Love.

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  "Cosa stai facendo?" Nonostante sia la metà Marzo, il clima di Londra continua ad essere profondamente incerto, e se fino a stamattina c'era un bel sole, adesso piove a dirotto.
Piove su di un ragazzo con le spalle incurvate e la felpa un tempo blu cobalto improvvisamente nera.
Piove su di un ragazzo parcheggiato malamente sul marciapiede di una delle città più belle del mondo.
Piove su di un ragazzo e non ha nessuna intenzione di smettere.
"Aspetto." Risponde con la voce tranquilla, pacato, sembrerebbe quasi sereno. Ma io la noto una piccola differenza. Manca la scintilla. Perché se lui ti parla, brilli. Brilli magari di quella luce riflessa, come fa la luna, ma diamine, brilli. E per un attimo ti senti bene, va tutto bene. Ma ora non è così. Questo è Louis. Ma gli manca quel pezzo del puzzle che tanto lo rende speciale ai miei occhi.
"Cosa stai aspettando?" Perché ogni domanda che gli pongo mi sembra così stupida una volta uscita dalle mie labbra? Cosa aspetta? Cosa potrebbe aspettarsi un ragazzo dopo che ha litigato con il suo migliore amico perché quest'ultimo pensa che io possa farlo soffrire mentre lui si ostina a pensare che io sia buono?
Un abbraccio o magari una promessa di eterno amore.
Ma io so che non farò nulla di tutto questo, come penso lo sappia anche lui, rimango inerme dietro di lui fissandogli la schiena, colpito da come le gocce lo scelgano per terminare le loro vite.
Anche loro sono attratte da lui.
"Non lo so." Risponde come se gli avessi chiesto cosa desiderasse a pranzo. Pollo o pesce? McDonald o Burger King? Lui non lo sa.
Lui che ha sempre le idee così chiare, non lo sa.
"Piove." Esclamo come se non fosse già troppo chiaro. Anche io ormai sono abbastanza bagnato da sembrare appena uscito dalla doccia e solo adesso mi siedo accanto a lui, facendo ben attenzione a non sfiorarlo nemmeno. E non perché non voglia o perché mi vergogni, ma perché sento che potrei distruggere il traballante equilibrio che si crea intorno quando le cose non vanno bene. Perché Louis è forte. Forte più di chiunque altro abbia mai conosciuto. Ma non è fatto di quella forza intoccabile, algida e spaventosa, lui è fatto di quella forza più sottile. Quella che si nutre dei baci sulla fronte e dei sorrisi con i denti in bella vista, delle battute mai troppo velate e del battere frenetico dei cuori. Si nutre di momenti vivi, inaspettati, di emozioni forti, di quelle che ti tolgono il fiato. Si nutre di quello che la maggior parte del mondo trova stupido o forse scontato, ma che per lui è un bisogno primario, si nutre di felicità. E quando questa felicità traballa, si attacca ai ricordi che l'hanno fatto stare bene, ma che adesso sente incredibilmente lontani, e ce la fa. Ce la fa ogni volta a riprendersi. Lo vedo in questi occhi che adesso fissano le macchine che sfrecciano veloci a pochi metri da noi. E quasi lo invidio. Ha tanta forza, non trovate? La forza di mille uomini, la forza che io continuo a cercare e che forse, adesso mi ha trovato.
"Non importa." Sussurra, poi però mi guarda e sorride. "Sei davvero una persona orribile."
"Perché?" Domando colto alla sprovvista. Ancora una volta non riesco a prevedere le sue mosse. Ancora una volta rimango stregato dal suo rialzarsi così velocemente. Quando è uscito dal bar era distrutto. L'ho sentito dalla sua voce, si è sentito tradito dall'unica persona che poteva dargli sostegno, il sostegno che ancora io non sono pronto a dargli.
"Perché non sei in grado di consolare una persona triste."
"In compenso so cucinare." Ribatto cercando di fermare le mie mani che vorrebbero toglierli i capelli dal viso.
"E questo a cosa servirebbe?" Scuote di nuovo la testa e sorride, sorride come se i pezzi si stessero rimettendo al posto giusto. Come se avessero trovato il modo per combaciare alla perfezione.
"A riempirti la pancia?" Chiedo mordendomi un labbro e guardandolo di sbieco.
"Non credo serva a molto quando litighi con il tuo migliore amico." Risponde lui con molta naturalezza. Sempre la solita calma che ti porta a pensare che si parli di qualcosa di estremamente leggero, ma che in realtà per lui leggero non è.
Il ragazzo che è dentro al bar per Louis è qualcosa di davvero importante, e per quanto mi scocci ammetterlo anche lui per Zayn è fondamentale. Lo vedo da come lo guarda. Da come parla di lui.
Si vogliono bene.
Qualsiasi cosa siano.
"Mangiare serve sempre." Dico come se fosse qualcosa di scontato. "Sei triste? Mangi. Sei felice? Per festeggiare, mangi. Non sai cosa fare? Mangi."
"Si mangia sempre in pratica?" Ribatte con un bel sorriso stampato in faccia e gli occhi leggermente lucidi. Un tuono però fa rombare la città e Louis chiude gli occhi e mi sembra così terribilmente piccolo.
"Giuro, passerei tutta la notte con te al mare." Esclamo e lo vedo spalancare gli occhi e guardarmi come se fossi caduto da qualche navicella spaziale e non sappia catalogarmi in nessuna specie.
"Sei assurdo." E sorride. Sorride di quei sorrisi che ti accendono il cuore. Sorride e ti rendi conto che non esiste luogo migliore al mondo per esistere. "Sei davvero strano."
"Vedi che la brutta persona almeno di fa sorridere." Una vocina nella mia testa è sul punto di implorarlo di sorridere sempre così, perché quando sorride è più bello, perché quando sorride vorrei farlo anche io, preferibilmente senza sembrare incredibilmente stupido, perché quando sorride ogni sciame di farfalle che mi provocano i suoi occhi viene trucidato dai maremoti che causano i suoi sorrisi, ma rimango in silenzio e lo guardo sorridere.
Va bene così.
"Okay. Un punto alla persona orribile."
"La smetti di chiamarmi così?" Gracchio con la voce di un bambino di cinque anni.
"Oh il mio piccolo Hazza." Dice con la voce dolce e gli occhi puntati su di me.
"Amo quando mi chiami così." Sussurro a voce fin troppo bassa, guardando fisso difronte a me.
"Così come?"
"Hazza." Dico a bassa voce fissandomi le scarpe ormai zuppe. E per quanto le lettere messe insieme siano le stesse, e anche la sequenza in cui le sistemo sia uguale, il risultato non è lo stesso. Lui lo fa con più grazia. Dedizione. Amore?
Significa osare troppo chiamare amore questo sentimento che ci lega?
"Perché?" Domanda imperterrito. Lui non ha paura delle risposte.
"Perché così non mi ha chiamato mai nessuno." Rispondo io lasciando cadere le ormai basse barriere. "Ci saranno migliaia di Harry, probabilmente decine di Harry Styles, ma quanti Hazza ci sono?"
"Solo uno e sei solo mio." Esclama circondandomi le spalle con un braccio. "Ilmio piccolo e timidissimo Hazza."
"Non sono timido." Ribatto alzando gli occhi ed incontrando il suo sguardo carico di blu fisso su di me.
"Ti sei imbarazzato perché mi hai detto che ami quanto ti chiamo hazza, figuriamoci..." Alza un sopracciglio e noto la leggera allusione, ma poi riprende. "Dov'è finita tutta quell'aria da duro?"
"Andata via con la mia eterosessualità." Rispondo consapevole di spiazzarlo, appoggiando la testa sulla sua spalla facendo un lungo e profondo respiro.
Sa di sole.
Il sole in mezzo alla pioggia.
Il fiore fra la neve di Dicembre.
E per cogliere quel fiore spengo il cervello e mi lascio guidare dal cuore.
Lo bacio sul marciapiede di un bar nel centro di Londra.
Lo bacio e nessuna paura è più forte del battere frenetico del suo cuore che si unisce al mio.
Così capisco che non è più il momento di sopravvivere, è il momento di vivere e di nuotare, non più di rimanere a galla.
Perché adesso io non stringo solo il suo corpo, le sue braccia.
Non tocco solo la sua lingua, i suoi capelli.
Io adesso abbraccio la sua anima, e sono convinto che mai sarò stanco di farlo.









"Paaayne" Urlo spalancando la porta con un calcio avendo entrambe le mani occupate. Quattro birre sono il mio bottino. "Il tuo amico finocchio è arrivato, pronto per la pedicure?" Faccio velocemente un tiro alla sigaretta e mi lascio invadere da quel senso di benessere che come al solito porta, per un solo secondo, poi mi guardo intorno e lo trovo sul divano a gambe incrociate.
"Styles..." La sua faccia è un groviglio di emozioni. É perplesso, schifato ma anche incredibilmente divertito. "Quante te ne sei bevuto per essere già in questo stato?"
"Sono sobrio." Ribatto posando le birre sul tavolo e godendomi un altro tiro della sigaretta. "Sobrio e felice."
"Cosa succede?" Chiede andando ad aprire velocemente la finestra.
"Louis e Zayn si sono lasciati." Faccio con un sorrisone a trentadue denti e l'aria sognante. Non che questo mi avesse impedito in passato di passare del tempo con Louis, ma adesso sono più leggero. E' più facile idealizzare la cosa. Insieme.
Io e Louis potremmo stare insieme. Un giorno. Un giorno ci ameremo, magari.
Mi amerà.
"Davvero?" Gli occhi del mio amico sono spalancati e gli scappa perfino un sorriso, ma subito si morde il labbro interdetto. "Non dovremmo essere felici."
"E perché mai?" Chiedo scioccato e perfino stupito dalla sua mancanza di allegria. "Cazzo ti ho appena comunicato che il ragazzo che ti piace è ritornato in piazza e tu mi smonti così."
"Perché non si ride delle sfortune degli altri." Trovare aggettivi per Liam Payne sarebbe uno spreco di forze. Troppo buono. Altruista. Coglione. Semplice come bere un bicchiere d'acqua.
"Machicazzosenefotte." Dico velocemente svitando i tappi a due birre e passandone una a Liam. "Vorrei dedicare questo cin cin a Louis e Zayn che finalmente si sono lasciati!" Urlo solo io facendo scontrare le bottiglie e tracannando subito dopo una lunga sorsata. "É il nostro momento amico. Cioè il mio è stato parecchio tempo fa, anzi che dico è sempre il momento di Harry Styles." Mi contraddico nel raggio di alcuni secondi e lui sorride, poi spengo la sigaretta in un posacenere a forma di pino. "Ma sai che natale è passato da qualche mese?" Chiedo scoppiando in un risolino.
"Tu ti sei drogato." Liam mi osserva ed io di tutta risposta sorrido e lo guardo divertito. "Non ti vedevo cosi, Dio da quanto non ti vedo cosi..."
"Parecchio, te lo concedo." Esclamo con nonchalance, facendogli segno con la mano.
"É l'amore." Ribatte lui convinto portando la birra alle labbra e sorridendo sotto i baffi.
"Smettila." Urlo bevendone un altro sorso. "Ci stiamo conoscendo, non siamo sposati."
"Aspetta per amare bisogna essere sposati!?" Domanda divertito, prendendomi in giro.
"No?" Chiedo con una faccia perplessa, arricciando il naso.
"Coglione!" Fa con tranquillità, scrollando le spalle.
"Mi piace, okay?" Mi passo una mano fra i capelli e riprendo con calma. "Sto bene con lui e sono felice. Stop." Mi piace perché quando gli parlo dei miei tormenti mi guarda con gli occhi tiepidi e le mani inquiete, che mi accarezzano con gentilezza. E poi quando vede che è troppo, quando capisce che sono sull'orlo, mi bacia. Mi piace perché quando mi guarda sento che potrei impazzire e prendere improvvisamente fuoco. Mi piace perché penso che la mattina svegliarsi con lui accanto sarebbe più bello. Mi piace perché sarebbe il mio cd preferito in un negozio di dischi. E' questo l'amore? Non lo so. E forse non ho nessuna fretta di scoprirlo.
Scoprirlo cambierebbe le cose? Avendo la certezza di amarlo sarei pronto a correre per strada e baciarlo senza prima guardarmi intorno? O forse sarei pronto ad allontanarmi da lui?
"Stop un bel paio di palle." Dobbiamo proprio dargli ragione Harry? Cerchiamo di stare dalla stessa parte no? Cervello e cuore insieme per una volta, non sarebbe affatto male.
"Liam Payne perché non riesci a rendere volgare nemmeno una bella parolaccia?" Sdrammatizzare mi viene così facile stasera che non mi blocco nemmeno più, sono un treno. E ritrovo parti di me che avevo perso. Ritrovo la battuta pronta, l'essere sarcastico che tanto faceva impazzire mio fratello, il mio continuo contraddirmi...è questo che fa l'amore? "Cioè non lo so, sei troppo moscio."
"Fanculo styles."Risponde piccato. "E tu sei troppo innamorato."
"Ma cosa cazzo dici?" Starnutisco e lo fisso mentre lui fissa me.
"Come hai fatto ad ammalarti?" Questa per tutti sarebbe una domanda davvero stupida ed insensata, ma per me che giro nudo per tutto il tempo, a qualsiasi temperatura sfidando il freddo per troppi giorni all'anno non ammalandomi da troppo tempo, è una domanda con i giusti controcazzi. " Di solito hai una salute di ferro." Nota tutto sto ragazzo. Non gli si può nascondere nulla.
