Arrivo al porto di Ponza furente, tra gli sguardi allibiti dei Ponzesi. Non posso dargli torto: probabilmente mi esce anche del fumo dal naso, stile Malefica quando si trasforma in drago. Mi appoggio al muretto, cercando di calmarmi. D'accordo, riflettiamo. Ho lasciato il mio lavoro, una promozione che aspettavo da anni, per seguire un uomo che –come al solito- si è rilevato diverso da come credevo. Nella fretta, ho dimenticato da Maria la mia valigia e soprattutto la borsa. Quindi non posso neanche pagarmi un caffè, figuriamoci tornare a Roma! In quel momento, sento qualcuno fermarsi vicino a me. Mi volto e vedo Lidia, che mi sorride. "Alessia, possiamo parlare un attimo?" mi chiede, esitante. Scuoto la testa. "No, Lidia. Voglio riprendere le mie cose e andarmene da questa isola. Ho mollato il mio lavoro, per seguire tuo fratello!" esclamo, sentendo la rabbia tornare a scorrere nelle mie viscere. "E lui non si è neanche degnato di dirmi le cose come stavano!" proseguo, fuori di me. Lidia mi sfiora il braccio con una mano. "Per favore, possiamo prenderci un caffè? Così ti rilassi un attimo." Ribatte, tirando fuori una calma che la fa sembrare più adulta. Annuisco, seguendola in un bar poco distante. Ci sediamo a un tavolino all'aperto, e dopo aver ordinato due caffè, Lidia mi guarda: "Devo ringraziarti, Alessia." Dice. Io mi limito ad alzare le spalle: "Oh, figurati. Sono fatta così: quando si tratta di aiutare qualcuno, non mi tiro indietro." Lei scuote la testa: "No, non mi riferisco a me. Ti devo ringraziare perché, da quando ti conosce, mio fratello è cambiato, in meglio. Non sarebbe mai venuto qui, te lo posso assicurare." La guardo, socchiudendo le palpebre: "L'hai fatto a posta? A venire qui, intendo." Lidia ride. "Diciamo che la lite con mamma è capitata a fagiolo. Però si, volevo vedere se Lorenzo avrebbe messo piede su quest'isola, superando le sue paure. E lo ha fatto." Risponde. L'arrivo del cameriere ci interrompe, riducendoci al silenzio. Girando il cucchiaino nella tazzina, guardo Lidia: "Paure, hai detto? E quali?" chiedo. D'accordo, non voglio avere più avere niente a che fare con Lorenzo. Ma sono curiosa. Lidia beve un sorso dalla tazzina e mi sorride: "Vedi, Rosa per lui era importante. Mio fratello è sempre stato un romantico, e gli sembrava di aver finalmente trovato la persona giusta." Si interrompe, vedendo la mia faccia a dir poco perplessa: Lorenzo, romantico? Questa è bella davvero! "Lo so, ti sembra impossibile. Ma prima aveva un altro carattere. Quando Rosa l'ha lasciato, i suoi sogni si sono infranti: ha cominciato a chiudersi in se stesso, rifiutandosi di vivere altre storie. Finché sei arrivata tu." Conclude, finendo il suo caffè. Il mio, ormai, si è freddato. Lo bevo controvoglia, più per prendere tempo che per gusto. "Non so, Lidia, sono un po' confusa. Non so che fare." Dico, sincera. La ragazza, che negli ultimi minuti ha dimostrato di essere molto diversa dalla ragazzina scavezzacollo che credevo, mi prende una mano e la stringe. "Resta, ti prego. Non per mio fratello, che ha sbagliato, ma per te. Perché devi rinunciare a una vacanza? Ponza è così bella. Se poi con Lorenzo riesci a sistemare le cose, bene. Altrimenti, ti resterà il ricordo di una bella vacanza." Ricambio la stretta e le sorrido. Ma si, in fondo ha ragione. Perché dovrei rinunciare per lui? Improvvisamente, però, vengo colta da un attacco di ansia: "Oddio, Lidia, non ho il portafoglio con me! Come paghiamo?". Lei sorride furbescamente, tornando ad essere la piccola peste che tutti conosciamo. "Facciamo segnare sul conto di Lorenzo. Se lo merita, non trovi?"
E così, decido di restare a Ponza. Ho proprio bisogno di una vacanza, e l'isola è davvero fantastica. Quando torniamo alla casa di Maria, Lorenzo è seduto al tavolo, evidentemente teso. Quando mi vede, si alza di scatto e mi viene incontro. "Alessia, senti..." inizia, e Lidia, saggiamente, entra dentro casa, lasciandoci soli. "No, Lorenzo, senti tu. Sono francamente stanca di te e di tutti gli altri che pensate di usarmi per i vostri comodi. Ho deciso di rimanere a Ponza, ma lo faccio per me, non per te. Carte in tavola: tu stai da una parte, e io dall'altra. Chiaro?" replico, con decisione. Lorenzo scuote la testa. "No. Devo parlarti, spiegare. Ne ho bisogno." Replica, intrecciando le sue dita tra le mie. "Ci potevi pensare prima. E ora scusa, ma sono stanca e ho bisogno di riposare." Replico, sciogliendo la stretta. Cerco di non fare caso al suo viso già abbronzato, e agli occhi verdi che sembrano più vividi. Per una volta, penso, mentre mi allontano, devo pensare a me stessa.
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Gioco di squadra
RomanceAlessia è una giovane pubblicitaria in carriera, che sta per ricevere un'importante promozione. Lorenzo è il suo scorbutico vicino, e il loro primo incontro non è dei migliori... visto che Alessia è entrata in casa sua, senza il suo permesso. Ma tan...