"Sei stato parecchio brusco, con Maria" dico, mentre stiamo attraversando il tunnel in legno costruito dagli antichi romani, che porta a Chiaia di Luna, una delle spiagge più belle di Ponza. Lorenzo stringe le labbra. "Doveva avvertirci che Lidia era qui. Invece ha retto il suo gioco" risponde. "No, a me è sembrato che ce l'avessi con lei per altri motivi. Sbaglio?" chiedo, a bruciapelo. Lui mi guarda. "In passato ci sono stati parecchi contrasti. Ecco perché non sono più venuto qui. Ma è...una storia lunga, ecco." Conclude, abbassando lo sguardo. Allarme rosso, allarme rosso risuona nella mia testa. Se c'è una cosa che odio, sono i segreti. Tuttavia decido, almeno per il momento, di non insistere. Anche perché sono piuttosto impegnata a non prendermi una storta, camminando sui sassi che compongono la spiaggia. Per fortuna ho le scarpe chiuse.
C'è poca gente, sulla spiaggia. Niente a che vedere con il pienone di Agosto: qualche turista che si è seduto sulla riva, e una ragazza che sta facendo il bagno. Lidia.
Lorenzo contrae la mascella e a grandi passi veloci – ma come fa?- arriva fino alla battigia. Mette le mani intorno alla bocca e urla: "Lidia! Lidia!" la ragazza tira la testa fuori dall'acqua e, con tutta tranquillità, si prepara ad uscire. Per quanto l'aria sia mite, non si può dire che faccia caldissimo, e non posso fare a meno di rabbrividire per lei. Lidia prende un asciugamano che aveva lasciato sulla riva e se lo avvolge intorno, dirigendosi verso Lorenzo, che, a braccia conserte, non ha certo un'aria amichevole. "Ciao, fratellino" dice Lidia, per niente in ansia. Fa per abbracciarlo ma Lorenzo si scosta. "Basta con queste pagliacciate, Lidia. Ci hai fatto morire di paura, te ne rendi conto? Mamma non fa altro che piangere, e io ho dovuto mettere in stand-by un lavoro importante, per venirti a cercare!" esclama , furioso. "Quando ti deciderai a crescere? Il mondo non gira intorno a te. Prima lo capirai e meglio sarà." Lidia fa per rispondere, ma si accorge della mia presenza. "Ciao Alessia!" esclama, contenta. Poi si rivolge a Lorenzo, con aria sorniona. "L'hai portata su quest'isola? Fai passi avanti, vedo." Rimango di stucco, guardando Lorenzo in cerca di spiegazioni. Allora la mia impressione non era sbagliata: è davvero successo qualcosa qui, e questo spiegherebbe lo strano malumore di Lorenzo da quando siamo arrivati. Lorenzo impallidisce alle parole della sorella. "Quello che c'è tra e me ed Alessia non sono affari tuoi, Lidia. Non cambiare discorso." Dice, guardandola in cagnesco. La ragazza sbuffa. "Sei il solito noioso. Ho semplicemente voluto fare una gita a Ponza, tutto qui." A quel punto decido di intervenire: "Scusa, Lidia, ma tuo fratello ha ragione. Siamo stati tutti molto in ansia, perfino la tua amica Maya. Bastava che avvertissi, tutto qui." Dico, con il massimo della diplomazia. Lidia sembra starmi a sentire. "Mi dispiace, Alessia, non volevo crearti problemi. Non volevo crearli a nessuno, in realtà." Dice, chinando il capo. Ma Lorenzo non è soddisfatto: "Domani fai i bagagli e te torni a casa, sono stato chiaro? Lidia, guarda che non scherzo. Mi sono stufato di correrti dietro ogni volta!" esclama. "Ma..." fa Lidia, ma il fratello scuote la testa. "Niente ma. Farai così e basta."
Decido di eclissarmi, per permettere ai due di chiarirsi in santa pace.
"Ti raggiungo subito" mi dice Lorenzo, che mi sembra alquanto nervoso all'idea che giri da sola per l'isola.
"Fai con calma. Vado da Maria a vedere la stanza."
Maria mi offre limonata fresca e la focaccia ponzese, di cui spazzolo ben tre fette. Era da stamattina che non toccavo cibo, e appena finisco di rifocillarmi, mi appoggio allo schienale della sedia, chiudendo gli occhi e assaporando il tenue tepore sul viso. "Sa, signorina" mi dice Maria, appena li riapro. "Sono molto contenta che Lorenzo l'abbia portata qui." Drizzo le antenne, in allerta. "Perché?" chiedo. Maria, che stava sgomberando i piatti, si blocca. "Oh, credevo sapesse quello che è successo." Sbatte le palpebre, imbarazzata. "Mi scusi, sono stata invadente." Dice, ma io la fermo. "Non si preoccupi, Maria. La prego, mi racconti." La donna sembra incerta, ma poi si siede di fronte a me, e comincia a raccontare. "Vede, fino a qualche anno fa Lorenzo veniva qui molto spesso." Si interrompe, guardandosi intorno, forse temendo che possa arrivare da un momento all'altro. "Da quando hanno venduto la casa, veniva sempre da me, perché gli affittavo una o due stanze a seconda delle necessità. Era diventato molto amico di Rosa, mia figlia, e con il tempo, si fidanzarono. Era una cosa seria, avevano pensato anche di sposarsi, ma poi Rosa decise di accettare una proposta di lavoro all'estero, e lo lasciò." Concluse, turbata.
Alla faccia del segreto penso, a bocca aperta. Ecco perché era così freddo con Maria, ed ecco perché era così di malumore.
Lorenzo sceglie quel momento per comparire, e dalle nostre facce capisce che qualcosa non va. "Le hai raccontato tutto, immagino" dice, fissando Maria come se volesse incenerirla. "Lei ha fatto quello che avresti dovuto fare tu, Lorenzo." Esclamo, fuori di me. D'accordo, forse non siamo una coppia, però mi ha baciato più di una volta, maledizione! Un po' di rispetto! Ma perché i bugiardi li trovo tutti io? Cioè, si stava per sposare! SPOSARE! E non mi ha detto nulla!
"Alessia, dobbiamo parlare..." inizia lui, cercando di trattenermi. "Il tempo di parlare è finito, direi." Dico, freddamente. "Io me ne torno a Roma" annuncio, incamminandomi a grandi passi verso il porto.
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Gioco di squadra
DragosteAlessia è una giovane pubblicitaria in carriera, che sta per ricevere un'importante promozione. Lorenzo è il suo scorbutico vicino, e il loro primo incontro non è dei migliori... visto che Alessia è entrata in casa sua, senza il suo permesso. Ma tan...