"Hai ragione, ricordi quando uscivo nudo sul balcone per non andare alle cene con i miei parenti?" Una miriade di ricordi mi affannano la testa e per un secondo rivedo me e mia madre correre per casa con lei che mi implorava di vestirmi ed io che mi ostinavo a rimanere in boxer.
"Si, ma non ti sei mai ammalato. Come mai questo raffreddore!?"
Le domande investigative mi stanno iniziando a dare fastidio, ma come posso ignorare o rispondere male all'unica persona che si è presa cura di me negli ultimi cinque anni? Starnutisco ancora e mi alzo in cerca di un fazzolettino.
"Oggi sono stato sotto la pioggia per un'oretta. A mezzemaniche." Rispondo come se fosse una cosa normalissima.
"Perché sei cosi incredibilmente stupido?"
"Sono stato con Louis." Rispondo come se potesse suonare come una giustificazione ad ogni gesto insensato.
"Dovevo immaginarlo." Esclama scuotendo la testa divertito. "Vi siete rotolati nell' erba e avete fatto finalmente sesso selvaggio?"
Questa volta sono io a scuotere la testa e a far schioccare la lingua. "Quando sarà, faremo l'amore." Dico convinto, poi rendendomi conto della mia affermazione. Amore. Fare l' amore comporta essere innamorati. Comporta mischiarsi le ossa, la pelle, le voci, e poi non ritrovare mai più i pezzi giusti. Sono pronto per l'amore?
Amore. Amoreovunque.
"Sei cosi stupido che forse non c'è nemmeno gusto a prenderti per il culo."
"Simpatico." Dico guardandolo male. "E tu?" Cambiare argomento è sempre utile nella vita. Utile e incredibilmente importante. "Mio amico gay, come te la passi?
"Fare boxe è sempre un piacere." Esclama sorprendendomi. "Ma qui non si parla di me. Ti stai innamorando."
"Io? Ma è troppo presto" Anche essere bugiardi serve a molto.
Potrei dire a Liam che sono convinto che la semplice attrazione e l'interessa si stia trasformando in altro, potrei dirlo senza fare alcun giro di parole. Ma cosa comporterebbe? Significherebbe dirlo ad alta voce. E ad alta voce i castelli di sabbia cadono.
"Harry non esiste l'amore che sboccia solo dopo 2 anni." Sbotta. "Esiste il colpo di fulmine. Esiste l'amore estivo. Esiste l'amore fraterno. Esiste l'amorevero. Esiste l'amore ossessivo. Esistono tanti tipi d'amore." Spiega come si farebbe ad un bambino piccolo. "E tu ti puoi catalogare fra il colpo di fulmine e l'amore vero."
"Cosa?" Domando scioccato. Si nota così tanto? Non può essere. Qualcuno diceva che amare è sentirsi salvi al sicuro. E lui mi ha salvato.
Amore è ridere, no? E lui riesce a farmi cogliere ogni sfumatura della vita e a rubarmi un sorriso. Amare è cantare, urlare, ballare, sognare, no? E lui...
"Oh diamine Styles si vede da come ne parli." Spiega con fare esageratamente cinico, ma allo stesso tempo paziente. "Sembra un dio sceso in terra sto ragazzo. Come minimo ha la gobba ed il naso storto."
"É bellissimo." Lo fulmino con lo guardo per poi riprendere. "Ma anche se fosse brutto sento che l'avrei notato comunque."
"Come siamo poetici, Styles." Continua a prendermi per il culo ed io lo guardo divertito.
"Non so quale santo sia in tuo favore oggi Payne, in altri momenti avrei potuto già staccarti il collo a morsi." Esclamo troppo serio perfino per i miei gusti.
"L'amore...."Cantilena con una vocina fastidiosa e snervante.
"Cazzo!" Sbotto accendendo una sigaretta. "E anche se fosse cosa cambierebbe?"
"Cambierebbero molte cose." Risponde schietto.
"Illustrami queste molte cose." Ribatto esasperato.
"Harry, io ti conosco." Si prende una pausa, stranamente Liam Payne non sa come dire qualcosa, ma immediatamente riprende più spedito. "Tu vorresti avere la certezza matematica che possiate essere felici per sempre." Scuoto la testa e cerco di parlare ma lui è più veloce di me. "Non contraddirmi quando entrambi sappiamo che la verità è questa. Ma questo non è possibile."
"Perché?" La mia voce tradisce quella speranza che tanto ho cercato di celare, ma che alla fine viene a galla. Perché a cosa serve lottare tanto per poi non avere nulla? Alla fine dei conti questi sentimenti, questo amore porterà a qualcosa? Questo voglio sapere.
"Perché non si ha la certezza di nulla nella vita." Che uomo incoraggiante, davvero. Rimango in silenzio e aspetto solo che mi dica che siamo nati per morire e che potrei farlo anche in questo preciso istante. "Credi che tu sia la prima persona che ha paura? Paura dell'amore? Non prendiamoci in giro."
"Spiegami solo a cosa serve se non sarà per sempre...."
"Cosa? Amare?" Un mezzo sorriso compare sul suo viso e per quanto so che dovrei esserne preoccupato, ne sono incredibilmente ammaliato. Perché questo è il sorriso che precede i discorsoni che un giorno racconterò ai miei figli. Ahia, non avrò mai dei figli.
"Perché è la miglior cosa che possa capitarti. Diamine, per quanto inesperto e stupido mi pare quasi chiaro, che il nostro destino preveda che ogni essere vivente muoia da solo. Ed è qui che bisogna fermarsi, Harry ti sei mai fatto imporre qualcosa? Non ti sono mai piaciute le etichette, a scuola eri un caprone ed entravi ad orari assurdi, al lavoro fai come se fosse il tuo bar ed il tuo carattere è un groviglio di pura impulsività. Adesso vuoi farmi credere che tu sia pronto a farla vincere al destino?"
"No..." Sussurro e lo vedo sorridere. Perché dovrei rimanere solo? Perché non avrei il diritto di avere qualcuno con cui guardare il tramonto ormai troppo vecchi anche per respirare?
"A questo serve l'amore."
"A non rimanere soli? A questo punto comprati un cane." Continuo a scherzarci su perché non voglio pensarci, è tutto troppo pesante.
"Non pensare solo alla fine della vita. Pensa al viaggio."
E lo faccio.
Penso a tutti quei piccoli attimi che vorrei condividere con Louis, perché in fin dei conti sono i piccoli gesti quelli più importanti.
I gesti comuni.
L'andare a fare la spesa mano nella mano e poi rincorrersi per i corridoi del supermercato, o riempire il carrello a dismisura senza pensare a nulla, a nessun'altro. Pensando solo, questo lo cucino domani, a lui piace da morire.
Il ritrovarsi sotto le coperte, con i piedi freddi in pieno inverno e le braccia incredibilmente calde con l'afa d'agosto, e comunque la voglia di rimanere su quel letto per sempre.
Il continuo parlare, quando sai tutto dell'altro, ma comunque rimane la persona con cui vuoi trascorrere tutto il tempo che hai ancora a disposizione.
La sveglia alle 5 di mattina per vedere il sole nascere, sotto un piumone, magari accoccolati sul balcone di casa nostra, magari con qualcosa di caldo in delle tazze colorate.
Le domeniche passate al mare, sotto il sole a ridere e a schizzarsi con l'acqua, con l'unico fine di stare insieme. L'unica voglia di rimanere per sempre conlui.
Hai pensato a qualcuno, vero?
L'ho fatto anche io. L'ho fatto in ogni singolo istante degli ultimi sei mesi. L'ho pensato. Ho pensato alla nostra vita insieme. Ho fantasticato su cosa saremmo potuti diventare. A quanto avrei potuto amarlo un domani. E adesso è arrivato quel momento.
"Lo amo." Affermo. Ed il mondo smette di girare. Il cuore, per un istante, di battere. E' tutto talmente immobile da spaventarmi.
Insieme cambieremo il nostro destino, ci ameremo e daremo il meglio di noi.
Lo amerò perché con lui anche l'inferno diventerà casa mia.








AUTRICE ORIGINALE : Buongiorno persone!Dio, quanto è strano dire buongiorno quando in realtà sono abituata a pubblicare a notte fonda. Il capitolo aveva una terza parte che faceva sciogliere anche me, ma arrivavo a qualcosa tipo 22 pagine, ed ho evitato. Nello scorso capitolo mi avete fatta felicissima.Siete tantissimi, tutti bellissimi, teneri e coccolosi.Grazie mille a tutti.Spero che questo capitolo vi piaccia, che vi emozioni più dei passati e che vi lasci qualcosa. Grazie a chi perderà tempo a lasciare una piccola recensione, e grazie anche a chi leggerà silenziosamente.Un bacio.

-Allen

If possible, I would marry you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora