9. Voce

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"Tu sei un essere umano diverso per qualsiasi persona incontri."
Chuck Palahniuk  - Rabbia

"Buongiorno Signorina Evans. Come stiamo stamattina?" Mi chiede come al solito il Dott. Popper.
"Sto di merda." Dico concisa "Non riesco ancora a credere che mi abbia costretta a fare una cosa simile. Io non ero pronta." Ripeto per l'ennesima volta.
"Non credo che quello che dice sia vero, signorina. Penso solo che lei sia talmente spaventata da quello che la circonda che non vuole aprire gli occhi. Là fuori non c'è solo il dolore che lei dice di avvertire: ci sono anche gioie, sorprese, emozioni che lei purtroppo non ha ancora mai provato. Voglio che inizi a capire cosa vuol dire stringere un legame con qualcuno. Che sia positivo o negativo, non potrà farle che bene." Spiega "È una parte della terapia anche questa: deve sapere che i soli farmaci non bastano, ci vogliono anche forza di volontà ed esperienza sul campo, e lei purtroppo manca di entrambe."
Sospiro rumorosamente e cerco di trovare le parole per spiegargli al meglio come mi sento: Popper sarà anche un coglione, ma sa fare il suo lavoro.
Prima di accettare di diventare sua paziente feci qualche ricerca: non ero ancora una sprovveduta, ero invece consapevole di essere sul punto di affidare la mia possibile sanità mentale ad un individuo che non avevo mai visto e se dovevo davvero farlo volevo essere certa di essere fra mani esperte.
Ci misi quasi due giorni per ricavare le informazioni necessarie a convincermi del tutto: Robert Benjamin Popper era troppo perfetto per essere vero. Troppo perfetto per farmi fidare di lui. Ed io non volevo la perfezione: volevo qualcosa a cui potermi aggrappare nelle occasioni più estreme.
Internet è sempre stato pieno di cazzate e di falsi miti, di leggende e pettegolezzi inutili, a meno che tu non chieda a Wikipedia. Ma in questo caso cercare il nome di un medico dell'Ohio non avrebbe prodotto risultati interessanti.
Così, in un momento di riflessione, ho aperto l'archivio informatico del giornale locale ed ho trovato quello che cercavo.
La vita di Popper era perfetta, o almeno lo era stata negli ultimi 30 anni. Ma prima?
Denunciato per contraffazione di ricette mediche, spaccio di farmaci e possesso di stupefacenti. Rilasciato per mancanza di prove.
Lo stato fa davvero schifo. Ma non è questo l'importante: io volevo qualcuno con degli scheletri, e l'ho trovato.
"Quando sono entrata nella stanza, speravo che non si accorgesse di me. Volevo passare inosservata, volevo finire quell'incontro senza essere contaminata dal mondo esterno. Ma sa, quando ha aperto bocca e si è girato verso di me, sono rimasta davvero sorpresa: avevo ragione. Lui era la conferma ad ogni mia domanda, ad ogni mio dubbio ad ogni mia convinzione. Il mondo fa schifo, e se ci sono persone come Xavier che stanno male, seppur io non abbia ben capito cosa gli sia successo, non voglio averci assolutamente nulla a che fare." Spiego sincera.
"In che senso persone come Xavier?" Chiede lui.
"È intelligente, molto direi da quel che ho potuto notare. E seppur abbia l'aria da psicopatico, è oggettivamente molto bello, questo non lo si può negare. Non è uno di quei coglioni delle superiori con cui non potevi avere una conversazione intelligente nemmeno imparandola a memoria: lui è bravo, sa conversare, sa incuriosire. Eppure non riesco a spiegarmi come una persona apparentemente così perfetta, possa essere al contempo tanto martoriata da avere questi problemi. Non credo sia colpa sua: credo sia colpa di tutto, della cattiveria, dello schifo che ci circonda. Xav non è malato. Il mondo lo è." Continuo.
"Eppure è in cura da me. Come lei. Come se lo spiega questo?" Chiede ancora. È una delle tecniche preferite da Popper: farti domande, farti ragionare fino a permettere al tuo cervellino malato di arrivare ad una conclusione da solo. Potrebbe sembrare una cosa utile, se non fosse dannatamente snervante.
"Sa come mai siamo in cura?" Chiedo quasi sputando l'ultima parola come se fosse acido " Perchè abbiamo ragione. Non saremmo qui se non avessimo ragione. Voi tutti cercate di vivere come potete, accontentandovi di quello che vi circonda, senza però accorgervi che quello non è vivere, è sopravvivere. Noi abbiamo semplicemente aperto gli occhi, ci siamo resi conto di cosa ci circonda, e non vogliamo sopperire a certe condizioni. Preferiamo le nostre. E nessuno riuscirà a portarcele via. Almeno, non completamente." Dico. La voce inizia ad incrinarsi, lo sguardo ad appannarsi di nuovo. Un'altra crisi di pianto. L'ennesima oggi.
"Non pensa di essere un pochino estremista, Signorina Evans? La sua visione così apocalittica, non sta distruggendo solo lei, ma anche chi la circonda. Il suo incontro con Xavier sembra averla solo convinta di più che quello che sta facendo sia giusto, seppur nessuno sia della sua stessa idea. Il signor Joannes è un bravo ragazzo, intelligente, ma pieno di problemi e fissazioni: era privo di interesse, privo di forza d'animo, privo di energie. Sa cosa vuol dire essere annoiati per 3 anni? Cosa vuol dire non avere voglia di fare nulla? E non parlo del suo non voler fare per paura, parlo della mancanza di impulsi, di stimoli. Xavier era così ed io avevo quasi perso le speranze. Sa però cosa è successo? L'ho mandato qui. E lui ha trovato interesse nelle sue reazioni. Dice che la trova spiazzante. E non mi fraintenda, non so cosa voglia dire di preciso, ma ho trovato del bene in ciò." Dice Popper, con una nota di fierezza nella voce.
"Non voglio rivederlo." Sussurro.
" E sa cosa vedo in lei? Interesse. Non ha parlato male, quando ha detto noi. Mentre parlava ho notato che lo faceva quasi racchiudendo lei ed il signor Joannes in una stessa categoria, in uno stesso gruppo. È la prima volte che si dimostra affine a qualcuno che non sia morto. Ed è una cosa molto positiva, un immenso passo avanti." Continua.
"Proseguiremo con la terapia, Signorina Evans, e spero che la cosa non la infastidisca troppo." Dice ancora.
"Si, mi infastidisce. Dottor Popper, cosa c'è di difficile da capire in ciò che dico? Perchè deve scavare sempre così a fondo, alla ricerca di significati nascosti che non esistono? Deve smetterla di mettermi in bocca sensi che non ci sono. Io non credo che Xav sia come me, non l'ho mai pensato. Io non mi avvicino nemmeno lontanamente al suo stato d'essere. E non parlo dello stato psicologico, non parlo della sanità mentale, non parlo dei farmaci che prende. Parlo di lui, nella sua interezza. Voi siete come le pecore di un gregge: non vi importa chi vi nutre, non vi interessa chi vi guida, finché troverete cibo e riparo, vi andrà bene, perchè sopravviverete.
Xav è più come un lupo: lui ha capito cosa la vita ha in serbo per lui, ed è intelligente, perchè sa da chi guardarsi e chi invece colpire." Spiego sicura di me, certa di aver messo bene in chiaro la situazione.
"E lei, signorina Evans? Lei che ruolo ricopre in tutto questo?"
"Oh no, io non ricopro nessun ruolo." Dico divertita. " Io osservo gli altri, e mi consumo fino a che di me non ne resterà che la voce."

-When The Lines Overlap.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora