Sweethearts.

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  "Dove mi porti?" La totale ed inconsapevole infantilità che raggiungo quando parlo con Louis, molto spesso mi spaventa. Ma stare con lui porta a galla degli stralci del vecchio me di cui farei volentieri a meno. Ero curioso. Sono ,davvero, troppo curioso. E adesso, conscio del fatto che il ragazzo dietro di me mi stia preparando una qualche specie di sorpresa mi incuriosisce, e non poco. Questo comporta una voce stupida, il trotterellare davanti a lui in modo stupido e il ripetere la stessa domanda ogni 3 secondi.
"Dove la porto, signorina?" Mi chiede prendendomi per un polso e facendomi sorridere. E' una chiara citazione di Titanic.
"Su una stella, mio caro Jack." Rispondo divertito mordendomi un labbro.
"Come siamo romantici, mia Rose." Continua a prendermi in giro scompigliandomi i capelli e abbassando la testa divertito, lasciandomi di sasso dietro di lui.
"Sarò anche la signorina della situazione, ma quello che fa' una brutta fine non sono di certo io, signor Dawson." Sottolineo con una punta di cattiveria.
"Ma di chi stai parlando, Haz?" Si volta verso di me e spalanca gli occhi in modo teatrale. "Noi siamo Harry e Lou, stop." Conclude spalancando le braccia e annuendo a se stesso. Poi ricomincia a camminare spedito per le viuzze terrose di Regents Park.
Ed io scoppio in una sonora risata per la sua ottima recitazione.
"Dio, così mi uccidi." Esclama prendendo un respiro profondo.
"Così come?" Lo raggiungo e gli do una gomitata leggera sul braccio.
"Così come ridi." Risponde schietto. Appoggiandosi ad un albero con la schiena.
"E come riderei?" Domando, anche se la risposta mi spaventa. Mi ha sempre spaventato sapere come la gente mi vede. Cosa pensa dei miei modi di fare, dei miei vizi, di tutto. E adesso attendere questo giudizio da Louis, è ancora più difficile.
"Quando ridi abbassi il viso, gli occhi si illuminano, muovi le mani..." Si inumidisce le labbra e riprende. "Ridi di gusto quando sei con me, e mi guardi, spesso, come se volessi condividere la tua felicità. E poi ti tocchi i capelli, la pancia. E diamine ti sembra possibile che trovi incredibilmente sexy la tua risata?"
Rimango in silenzio e lo guardo serio.
L'imbarazzo che comporta la mia ostilità verso i complimenti, viene del tutto declassato dallo sciogliersi lento e maledettamente piacevole delle ossa, delle mie ossa.
Le sue parole mi accarezzano il corpo, ma la cosa che manda ogni osso in fuoco è la consapevolezza che lui abbia notato questi piccoli particolari. Che sappia come rido. Che abbia capito qualcosa di me che la maggior parte dei miei conoscenti non sa.
Ci possiamo considerare ancora sconosciuti?
Posso considerare sconosciuto una persona che bacio, con cui esco e che incredibilmente penso di amare?
Magari per lui sono solo uno sconosciuto.
Magari pensa solo che sia una piacevole compagnia da sostituire appena possibile.
Magari sono solo uno dei tanti con cui vorrebbe fare sesso.
Ma si comporterebbe così?
"Praticamente eri bellissimo. Quando ridi sei bellissimo, sempre!"
Continua ripescandomi dai miei ragionamenti.
"Vuoi dire che adesso non sono bellissimo?"
"Nemmeno pensandoci bene riesco a trovare un momento in cui tu non sia stato bello." Risponde semplicemente alla mia provocazione. Per lui non esiste l'aria da duro dietro la quale mascherarsi, non esistono giri di parole per farti capire qualcosa, esiste solo dire le cose come stanno. Lui è quel tipo che se vede qualcosa che gli piace inizia a saltargli intorno in modo isterico per poi autoconvincersi a comprarlo, è quel tipo che ti guarda in faccia e non si fa problemi a dirti cosa sei, è quel tipo che sei hai una maglietta di merda te lo dice senza rimorsi. E' complicato. E' vero, sincero e complicato. Ed è questo che mi piace di lui.
"Mh..." Non riesco a smettere di pensare a quanto vorrei ribattere allo stesso modo, ma qualcosa mi frena. Sento come delle corde che mi impediscono di parlare come vorrei, perché io non sono come lui, io mi nascondo dietro delle mura che servono a proteggermi, ma che Louis Tomlinson ha saputo abilmente scavalcare. Io alla domanda "come stai?"ho sempre risposto "bene", alle persone che chiedevano come andava la mia vita rispondevo alla grande, quando della mia vita passata qui ha Londra, ho davvero poco da ricordare. Liam. Jem. E adesso ogni momento che riesco a vivere con Louis. Con un gesto secco strattono le corde ed esclamo. "Anche tu sei bello, davvero."
"Harry Styles in vena di complimenti stasera?" Mi guarda di sbieco e lo trovo stranamente sorridente e esageratamente su di giri. Sarà anche vero che per me è difficile esternare i miei sentimenti, ma quando lo faccio, lui mi apprezza. Lui continua a darmi tempo, quando qualsiasi altra persona non l'avrebbe fatto.
"Perché so che mi stai portando in un luogo buio e isolato dove prima abuserai di me e poi mi ucciderai, quindi voglio addolcirti."
"Per quanto possa essere leggermente maleducato dirlo, abuserei volentieri di te!" Dice ridacchiando per poi alzare le sopracciglia con fare infantile.
"In seguito bruceresti i miei resti?" Chiedo per niente preoccupato.
"Non credo proprio." Ghigna soddisfatto del mio essere rimasto impassibile, pensava che mi sarei spaventato? Lo conosco. E non ho paura di lui.
"Allora ti è concesso qualsiasi tipo d'abuso."
E con la stessa velocità a cui mi ha abituato, ma che ancora mi sorprende, mi tira per un braccio e mi bacia. Non ho il tempo di guardare intorno a me, e non vorrei nemmeno farlo. Non importa, vedessero, mi guardassero ricambiare il bacio di un uomo, notassero quanto a fondo respiri pur di imprimere il suo odore nei polmoni. Non m'importa.
L'unica cosa che davvero importa è la sua lingua nella mia bocca. Riesco a percepire le sue mani che si aggrappano ai miei capelli, le mie di mani che ispezionano le sue spalle, la sua schiena, e si fermano ai bordi dei jeans. Vorrei scendere, ma non so bene come comportarmi. Ed è ancora lui a salvarmi. Appoggia la sua mano sulla mia e scende, scende fin quando sento il suo fondoschiena tonico sotto le mie dita.
Porca puttana Eva.
Perfino i miei pensiero scandiscono ogni parola con minuziosità. Spingo il bacino contro il suo e a Louis scappa un gemito, colto alla sorpresa. Poi allontanandosi dalle mie labbra fa combaciare le nostre fronti, e fa sfiorare i nostri nasi.
"Styles noto che sessualmente non sei affatto timido."
"Questo non l'ho mai detto." Esclamo inumidendomi le labbra
Anche lui si passa la lingua fra le labbra. "L'ho notato bene." Sussurra contro il mio orecchio facendo rincontrare i nostri bacini. Posso stare cosi per un paio di strusciatine?
"Andiamo adesso." Fa levando qualsiasi malizia dalla voce, e distanziandosi alcuni passi da me.
"Non siamo ancora arrivati?" Domando cercando la sua mano.
"Non ancora, Haz." Mi stringe la mano con forza, facendo incastrare perfettamente le nostre dita. Sembra che siano state fatte solo per essere ricongiunte, una, dieci, mille volte ancora. "Ma manca poco."
"Cos'è quella espressione sognante?"
"Nulla." Fa disinvolto, scuotendo la testa e alzando le spalle.
"Tomlinson parla." Lo strattono leggermente e lui mi guarda ancora con il sorriso da orecchio a orecchio e lo sguardo tiepido.
Dovrebbe essere illegale. O per lo meno dovrebbe girare con un cartellone sulla schiena. 'Attenzione ai miei occhi, sono pericolosi.' La gente non si innamorerebbe di lui, non l'avrei fatto neanche io.
"Nulla, solo che mi hai preso per mano. E non ti sei guardato intorno. Nemmeno per un secondo."
"Ah.." Mi mordo un labbro e sento quel calore che prima galleggiava nei suoi occhi adesso intorpidire anche me. Alcune persone con due parole ti rendono felici, altri con interi monologhi ti istigano al suicidio. Louis mi rende felice con un sorriso.
"Noto tutto io." In tutta risposta stringo con più forza la mano e lui si volta per guardarmi, e sicuramente mi trova con una faccia da ebete, con il sorriso di un pazzo e con gli occhi lucidi. E questo sarà anche stupido, ma è dovuto al fatto che spesso mi chiedo se i suoi sentimenti siano andati avanti come hanno fatto i miei, mi chiedo se lui si fermi mai a guardarmi parlare o se ami sentirmi ridere, mi chiedo se mi riservi anche un minimo di tutta l'attenzione che io gli dono. E oggi sto avendo numerose conferme che mi stanno riempiendo il cuore di gioia, e rendendo le ossa flaccide come gelatina. "Sei bellissimo." Dice più a se stesso che a me scuotendo la testa. Continuiamo a camminare mano nella mano fra viottoli che non ho mai visto, non che ci sia stato molto spesso da queste parti, ma i parchi di solito non sono tutti uguali?
Stradine, bimbi che si rincorrono e vecchietti che danno da mangiare agli uccelli?
Be qui è diverso.
Queste stradine secondarie sono completamente silenziose, ma comunque trasmettono quell'alone di mistero e inquietudine che però ti fa venire i brividi. "Hazza?" Si ferma e lo capisco solo dall'avvicinarsi del suo respiro contro il mio viso. Siamo arrivati. Dove siamo? "Ti fidi di me?
"No." Rispondo secco. "E' quasi notte e potresti anche uccidermi."
"Ti fidi di me?" Mi bacia. Un bacio casto. Leggero. A fior di labbra "No, ma.." Mugugno ancora ad occhi chiusi.
"Ti fidi di me?" Le nostre bocche si incontrano, mi succhia il labbro superiore con una lentezza snervante, mentre mi accarezza i capelli con gentilezza. "Forse..."
Sorride contro le mie labbra "Ti fidi di me?" Si tuffa contro la mia bocca con più foga. Questo forse è il primo bacio che ci diamo con passione. Nulla a che fare con la dolcezza, con la gentilezza, con la lentezza, è tutto un correre, uno sfregare, un succhiare e un tirare. Fuoco. Tutto mi sta andando a fuoco. Forse sono proprio io il fuoco e lui è la mia scintilla. "Si, porca puttana, si."
"Chiudi gli occhi allora." Dice a pochi centimetri dalle mie labbra, e lo intravedo sorridere.
"Perché?" Mi bacia il collo per poi risalire su per la mascella, su per gli zigomi, poi sulla tempia e alla fine mi bacia sugli occhi. Mi lascia un bacio leggero su ogni palpebra.
"Perché te lo sto dicendo io, no?"
"E perché dovrei darti ascolto?" Apro un solo occhio e lo guardo interrogativo.
"Perché io non ti farei mai del male, Harry." Soffia il mio nome come se fosse qualcosa di altamente pregiato ed importante.
"Solita frase da donnaiolo, Lou."Ribatto. "Sii più fantasioso."
Mi bacia ancora una volta. Dritto in bocca, senza nessun preavviso. Sento il sapore di estate su queste labbra che mai mi stancheranno. Ogni bacio poi è diverso, come ogni carezza, ogni sguardo, e tutti, magicamente sembrano fatti su misura per me. Poi con ancora le lingue intrecciate prende una mia mano e se la porta sul petto. "Lo senti?" Si distacca troppo presto da me... "Per questo dovresti fidarti." Sento il suo cuore attraverso il maglione grigio, che segue una corsa leggera e a ritmo svelto, ritmo che combacia con il mio.
Gli lascio un altro piccolo bacio a stampo e sussurro un debole. "Andiamo, sono tutto tuo."
Sento le sue mani coprirmi gli occhi ed iniziamo a camminare a passo lento. Se prima era già abbastanza complicato avanzare, ora si sta rivelando impossibile. "Cadremo, lo sai?"
"Non è colpa mia se sei cosi alto." Lo immagino issato sulle punte delle sue Tom's azzurre.
"Vorresti dire che sia la mia?" Chiedo scioccato.
"Forse!" Risponde piccato. Scuoto la testa e inizio a giocare con il suo braccio. All'inizio voglio solo dargli fastidio, inizio a strofinarci il naso, a tirarci piccoli morsi, ma poi capisco di poter fare molto di più. Inizio a succhiargli quanta più pelle possibile, e a lasciare una scia di baci bagnati sul suo braccio.
"Harry..." Dalla voce sembra quasi rimproverarmi ma una volta che sento il suo petto contro la mia schiena e la sua erezione battere contro il mio fondoschiena, capisco che tutto abbia potuto fare, tranne che infastidirlo. "Siamo arrivati, e comunque prima o poi dovremmo sfruttare questa tua bravura con la bocca."
"Toglimi le mani da dosso, pervertito!" Dico ridendo, ritornando improvvisamente a vedere. Davanti a me tutta Londra si estende con un fascino abbagliante ed estremamente magnetico. Sembra una di quelle cartoline che collezioni da piccolo, quando sogni le vie affollate di New York, i grattaceli di Tokyo e la magia di Venezia. E la cartolina davanti a me disegna una Londra che si prepara alla notte, con il cielo di un magnifico viola tenue sfumato come dal migliore disegnatore di arancione. Chi si permetterà di dire ancora che Londra è grigia? Londra è colore, colore a qualsiasi ora del giorno. Londra è vita, da qualsiasi prospettiva la guardi. Londra è casa. Poche nuvole e molte rondini riempiono questa macchia e all'orizzonte credo di intravedere i grattacieli di Canary Wharf e svetta già illuminato il London Eye. La vista è mozzafiato, anzi molto di più. Per non parlare poi delle sue mani che si muovono lente sulle spalle ed il respiro caldo sul collo. "Mio dio è fantastico qui."
"Siamo a Primrose Hill, a 78 metri di altezza, tutta Londra è ai nostri piedi..." Rimango ancora immobile troppo stregato dalla situazione. "E tu sei ancora più fantastico di tutto questo." Ma le sue parole sono capaci di strapparmi via da qualsiasi bel luogo, per trasportarmi in qualcosa di ancora più bello. Giro la testa e trovo il suo viso a pochi centimetri dal mio e gli lascio un bacio sulla tempia. "Vieni qui." Mi prende per mano e mi porta poco lontano dove noto un laghetto di pochi metri illuminato da alcune lanterne che conferiscono un'atmosfera magica. A poca distanza una catasta di cuscini colorati e alcune birre.
"Cosa hai combinato?" Domando abbracciandolo di slancio e mordendomi un labbro. "Dio, Dio, Dio è fantastico!"
"Niente di che" risponde compiaciuto "solo qualche cuscino."
Vorrei urlare al mondo di non disturbarmi, perché sto vivendo un momento meraviglioso, e lo urlo baciandolo.
Ci potrebbero essere decine di persone ma mi importerebbe davvero poco, chi ha deciso cosa è la normalità?
E se fosse normale anche l'essere anormali?
Se rientrasse tutto in un disegno molto più grande?
Non importa.
So, perlomeno, che se verrò punito per questo bacio, se tutto questo fosse davvero sbagliato, di farlo con la persona giusta.
Perché sarei pronto al fuoco più caldo e al gelo più intenso solo per sentire Louis così vicino, per sempre.
"Questa versione di Harry Styles mi piace parecchio." Sussurra con il mio labbro fra i denti e gli occhi troppo vicini per essere ignorati. Com'è che ogni volta che incontro questi occhi il cuore mi esplode?
"Quale versione?" Esclamo baciandogli la mascella e mordicchiandogli l'orecchio.
"Quello che non si nasconde." Ringhia rimpossessandosi delle mie labbra e facendomi cadere sui cuscini.
"Ringrazia che sia caduto sul morbido." Dico fintamente arrabbiato, ma ciò che vedo fa passare ogni voglia di ridere, giocare, qualsiasi cosa. Louis è posizionato fra le mie gambe leggermente spalancate con un'espressione furba e gli occhi pieni di malizia. E lo bacio. Mi bacia. Ci baciamo ancora e ancora.
Prendere aria sembra quasi inutile, tutto fuori è lontano, scostante, non fa per me. Perché mi bacia come ho sempre sognato di essere baciato, ma non ho mai capito che quello che desideravo fosse la pelle ruvida contro il viso, le mani grandi fra i capelli ed il suo cuore che batte contro il mio. Non l'ho capito fin quando non ho incontrato Louis, adesso appare tutto così chiaro.
"Lou, noi cosa siamo?" Domando scostandomi leggermente dal suo viso e trovando nei suoi occhi lo stesso calore che sento scorrermi sulla pelle.
"Mh, non lo so." Scuote la testa e si posiziona meglio puntando i gomiti ai lati della mia testa, come siamo finiti stesi? "Due ragazzi?"
"E poi?"
"Ho capito." Esclama prendendo un respiro profondo. "Harry non preoccuparti, non ti chiederò nulla di più, okay?" Si allontana e si siede lontano da me, rubandosi un cuscino.
"Vieni qui..." Dico tendendo la mano verso di lui.
"No, sto correndo troppo. E tu non devi venirmi dietro. Io sono così, un po' una testa di cazzo." Dice gesticolando. "E' che non so darmi bene una misura...scusami."
"Scusami?" Sorrido e porto le mani dietro al collo. "Louis questa è la miglior serata della mia vita. Diamine probabilmente passerei l'intera vita su questa collina, con te."
"Vieni qui, Hazza." Protende verso di me le braccia ed io mi ci tuffo a capofitto, forse domani ripenserò a tutto questo e mi darò dello sciocco, forse mi pentirò di tutto quanto, ma adesso non importa. Adesso sono con lui, ed il resto potrebbe anche sparire, inghiottito da qualche corrente gravitazionale, ed io stenterei ad accorgermene. "Stai con me e non andare mai via." Mi stringe in un abbraccio così, esistono aggettivi per questo?
Sento le catene, quelle che ancora mi tenevano prigioniero, spezzarsi sotto la potenza di questo abbraccio.
Perché io credo nella potenza degli abbracci, in quelli belli, da toglierti il fiato, in quelli che ti imprimono l'odore fin dentro le ossa e quando l'abbraccio finisce senti ancora quel calore inondarti la pelle, credo negli abbracci che ti fanno dimenticare le brutture del mondo. E, ascoltatemi, questo è uno di quegli abbracci.
"Che abbraccio da orso!" Esclamo contro il suo petto, beandomi dello scandire preciso del suo respiro contro la mia guancia.
"Sai che mia madre da piccolo mi chiamava Boo Bear? Sono sempre stato un orsetto!" Ribatte divertito accarezzandomi i capelli.
"Il mio Boo..." Sussurro contro il suo collo.
"Harry perché mi hai chiesto cosa siamo?" Mi circonda il viso con le mani calde e non ho più via di scampo.
"Perché non siamo fidanzati, e nemmeno amici." Dico giustificandomi senza buoni risultati, il suo viso così vicino è davvero un inconveniente. Un inconveniente davvero piacevole, ma dobbiamo sicuramente incolparlo della mia mancanza di parole. "E non siamo conoscenti, tantomeno estranei. Quindi cosa siamo, Boo?"
"Siamo io e te." Il suo respiro mi finisce dritto in faccia e come al solito porta un sapore di arance, di frutteti, di buono. "Abbiamo per forza bisogno di un'etichetta?"
"No, io e te." Sorrido. "Mi piace." Lo bacio. "Ora apriamo queste birre che mi stanno implorando di essere bevute." Esclamo appoggiandomi meglio contro di lui, e svitando i tappi a due bottiglie, per poi passargliene una. "Un cin cin a te e a me, insieme." Urlo facendo scontrare le bottiglie e cercando il suo viso. Ha un sorriso enorme, gli occhi chiusi a fessura e la barbetta che conferisce all'aria del bambino di 4 anni un po' di maturità.
"Guarda!" Esclama interrompendo il silenzio che ci eravamo concessi per assimilare quello che stava accadendo. "Il tramonto."
"Si..." Dico disegnando dei ghirigori sulla sua mano appoggiata sulla mia pancia. "Bellissimo."
"Guardalo." Sussurra contro il mio orecchio.
Alzo lo sguardo ed il sole è ormai basissimo ed il cielo sta gradualmente diventando buio. Blu.
Blu come gli occhi del ragazzo che mi sta abbracciando.
Che mi sta permettendo di guardare al presente e al futuro, senza farmi condizionare da nient'altro.
"Non guardare il sole, lui sta finendo..."Sussurro. "Alza la testa!" Entrambi con i nasi all'insù e lo sguardo perso nell'infinità delle stelle, notiamo la Luna. "Guarda, la Luna c'è a qualsiasi ora del giorno, ma noi ci accorgiamo di lei solo di notte."
"Si dice che ognuno di noi sia una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessun altro, qual è il tuo?" Spiazzante. Ecco quello che più mi affascina e mi preoccupa di Louis. Non sai mai come possa reagire ad una tua affermazione e come possa rispondere ad una tua domanda.
"Non ho lati nascosti." Mento spudoratamente, non guardarlo in faccia è davvero d'aiuto in questo momento. Perlomeno non ho i suoi occhi che mi scavano nell'anima.
"Perché ti ostini a mentirmi?"
"Non ti sto mentendo, Lou. Dovrei per forza nasconderti qualcosa?"
"Non parlo di cosa nascondi a me. Parlo di cosa nascondi al mondo." Questo ragazzo, a differenza di Liam, mi capisce e non sa nulla della mia vita. Eppure sa che qualcosa in me non andava, o forse non va ancora.
"Nulla.." Mento, per quanto possa piacermi questo ragazzo, per quanto possa pensare che quello che provo per lui sia amore, non posso confidargli tutti i miei segreti, confidarsi significa essere vulnerabili, no? O forse sarebbe la volta buona per scaricarmi di questi fardelli che mi porto dietro?
"Hazza io ho visto come ti comportavi. Quell'armatura che indossavi per proteggere te stesso, qualcuno, qualcosa. Di cosa avevi paura Harry Styles?"
"Ho sempre avuto paura della gente, Boo." Contro ogni mia volontà la verità esce fuori. Perché più di tutto io avevo paura, anzi ho paura, di cosa possa farmi la gente. Ma se tu sei forte la gente non è in grado di scalfirti, non può farti male, non può lasciarti solo. Anche se stai fingendo loro non lo sapranno mai. E ti fingi forte, disegni nella mente delle persone quello che vorresti davvero essere, delinei i contorni di un ragazzo forte, menefreghista, algido e insensibile a tutto se non al proprio piacere. "La gente è cattiva, le persone ti promettono la luna e alla fine ti lasciano solo nel fondo del pozzo."
"Chi è andato via?" Le sue mani sono gentili, il suo cuore batte calmo ed il mio si sta abituando alla sua andatura andate, con naturalezza.
"Tutti." Soffio. Non gli parlerò ancora di mia madre, di mio fratello. E di quel padre che a malapena ricordo. Non é il caso. E poi tutta la storia la sa solo Liam. "Solo un ragazzo mi è rimasto accanto. Sempre. Qualsiasi cosa dicessi, qualsiasi gesto compiessi. Lui è rimasto. Ed è il mio faro guida, per quanto mi scocci ammetterlo. Il filo conduttore che mi lega al resto del mondo."
Liam Payne è quella fottuta persona che ti dona la speranza che qualcosa di buono ancora al mondo ci sia, perché è capace di sorrisi e di buoni gesti per chiunque, è presente e mai asfissiante, l'unico che qualsiasi cosa accada c'è sempre, ed è sempre stato così, solo che quando hai sofferto troppo, vedi la bontà come mancanza di intelligenza, non come intelligenza suprema.
"É davvero fortunato questo tuo amico."
"Perché?" Chiedo girando la testa per guardarlo, ma lui sta fissando il lago, ed è perso in dei pensieri tutti suoi, con il sorriso sulle labbra e gli occhi lucidi. "Per essersi preso parecchi pugni e molte fregature da parte mia?"
"Perché parli di lui come se fosse la persona più pura di questo Mondo. Ne parli come se fosse il tuo salvatore."
"Sono io ad essere fortunato... E tu, Boo? Di cosa hai paura?"
"Smettila di chiamarmi così, prima di tutto. Secondo ho paura di molte cose ma allo stesso tempo di nulla. Ho paura del silenzio, della solitudine, del vuoto. Ho paura dei ragni e delle lucertole. Ma non ho paura di vivere. Perché ho capito in questi anni che non sai mai quando potrà finire tutto. Non sai quando sarà l'ultima volta che guarderai il sole, quindi ogni volta lo faccio come se fosse l'ultima."
"Ora capisco." Tutto ritorna, nulla di così romantico come un colpo di fulmine nei miei confronti, solo voglia di vivere il presente.
"Cosa? Non trarre conclusioni affrettate." Mi dice, tirandomi per un orecchio.
"Perché quel giorno nel bar mi hai chiesto di sposarti?" Faccio scorrere le mani fra l'erba e lo sguardo sulla superficie dell'acqua. Non lo guardo in faccia. Ho paura di leggerci qualcosa. Ma cosa?
Il pentimento o l'amore?
Cosa farebbe più male?
Vederlo scansare il mio sguardo intimorito da mio interesso o cercare le mie mani smaniose di qualcosa di più?
Probabilmente la prima.
Forse mi ucciderebbe.
"Perché sei bello." Esclama semplicemente. "Sei così bello che mi ero ripromesso che un giorno avresti fatto parte della mia vita." Dice queste parole incatenando i nostri occhi, fermandomi il viso da sotto il mento, così da impedirmi di scappare.
"Ne troverai altri mille più belli di me..." Sussurro non riuscendo a staccare gli occhi dal suo viso perfetto. Alza le sopracciglia, inarca le labbra e ghigna risoluto.
"Nessun altro sarà mai te però." Risponde alla mia leggera provocazione con calma e dolcezza.
Dolcezza che mi dilania il cuore.
"Nessuno scuoterà la testa come fai tu, nessuno alzerà gli occhi al cielo nel modo adorabile come in cui lo fai tu, nessuno mi guarderà con quel misto di paura e adorazione, nessuno dal primo momento rapirà ogni mio pensiero." Continua come se non bastasse. "Nessuno mi farà sentire come se fosse la volta buona,
lo sbaglio giusto."
Vorrei chiedergli come possa essere così certo, vorrei capire cosa lo renda così sicuro da permettersi di dire questo, ma riesco solo a sussurrare. "Perché sarebbe lo sbaglio giusto?"
Lui rimane in silenzio, impegnato a giocare ancora con i miei capelli. "Cioè perché lo chiami sbaglio?"
"Perché molti lo chiamano ancora così. Perché delle volte penso anch'io che sia così. Siamo contro natura, no?"
E' calmo. Parla del suo essere considerato un qualcosa di deviato con tranquillità. Questo è il suo modo di fare. Esuberante e pacato. Louis è il pantalone rosso e la voce squillante, come il maglione grigio che indossa adesso e il cuore che scalpita contro la mia schiena.
"Si, ma tu sei così... tu non hai problemi a mostrarti per ciò che sei." Quanto l'ho odiato perché avrei voluto essere come lui? L'ho invidiato, ho invidiato la sua forza, il suo coraggio.
"Mio piccolo Hazza, non è mai facile essere additati come il figlio del diavolo." Questa volta sono io a rimanere in silenzio, quindi non sarà mai facile? Mai potrò essere considerato normale.
Ma perché adesso non sento di sbagliare?
Mi sento in pace con il mondo, che a lui vada bene o meno.
"Londra è vivace, Londra è all'avanguardia. Ma fino a qualche anno fa quanti uomini vedevi mano nella mano?!" Pone una domanda retorica alla quale tutti sappiamo rispondere. "Adesso le cose sono cambiate però. Perché pensaci, prima erano i bambini con i capelli rossi, poi le donne non sposate e alla fine gli uomini di colore, ad essere errori di Dio. Adesso ci si è evoluti, no?"
"Si." Faccio convinto. Questa prospettiva mi piace. I suoi punti di vista mi piacciono sempre.
"Essere diversi ha sempre spaventato la massa, ma io non mi priverò di tutto questo."
"Di cosa?" So bene la risposta, ma voglio sentirlo uscire dalle sue labbra, e lo guardo negli occhi, speranzoso che non mi deluda.
"Di te. Di me. Di noi." Risponde ovvio. "Certe volte mi guardi con tale intensità da farmi battere il cuore così forte che l'unica paura che ho, è che lo senta anche tu." Mi mordo le labbra e sento ogni muscolo rilassarsi e perdere il contatto con il mondo, lui mi accarezza il viso e riprende. "Io sto bene con te, del resto non m'importa."
"Ecco perché mi piaci così tanto." Dico voltandomi completamente senza mai lasciare i suoi occhi, posizionandomi a cavalcioni su di lui.
"Ti piaccio così tanto?" Domanda passandosi la lingua sulle labbra e circondandomi il collo con le braccia.
"Molto, molto di più." Sussurro ormai troppo vicino al suo viso.
E senza nemmeno sfiorarci capisco che per quanto mi sia rifiutato di crederci, per quanto mi sembri assurdo, io in questa situazione ci sto affogando, e credetemi se vi dico che i suoi occhi sono allo stesso tempo i miei salvagenti e la mia rovina più grande.
Perché ha addosso l'odore di buono, l'odore del sole, quell'odore che avrei per sempre associato a lui.
E non trovo le parole.
Non trovo i giusti aggettivi per descrivere la sensazione che mi attanaglia lo stomaco in questo momento.
Perché mi piace, mi piace da morire, anche se morire è una cosa brutta. Mi piace come mi piace l'estate, mi piace come mi piace abbuffarmi di sushi, mi piace come mi piace scartare un regalo.
Mi piace da farmi bene, da farmi stare bene.
E sarà amore, sarà qualsiasi cosa, ma sicuramente è la miglior cosa che mi sia mai capitata.
"Harry Styles vuoi diventare il mio fidanzatino?" In mano ha un filo d'erba, annodato in modo da formare due cerchietti e mi pone questa domanda accostando l'anellino alla mia mano destra.
"Mi stai prendendo per il culo?" Chiedo allontanandomi e pizzicandogli un fianco.
"Mai stato più serio." Ribatte. E lo vedo nei suoi occhi che è convinto, per lui questo filo d'erba, questa promessa vale più di ogni altra cosa. "Ti chiedo semplicemente di vivere questa cosa con me. Di ritornare a casa con il mio profumo addosso, di pensare a me la notte prima di andare a dormire, o magari di dormire semplicemente abbracciati. Ti chiedo di parlare, tanto. E di ridere ancora di più. Ti chiedo di baciarmi, di raccontarmi di te e di tenermi per mano per quanto tempo vuoi. Ti chiedo di scompigliarmi i capelli per poi rimetterli a posto. Ti chiedo di crederci, perché siamo vivi, ed è questo il momento di farlo."
Parto alla ricerca delle sue labbra, e le incontro a metà strada.
Inaspettatamente abbiamo viaggiato verso un unico obiettivo.
E una volta raggiunto sento il solito sapore di sole, il sapore dei sogni, il sapore d'amore.
Il sapore delle nostra vita, insieme.
"Lo voglio, voglio tutto di te. Voglio te."
Così continuiamo a baciarci, a parlare e a correrci incontro senza nessuna tregua, perché quando di mezzo c'è l'amore, ci si può comportare anche in modo stupido, ma ogni caduta non sarà mai abbastanza profonda da impedirti di conquistare il podio.
Ed il podio adesso è il suo cuore, che sarà mio.
Perché nei suoi occhi leggo i miei stessi sentimenti, perché ci guardiamo e non sappiamo ancora cosa siamo, dove andremo e cosa sarà di noi, ci guardiamo e sappiamo solo di voler stare insieme. Così mi lascio completare da lui, lui che mi rende la persona giusta, nel posto giusto, al momento giusto.
Perché questo è quello che ho sempre cercato, questo è forse il momento di combattere per scoprire me stesso?
Mi scopro scoprendo lui.








AUTRICE ORIGINALE : Buonasera persone!
Vi ricordate ancora di me?
Ho quasi una settimana di ritardo ma tanto amore da distribuire a tutte voi.
Avete tanto agognato il Larry e adesso è tutto vostro.
Lo scorso capitolo è piaciuto meno rispetto agli altri, spero che questo sappia colpirvi ed essere di vostro gradimento.
Ah, ultima cosa, voglio e devo ringraziare il mio principe azzurro per essere così d'aiuto in questa storia. E' anche grazie a lui se esistono questi Harry e Lou.
Quindi biondo non solo sarai il mio modello, ma sei anche la mia fonte di ispirazione. 
Grazie mille a tutti.
Grazie a chi perderà tempo a lasciare una piccola recensione, e grazie anche a chi leggerà silenziosamente.
Un bacio.

-Allen

If possible, I would marry you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora