del mio vicino! E tu me lo chiami favore? E cosa avresti fatto, se avessi voluto danneggiarmi? Mi avresti messo sotto con la macchina?" dico, praticamente urlando, tanto che vedo Rita affacciarsi alla finestra che comunica con il corridoio.
Le faccio un segno per dirle che va tutto bene. Lei, ancora scettica, si allontana.
"Oh, non farla tanto lunga. Si vede che vi piacete a vicenda..." risponde mio fratello, e a questo punto sono tentata di fare due cose:
1) Buttare il cellulare in terra, saltarci sopra e con una risata satanica dargli fuoco;
2) Chiamare la neuro. Ѐ chiaro che mio fratello sta fuori. L'ultima volta che gli ho detto di essere innamorata è uscito di casa con il bazooka.
"Hai preso una botta in testa, Paolo?" chiedo, preoccupata. Forse uno dei ragazzini gli ha tirato una pallonata in testa.
"No, perché? Sto facendo colazione, panino con frittata e mortadella".

STAI LEGGENDO
Gioco di squadra
RomanceAlessia è una giovane pubblicitaria in carriera, che sta per ricevere un'importante promozione. Lorenzo è il suo scorbutico vicino, e il loro primo incontro non è dei migliori... visto che Alessia è entrata in casa sua, senza il suo permesso. Ma tan...