Ice.

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"Amico!" Esclamo ficcandomi i tasca le chiavi e salutandolo con la testa.
"Weeellà." Risponde lui per niente turbato dalla mia intromissione all'una di notte in casa sua. Mi aspettava. Proprio come ogni notte. E proprio come ogni notte la teiera è sul fornello, e la finestra semi aperta per permettere a fumo di uscire. Mi permette di fumare dentro solo di notte, quando abbiamo l'ora di... di cosa?
Quando abbiamo questo strano rito di chiacchiere, sigarette per me e tanti, troppi caffè. Che da poco si sono trasformati in tè, che secondo lui fanno meno male.
Così Liam Payne si ritrova a fare i conti con una lastra di ghiaccio che si sta sciogliendo, con la pozza d'acqua che questo comporta e con gli sbalzi climatici che ne vengono come conseguenza.
E non sta scappando.
Non scappa via come qualsiasi persona farebbe davanti ad un ghiacciaio che si scioglie, lui rimane, e non appare per niente spaventato, anzi lo vedo soddisfatto del risultato finale, come se tutti gli sforzi, i pugni, le parolacce che si è preso, siano stati utili a questo, perché lui ci ha provato per anni, lui ha continuato a sottoporre il ghiaccio a lente e continue sedute di calore, che ne hanno scolpito i contorni, hanno fatto entrare qualche spiraglio di luce, che hanno riportato a galla pezzi e ricordi ormai gelati, ma che non ne hanno sciolto il cuore.
Poi è arrivato il Sole, e tutto è cambiato.
"Ehi Ed, è arrivato un mio amico, si quello di cui ti ho parlato stamattina." Si ferma e mi sorride, annuendo con la testa. "Si stai tranquillo poi ci parlo. Vedrai che lo farà impazzire." Altra pausa. "Appena va via ti chiamo, solo per dirti che avevo ragione." Scuote ancora la testa ed io mi accendo una sigaretta, ma qui si parla di me? "No, non vive qui." Si parla di me. "Si, ci vediamo presto, si, si, ciao!" Appoggia delicatamente il cellulare sul tavolino e mi scruta con fare fastidioso.
"Cazzo guardi?" Domando con non molto tatto.
"Togliti quel sorrisino ebete, amico." Calca l'ultima parola con fare volutamente eccessivo. "Non avevi detto che chiamarsi in quel modo era da coglioni?"
"Be ho cambiato idea." Già questo sarebbe un punto da discutere, ma ormai è assodato che ogni mia convinzione è stata spostata. Solo per poi allinearsi a quelle di Louis Tomlinson. Colpevole e salvatore della mia vita. "E poi visto che gli sto rubando il fidanzato, rubiamo anche il modo di fare al coglione."
"Parli di Zayn?" Scuote la testa e sorride ancora, come rassegnato.
"E di chi sennò?" Mi butto sul divano come se fossi a casa mia, e sputo un po' di fumo.
"Moderiamo le parole." E con le mani cerca di mimare qualcosa che penso possa dire piano piano. "Ora passando a cose serie, come è andata?"
"Allagrandissima!" Esclamo tutto d'un fiato e parto in una descrizione più che dettagliata degli eventi, non mi soffermo molto su quello che ho provato, ma non c'è bisogno di parlarne con Liam. Lui mi capisce. E mi sorprendo di me stesso, quando mi rendo conto di ricordare parola per parola quello che mi ha detto Louis e che soprattutto ne sto parlando con il ragazzo di fronte a me. Prima non l'avrei mai fatto. Prima mi sarei tenuto tutto dentro. E l'ho fatto. L'ho fatto per anni.
Il ghiaccio era ovunque.
"Non vi siete baciati nemmeno una volta?" Non so dopo quanto mi interrompe, farà strano anche a lui sentirmi parlare così tanto, cioè credo che questo sia la prima volta in vita mia che parlo così a lungo. Ma comunque chiede di me.
"Ti ho detto che lui.."
"Quello non è un vero bacio." Mi interrompe gesticolando. "Parlo sai..."
"Liam prima..." Faccio un altro tiro e aspiro forte." Prima non eri cosi sfacciato."
Lui arrossisce violentemente e sorride.
"Ma non sono indiscreto, non ti ho mica chiesto se...che ne so."
"Sta zitto." Esclamo ridacchiando. "Nessun bacio solo tanta tenerezza."
"E che tenerezza, due piccioncini." Dice lui con fare sdolcinato.
"Non fare lo stronzo." Ribatto guardandolo con gli occhi spalancati.
"Ti sto rubando il ruolo." Esclama alzandosi e prendendo due tazze ancora fumanti di tè.
"Mai piccolo Payne." Faccio accendendomi un'altra sigaretta e lasciando che il fumo mi sgusci via dalle labbra.
"A dir la verità hai un anno meno di me." Puntualizza muovendo la mano, scacciando il fumo.
"Shh." Dico alzandomi e prendendomi una birra.
"Vacci piano." Biascica avvicinando le labbra alla sua tazza, e fissando la mia sul tavolino.
"Non ho più bisogno dell'alcool adesso."
"Adesso hai Louis no?" Mi prende in giro facendo una vocetta fastidiosa.
Cos'è questo? Imbarazzo? Mio dio.
Forse era meglio il ghiaccio.
Ed è proprio Louis ha tirarmi fuori dalle risposte davvero brutte che avrei rifilato a Liam.


Non andare via.

E il ghiaccio non mi è mai sembrato così spaventosamente orrendo.
"Oddio Harry Styles che arrossisce." Esclama scioccato. "Il mondo sta andando davvero a scatafascio."
Non me l'aspettavo, come d'altronde tutti i gesti di Louis per me sono inaspettati, ma questo, Dio questo supera di gran lunga ogni aspettativa, mi chiede di restare.
Quando, di solito, io non do nemmeno l'opportunità di scelta.
Vado via.
Eppure questa volta è diverso.
Questa volta voglio rimanere.
Questa volta combatterò contro ogni mio dannato senso di sopravvivenza per stare con lui.
"Non sentivo la parola scatafascio almeno da 5 anni." Scherzo prendendo un lungo sorso di birra e sentendo la bevanda fredda scendermi fin dentro allo stomaco. E nello stomaco non so cosa stia succedendo, le farfalle di sicuro sono morte. C'è qualcosa di più grande, e fastidioso.
Elefanti?
"Esagerato." Dice con sorpresa. "É l'amore che ti rende sordo."
"Aaaah, puttanate." Urlo buttando la testa all'indietro e dondolando le gambe. Sono leggermente imbarazzato, Liam non sa del messaggio, ma ha capito che è stato lui. E questo essere così chiari, il fatto che lui possa leggermi con tanta facilità, è snervante. Cazzate, sono eccitato dal fatto che qualcuno abbia bisogno di me. "Spari un fiume di puttanate."
"Ti consiglio di smetterla." Mi minaccia pensando di intimorirmi. "Sennò non ti dirò la bella notizia che aspetti da sempre."
"Hai finalmente capito di essere un coglione?"
"Leggi Harry, leggi e dimmi come ti pare." Mi passa un foglio di quaderno con sopra una scrittura disordinata e piena di scarabocchi.
"Cos'è?" Fisso il foglio davanti a me e ne colgo solo qualche parola. "Mi chiedi di leggere alle 2 e mezza di notte?"
"Leggi e sta zitto." Ordina con fare stanco.
Lascio che le lettere sotto i miei occhi si allineino in parole con molta lentezza, e a quelle parole riesco a dare un senso con non molta facilità.
"E' un testo di una canzone?" Domando scioccato. "L'hai scritto tu? Perchè dio, sai... è come se si parlasse di me!"
"Bè, ecco, so che adesso mi odierai, ma stammi a sentire." Dice appoggiando i gomiti sulle ginocchia spalancate. Ed io inizio a sentire il sangue salire alla testa, cosa cazzo ha fatto? "Ho questo amico che scrive per molti cantati emergenti, è un cantautore e mi ha detto che gli basta sapere 5 cose su una situazione e potrebbe scriverne una canzone."
"Quindi?" Lo incito a continuare, stringendo il foglio con fin troppa foga.
"Quindi gli ho detto che sei un ragazzo forte, coraggioso, ma che questa situazione ti spaventa. Gli ho parlato di te, del tuo pensare che rimanere soli sia meglio, di tutto quanto, e di Louis."
"Cosa, porca puttana hai fatto?" Urlo alzandomi in piedi e camminando per la stanza con fare nevrotico. Ha raccontato ad un estraneo tutta la mia vita, mi sento svuotato. Come se tutto quello che gli ha raccontato non appartenesse più a me.
"Stai calmo. Ed è un tipo apposto, e guarda che canzone ti ha scritto."
"No Liam, porca miseria io mi confido con te e tu cosa fai? Racconti tutto al primo che passa?" Non si fa così, Dio. Non si fa così. E se decidesse di andarlo a dire a chiunque? Se scegliesse di raccontare di me e della mia, cazzo della mia omosessualità, a tutti? Non potrei sopravvivere.
"Canta Harry, domani canta questa canzone. E' il tuo primo inedito, vero? Canta." La sua voce è flebile, quasi distante.
"Non la canterò." Il pezzo di carta fra le mie mani brucia, e non perché ci sia qualcosa di sbagliato in questo, no, il problema è che questa canzone nella mia testa ha già un suono, la mia voce si incrinerà in determinati punti, amerà altri, e accarezzerà parole che non saranno solo lettere buttate a caso, questa canzone la sento già dentro. Ci sono io qui, no? "Non do voce ai pensieri di un estraneo."
"Canta di te Harry, canta di Louis." Le sue parole sono pugnali avvelenati dritti nel cuore. Ha capito a cosa pensavo, ha capito tutto. Questo bastardo mi conosce meglio di quanto pensi. "Canta del vostro amore."




Sul palco adesso c'è una biondina che prima di entrare continuava ad ammiccare verso di me con fare lascivo, e che adesso canta con voce graffiata quanto schifo faccia l'amore.
Fino a più di sei mesi fa l'avrei trovata abbastanza interessante, l'avrei aspettata e l'avrei portata a casa di Liam per passare una nottata di sesso, adesso penso a qualcun altro.
Adesso ho bisogno di qualcun altro.
Ed io non ho mai voluto aver bisogno di qualcuno, mai. Dalla morte di mia madre, ho sempre trovato stupido tutto, tutti. Ero gelido e convinto che il freddo fosse l'unica alternativa... ma Louis, Dio Louis mi guarda e non so come ci riesce, mi vede fino in fondo all'anima.
E da lì è fuoco.
Fra poco tocca me, e ancora una volta seguirò i consigli di Liam.
Lui non lo sa che ho deciso dal primo momento di cantare questa canzone, non sa nemmeno che sono qui con il cuore che batte forte e non per l'emozione.
Ho paura perché in questa canzone ci sono io.
E con me c'è Louis.
Ho paura, paura di espormi, paura di cantare, paura di far leggere a tutto il pubblico chi sono, cosa voglio, e quanto voglio Louis.
La canzone mi risuona in testa come mai prima d'ora mi era successo, la sento scorrere dentro le vene, e quest'insano senso di possessione è dovuto al fatto che so che è stata scritta per me.
La chitarre fra le braccia brucia, perché so che sbaglierò qualche nota, perché gli scarabocchi dell'amico di Liam non sono stati molto chiari e perché non ho provato abbastanza.
Louis non sa nulla.
Non sa che sono qui a cantare, non sa che canterò di lui, non sa probabilmente nemmeno che sono in grado di suonare.
Ma lo sto facendo per lui.
Perché questa è la prova più grande che possa dargli.
Questa è la prova più grande che possa concedermi.
Se sto cantando di lui, io credo in lui. In noi. In questo dannato sentimento che non so ancora come chiamare.
Perché è stato tutto troppo forte, tutto troppo veloce.
Prima ero solo, il ghiaccio c'era e sembrava quasi impossibile da scalfire, poi è arrivato un ragazzo poco più che ventenne, con un sorriso enorme e degli adorabili pantaloni rossi a sconvolgere tutto.
"Il prossimo giovane che ci delizierà con la sua voce è un giovane di Holmes Chapel. Date il benvenuto ad Harry Styles." La voce di quest'uomo è abbastanza snervante, e avrei una voglia matta di prenderlo a pugni, se non fosse che devo cantare. E che gli applausi che sento scrosciare da dietro a questo telo verde mi attirano in maniera quasi magnetica.
Mi muovo tranquillo.
Sono sul palco.
Ogni nervo teso e ogni muscolo all'attivo.
Sono vivo, ed il ghiaccio è ai miei piedi.
"The end of the night,we should say goodbye..."La mia voce è flebile, il respiro pesante, ma tutte le emozioni che sento scorrere dentro il mio corpo sono irrefrenabili. Avremmo dovuto dirci addio da subito, ci ho provato così tante volte a girarmi di spalle e ad ignorare i suoi occhi, che ne ho perso il conto, così tante volte ho girato la testa difronte a quello sguardo pieno di promesse, di sogni, di gioia, che mi ero autoconvinto che andasse bene così, che non servisse nient'altro, ma per quanto si può scappare dalla verità? Come potrei fare adesso, domani mattina, domani sera, domani notte, senza saperlo in qualche modo vicino a me?
"But we carry on, while everyone's gone..." E stiamo andando avanti. Avanti come non ero andato con nessuno. Sapete quella sensazione nello stomaco che ti prende la mattina o la notte prima di andare a letto quando sai che sei importante per qualcuno? Quando sai che alzandoti darai modo a qualcun altro di farlo.
Nulla di speciale, nulla di così eclatante, ma semplicemente la costante che qualcuno abbia bisogno di te.
Perché è questo che ti rende importante, non avere bisogno di altre persone, a questo siamo abituati da sempre, no, ci rende grandi sapere di essere il bisogno di qualcuno, nello stesso modo in cui lui diventa il tuo.
Stiamo andando avanti, quando mi hanno abituato ad andare avanti da solo. Noi, in due, stiamo andando avanti.
Insieme.
Perché è questo che fanno due persone che si vogliono bene, restano, perché sanno che l'altro non riuscirebbe ad andare avanti da solo, e nonostante io ne abbia approfittato per mesi, nonostante lui sapesse che mi cullavo della sua presenza, lui è rimasto.
Ed è questo che apprezzo in lui, che sappia rimanere.
E' un arte, sapete?
Quanti rimangono comunque tutto?
Quanti non si fanno scalfire dal resto del mondo?
Lui è rimasto, ed io se ne avessi avuto l'opportunità o magari il coraggio, l'avrei implorato di farlo.
"Never felt like this before-ore, are we friends or are we more?"
Cosa siamo? Chi siamo?
Insieme siamo nulla.
Nessuna etichetta sulle nostre uscite, nessun nome alle nostre chiacchierate, niente di niente sulle nostre mani che si stringono all'ombra degli alberi.
Ma che bisogno c'è?
Io lo so che non siamo nulla, ma quando è con me sento solo un'incredibile voglia di baciarlo e di dirgli che comunque tutto andrà bene, anche se io so che non sarà così.
L'importante non è questa sensazione alla bocca dello stomaco?
Io non mi ero mai sentito così.
Io non lo sapevo cosa significasse provare quest'attrazione magnetica per qualcuno.
Io non sapevo cosa significasse sentire una canzone d'amore e pensare a qualcuno.
E lui è riuscito a farmi vivere tutte queste prime volte senza farmene nemmeno rendere conto.
Risulta così impensabile?
Quella notte, quella notte in cui vidi la vita scorrere via dal corpo di mia madre, pensai di aver perso ogni capacità di emozionarmi, di rendermi partecipe della vita.
Pensai di aver perso tutto.
E mi ero convinto che fosse la giusta punizione.
Credevo che mai nessuno sarebbe riuscito a farmi sorvolare le brutte esperienze, che nessuno fosse in grado di dissotterrarmi da quella tomba che mi ero creato intorno, ed invece è bastata una frase detta probabilmente con superficialità.
Se si pensa che sia tutto così naturale si sbaglia.
C'è bisogno di quel tasto che fa girare il macchinario, c'è bisogno di spingerlo quel tasto per far funzionare il tutto e, l'atto più difficile è trovarlo.
Perché fondamentalmente di lui so poco o niente.
So che ama i bambini, che farà il medico.
So che ha degli occhi belli, belli così tanto che ogni giorno hai voglia di tuffartici dentro.
So che in ogni cosa che fa' ci crede con ogni fibra del suo corpo, come se non ci fosse domani.
So che lui c'è, ed è qui per me.
"But baby if you say you want me to stay, I'll change my mind."
E l'ho fatto.
L'ho fatto senza impormi nulla, senza che nessuno mi costringesse a farlo, senza nessun obbligo.
L'ho fatto perché mi conosco.
E quando passo dal bianco al nero c'è un motivo.
Un motivo dall'attrazione magnetica e il cuore grande.
Perché se fosse solo bello probabilmente l'avrei lasciato perdere, sarei passato davanti ai suoi occhi con diffidenza e paura, avrei ignorato i suoi sorrisi, le sue parole, le sue proposte.
Ma lui è qualcosa di più di tutto questo, lui è quel qualcosa di cui parlano in quei libri belli da straziarti l'anima, lui è quel qualcuno di cui parlano in quelle canzoni che ti fanno piangere, lui rappresenta quella forza e quel coraggio a cui tutti aspiriamo.
E so di provare per lui qualcosa che amicizia non può più chiamarsi. Attrazione? Curiosità? Amore?
Io punto tutto sull'ultima.
Perché se adesso dovessero chiedermi cos'è l'amore, risponderei semplicemente , Louis ed io.
"Won't go, won't go..." Così cantando queste parole mi rendo conto che comunque io decida è stato tutto scritto.
Perché io mi sono impegnato per non far scattare nulla fra di noi, ma è successo.
Come adesso succede, più per caso, che per fortuna, di incontrare due occhi che mi promettono di restare.
Che urlano di esserci.
Di rimanere ancora per me.
E non sono due occhi a caso.
Sono gli occhi che ogni volta che incontrano i miei si riempiono di gioia e mi riempiono di mare.
Due occhi che parlano con frasi perfette, senza alcun problema di timidezza, o magari di grammatica, parlano e dicono cose che a noi umani non sono possibili sapere.
Solo ora mi rendo conto che ho cercato i suoi occhi dal primo momento che sono salito su questo palco, solo adesso che gli ho incontrati e mi sento completo.
"Lean in when you laugh, we take photographs. There's no music on, but we dance along..." Qui ci siamo noi, qui dentro Louis, riesci a sentirci urlare sotto la pioggia? Ti ho stretto forte quel giorno. Avrei voluto dirti tante cose, avrei voluto fare tante cose, ma mi sono limitato a stringerti, mi sono limitato a guardarti dondolare fra le mie braccia canticchiando al tuo orecchio una canzone di cui non conoscevo nemmeno tutte le parole.
Mi sono limitato ad abbracciarti.
Ed è stata la cosa migliore che abbia fatto.
Forse la migliore della mia intera vita.
Perché guardandoti accucciato sul mio petto io mi sentivo incredibilmente forte e allo stesso tempo infinitamente debole, mi sentivo un po' Superman e un po' Mary Jane, la verità è che non so nemmeno come mi sentivo.
Vedevo nei tuoi occhi solo la felicità che avrei voluto vederci.
E sentivo che era quello il mio posto.
Era quello il mio ruolo.
Quello era l'uomo che volevo diventare, e lo leggevo nei tuoi occhi.
Perché nei tuoi occhi c'era la magia, quella che si portano dietro le favole che ci raccontavano da bambini, proprio quella lì.
E sarà per questo che mi sei entrato così dentro.
Perché tu sei diverso da ogni altra persona.
Tu che mi guardi sorridente, seduto a quello stupido tavolino, così distante eppure così vicino, tu con gli occhi umidi e lo sguardo fiero, tu con la battuta pronta e la lingua veloce, tu che semplicemente sorridi agli estranei per strada.
Si, sempre tu.
Tu che hai frantumato questo cuore di ghiaccio a colpi di sorrisi, tu che hai trasformato un concentrato di apatia in qualcosa di più forte, tu che sei l'unica ragione per la quale canto questa canzone.
Tu che mi hai fatto riscoprire chi sono.
Tu resta con me e ogni cosa saprà andare al posto giusto.
Perché se ci sei tu non ho bisogno nemmeno di respirare.
Se ci sei tu saprò nutrirmi solo di noi.
Mi nutrirò d'amore e gioia infinita.










AUTRICE ORIGINALE : Buonasera persone!Sono puntualissima e vi porto un capitolo luuuuuungo lungo.Prima di volatilizzarmi voglio solo specificare che so benissimo che Change my mind non è stata scritta da Ed, ma volevo che fosse lui a donare questo piccolo sfogo a Harry. C'è qualcos'altro da dire?Sapete che per qualsiasi cosa sono disponibile, per dirmi che sono na cessona, per consigliarmi il ritiro e anche per le proposte più indecenti.A proposito accetto tutte le richieste di matrimonio e qualche giorno di questo vi porto tutte a Las Vegas.Spero che questo capitolo vi piaccia, che vi emozioni più dei passati e che vi lasci qualcosa. Grazie a chi perderà tempo a lasciare una piccola recensione, e grazie anche a chi leggerà silenziosamente.Un bacio.

-Allen

If possible, I would marry you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora