Momento. Momento. Momento. Direbbe Peter Griffin.
Qui c'è chiaramente qualcosa che mi sfugge. Le parole Lidia e sparita mi riecheggiano nella mente, e mi sembra chiaro di aver preso una solenne cantonata: anche perché, ora che la guardo meglio, Maya mi sembra molto giovane, troppo giovane, per stare con Lorenzo.
Ce ne stiamo seduti tutti e tre in macchina, senza spiccicare parola. Guardo Lorenzo: è pallido come un cencio, poveraccio.
Maya mi lancia uno sguardo dubbioso: probabilmente si chiede se di me si può fidare.
"Posso sapere cosa sta succedendo?" sussurro a Lorenzo.
Lui mi guarda, e all'improvviso realizzo perché ha passato una notte in bianco, e perché, ieri notte, mi sembrava preoccupato.
"Lidia è sparita, non si trova. Ha avuto un ennesimo litigio con mia madre, e di solito, da Firenze, prende il treno e viene da me, a qualsiasi orario. Sa che può farlo. Ma ieri non si è presentata, e nemmeno Maya ha sue notizie" spiega, accennando alla ragazza che mi sembra altrettanto preoccupata.
Non è la sua ragazza, è l'amica di sua sorella, testa di rapa!
Mi sento immensamente stupida, ho permesso alle mie storie passate e ai miei pregiudizi di ingannarmi: Lorenzo stava soffrendo e io, come se non bastasse, l'ho trattato a pesci in faccia. "Lorenzo, mi dispiace tantissimo. Ma sono sicura che Lidia sta bene, vedrai! A volte capita di avere dei contrasti pesanti con i propri genitori, e in quelle occasioni ti senti come se non avessi capito niente del mondo...ma poi tutto si risolve!" dico, con enfasi. Lo so bene io, quando mia madre ce la mette tutta per farmi perdere la pazienza...
Lui deve in qualche modo percepire che parlo per esperienza vissuta, perché mi sorride, un sorriso affaticato, e mi prende una mano, stringendola forte. "Grazie, Ale. Mi fa bene il tuo ottimismo." Maya segue con interesse il nostro scambio di sguardi: "Quindi sei tu Alessia..." dice, con un sorriso che la dice lunga.
Ma non faccio in tempo a rispondere, perché siamo arrivati davanti alla sede della Ghepardo. E Murena ci sta aspettando sulla soglia.
Maya è tornata a Firenze. Lorenzo gli ha promesso che appena avrà notizie di Lidia, le telefonerà.
"Dove pensi possa essere?" gli sussurro, mentre Murena ci precede verso il suo ufficio, impaziente di sapere se la nostra missione è andata a buon fine.
"Non lo so...Ha un sacco di amici, potrebbe essere ovunque." Risponde lui, sconsolato. "E il fidanzato non ne sa nulla, o la copre, non so..."
"Bene, signori..." ci interrompe Murena, facendoci segno di sederci di fronte a lui.
"Vorrei mi relazionaste sull'incontro con la signora Piero. Ѐ andata come speravamo?" chiede, guardandoci in trepida attesa.
"Si, dottore. La signora Piero ha accettato di fare da testimonial" dico, svogliata. In questo momento sono preoccupata per Lidia: l'ho intravista solo una volta, ma mi è sembrata una ragazzina forse pasticciona, ma buona d'animo. E so bene come possa sentirsi, ora. Lidia, dove sei? Penso, e non riesco a concentrarmi su quello che Murena sta dicendo.
"...Quindi ora, ragazzi, è tutto nelle vostre mani: assisterete la Piero sul set, e verificherete che tutto vada secondo..." Lorenzo si alza in piedi, e Murena si blocca, stupito. "Dottore, devo assentarmi per problemi di famiglia. Mi dispiace, ma non potrò seguire questo progetto. Alessia, però, può benissimo seguirlo da sola. Ha tutte le carte in regola, e se lo merita."
Rimango a bocca aperta. Lavorare da sola? È quello che ho sempre desiderato, soprattutto in questi ultimi giorni. Ma ora non più.
"No." Dico, e questa volta è Lorenzo a stupirsi. Murena sembra stia seguendo una partita di tennis: sposta lo sguardo continuamente da me a Lorenzo, sempre più smarrito.
"No, Lorenzo, a questo progetto lavoreremo insieme. Quando torneremo." Dico, determinata.
"Torneremo? Alessia, ma che dici?" mi chiede, confuso.
"Tu hai intenzione di cercare Lidia, e io verrò con te. Siamo una squadra, o no?" dico, sorridendo.
"Ma è il tuo lavoro, la tua promozione...Faresti questo per me?"
Razza di egocentrico.
"Non per te, per Lidia. Ti serve intuito femminile, per trovarla!" rispondo, facendogli capire che il discorso è chiuso.
Il povero Murena sta ormai boccheggiando, e non sa, è proprio il caso di dirlo, più che pesci prendere: "Ma... cosa ne sarà del progetto, cosa dirà il direttore?!" ansima, sudando.
"Non si preoccupi dottore, faremo in fretta. Tanto, il contratto non ha scadenze, o sbaglio?" dico, furbescamente. Murena non può fare altro che incassare, congedandoci.
Trascino fuori Lorenzo, e chiamo subito Rita, per dettarle cosa dovrà fare in mia assenza.
"Ancora non posso credere che hai preso questa decisione!" esclama Lorenzo.
"Nemmeno io, credimi!" rispondo, mentre la mia segretaria, blocco e penna alla mano, si prepara a scrivere. "Rita, annulla i miei appuntamenti. Mi prendo qualche giorno di ferie, non so dirti quando torno." La mia segretaria mi segue, prendendo frenetici appunti. "D'accordo, Ale. Sei per caso riuscita a ottenere l'autografo di Angela Piero?" mi chiede, speranzosa.
Oh, merda. "Ho fatto di meglio" invento, per non deluderla. Rita mi guarda come un cucciolo in attesa del suo osso. "Quando registreremo lo spot, sarai la sua assistente!" proclamo, e Rita comincia a saltellare per la stanza, felice.
"Non c'è neanche una minima traccia?" chiedo per l'ennesima volta, quella sera. Lorenzo scuote la testa. Abbiamo chiamato tutti gli amici di Rita, mandato decine di messaggi su Facebook, ma niente. Cornelio mi è saltato in grembo, e i suoi occhi verdi esprimono preoccupazione. "Non preoccuparti, Cornelio." Gli sussurro, accarezzandolo. "Troveremo la tua padroncina." Per tutta risposta, il gattone comincia a fare le fusa.
"Aspetta, ora che ci penso qualcosa c'è..." dice Lorenzo, scrutando il computer.
"Cosa?" chiedo, raggiungendolo.
"Guarda il suo ultimo stato su Facebook" risponde, indicandomi lo schermo. Ѐ uno stato che risale a due giorni prima:
Mi sento in esilio, al confino, come abbiamo studiato a scuola.
Allora ho deciso: raggiungerò i confinati.
"Ti prego, dimmi che non ha commesso quello che credo" dice Lorenzo, con la voce rotta e gli occhi lucidi. "No, no Lorenzo!" esclamo, contenta. Gli prendo il viso tra le mani, e lo costringo a guardarmi. "Lorenzo, non è quello che credi. Ho capito dove si trova Lidia." Sillabo, per farmi capire.
"Ѐ a Ponza, Lorenzo. E noi la andremo a riprendere." Gli spiego.
E lui, per tutta risposta, mi bacia sulle labbra.
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Gioco di squadra
Storie d'amoreAlessia è una giovane pubblicitaria in carriera, che sta per ricevere un'importante promozione. Lorenzo è il suo scorbutico vicino, e il loro primo incontro non è dei migliori... visto che Alessia è entrata in casa sua, senza il suo permesso. Ma tan...