Nobody.

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  Giro la chiave nella toppa con fare famigliare, questa in fin dei conti è anche casa mia, è casa nostra.
Dio fa cosi tanto da gay questa frase.
Casa di Liam si lascia trovare con la stessa aria accogliente e profumata di caffè, ed io sorrido camminando al buio scansando mobili e muri con facilità.
Mi butto sul divano e mi accendo una sigaretta a tentoni, riuscendo nel mio intento con alcuni problemi.
Intorno non c'è niente, riesco a vedere solo la mia mano che trattiene la sigaretta, la cartina che si brucia e il fumo che fuoriesce dalla mia bocca.
Solo.
Incredibilmente solo e disperato.
L'alcool oggi non è d'aiuto, forse le dosi sono troppo basse.
Togliamo pure il forse, oggi c'era bisogno di una bella sbronza, non di cinque o sei birre che non mi danno nemmeno il senso di ebrezza.
Louis era nel bar, con Zayn, come ogni giorno da qualche mese.
Louis era con Zayn, e si stavano baciando.
Louis era felice, con Zayn, nel bar.
Dio ma perché mi interessa così tanto?
Chi è quel ragazzo dagli occhi blu?
Perché ha cosi tanto ascendente su di me?
Dio quanto lo odio.
Quanto mi odio.
Odio chiunque.
La luce che arriva ai miei occhi è immediata e accecante.
Chi cazzo è? Chi rompe in casa mia?
Liam, e dimenticavo, è casa sua.
"Oh, ciao Harry." Mi saluta come se nulla fosse, come se non fossi sparito per un mese, come se fossi ritornato a casa solo dopo un giorno, come sempre.
"Liam." Lo saluto con la testa, freddo.
"Davvero il tuo affetto mi destabilizza." Scoppia a ridere e mi butta contro le chiavi di casa, gemelle di quelle che ho nella tasca posteriore dei jeans.
"Liam lo sai che sono una merda in queste cose." Affermo rilanciandoli le chiavi e beccandolo nello stomaco.
"Sei una merda in tutto, Harry caro." Risponde sorridente dandomi le spalle.
"Che stai facendo?" Chiedo accendendo una sigaretta.
"Un caffè. Sei stravolto." Dice lasciandomi di stucco. Mi conosce cosi bene questo stronzo?
"Sto benissimo." Ribatto stropicciandomi gli occhi e sbuffando.
"Non mentire e non sbuffare in casa mia." Esclama con la voce ferma, decisa come non mai.
"Non dirmi cosa devo fare e cosa non devo fare, cazzo non sei nessuno!" Urlo con la voce al contrario della sua tremante e sconvolta.
"Harry io ti sono amico." Sussurra avvicinandosi a me e inginocchiandosi ai miei piedi, cercando di calmarmi. "Non importa cosa stia succedendo e perché tu abbia deciso di ubriacarti tutti i giorni pur di non parlarmene. Non importa." Mi prende le mani fra le sue e in un istante sento un leggero calore diffondersi nelle mie dita, su per i polsi, dentro le vene. E' questo che la gente chiama affetto? E' questa la sensazione di pace che significa essere importanti per qualcuno? "Ti sono amico e sono qui per farti rialzare."
"L'ho sempre fatto da solo." Le mani iniziano a tremare fra le sue e le stringo a pugno, ma lui non mi lascia. "Non ho bisogno di te, non ho bisogno di nessuno."
"Abbiamo tutti bisogno di qualcuno, amico." Accompagna le sue parole con la testa, che scuote lentamente, con fare benevolo. "Io ho bisogno di te, per esempio."
"Ora stai esagerando, va bene?" Mi scappa un sorriso e automaticamente scappa anche a lui una breve risata.
"E' vero. Non me ne vergogno. Questi giorni sono stati orrendi, avevo bisogno dei tuoi sbalzi d'umore a cui correre dietro, di andare in posti orrendi che conosci solo tu, di parlare per ore nonostante sappia che tu non mi stia ascoltando. Ho bisogno delle nostre cose."
Queste parole sono come una dose di camomilla sparata direttamente in vena, sono il cullare delle braccia di una mamma, le parole di una canzone che ti accarezzano i capelli, il cioccolato che ti riporta in vita.
Sono linfa, linfa vitale.
Ho un amico.
Ed il mio amico resta, lui non va via.
Lui me lo tengo stretto al cuore, perché per la gente a cui vuoi bene, combatti.
"Ti voglio bene." Sussurro appoggiando la fronte sulla sua spalla, trattenendo un singhiozzo.
"Te ne voglio anche io." Risponde dandomi una pacca e stringendomi in un abbraccio. "Harry Styles che fa il dolce, adesso posso anche morire. Chiamami Dio, fallo dai."
Ed io voglio davvero bene a questo coglione.
Gli voglio bene perché è leale, è dolce, è premuroso.
Gli voglio bene perché è fissato con Toy Story e perché ama le camicie a quadri.
Gli voglio bene perché parla anche se non lo ascolto, perché mi accompagna ovunque pur di farmi felice.
Gli voglio bene perché c'è.
Ed è per questo che Liam merita il miglior combattimento di sempre.
Liam merita il meglio di me.





"Posso farti una domanda?" Chiede sorridendomi e porgendomi un'altra tazza di caffè. Siamo arrivati a quota cinque?
"Dimmi prima che ore sono." Affermo e subito dopo porto alle labbra la mia tazza rossa, così il liquido bollente mi ustiona prima la lingua e poi scende, lasciando una scia bollente fino allo stomaco.
"Le tre e mezza." Risponde stringendo fra le mani la sua tazza di un accecante verde smeraldo.
"Oh porco Di" Vengo interrotto da un cuscino che mi ha buttato dritto in faccia, e se non fossi abituato a questo suo modo di comunicare a distanza, mi sarei buttato il caffè addosso, avrei sporcato moquett e divano, e mi sarei fatto male, forse.
Importa?
"Lo sai che non devi bestemmiare qui." Dice incrociando le braccia al petto e guardandomi con sufficienza.
"Sai anche che domani devo andare presto al lavoro, sennò Jem potrebbe cacciarmi a calci in culo."
"Sarebbe anche l'ora." Esclama con fare squillante. "Non ti sei presentato per un mese intero, quel ragazzo pensava fossi morto."
"Cosa ne sai tu?" Domando, immaginando Liam fare domande a chiunque sul mio conto, e lo vedo anche ascoltare preoccupato la solita risposta.
Bazzica qua e là, in giro per i bar.
Beve, e non fa nemmeno più tante conquiste.
Styles è morto
.
"Voci." Risponde vago tuffandosi nel suo caffè.
"E tu? Tu lo hai mai pensato?" Chiedo ad alta voce, era solo un pensiero, e forse era meglio che tale rimanesse.
"Cosa?" Mi guarda confuso con gli occhi lucidi per il sonno o forse per la gioia di rivedermi. Liam è un bambino, e al tempo stesso un papà da cui farsi abbracciare.
"Morto, hai mai pensato che fossi morto?"
"Mai Harry." Scuote la testa come preso da qualche tic nervoso, ma poi riprende. "L'avrei saputo, queste cose si sentono."
"Cosa ti hanno detto di me?"
"Quello che dicono su chiunque." Si fissa le mani ed io rimango in ascolto. "Sei sempre stato quello figo, no? Silenzioso, donnaiolo, ottieni sempre quello che vuoi."
"Un figone è il termine più giusto." Scherzo, cercando di stemperare la situazione. "Dopo invece?"
"Dopo invece si esagera... lo sai com'è. Nulla di importante." Si alza repentinamente e ritorna vicino al lavandino.
"Liam cosa dicevano su di me?"
"Dicevano che ti avrei trovato morto, prima o poi. Ubriaco e drogato da far schifo." Sussurra con lo sguardo basso. "Ma io non ci ho mai creduto." Le mani gli coprono il viso e lo vedo sprofondare fra le preoccupazione. "Dicevano che non ti avrei più rivisto, che ti avrei trovato impiccato da qualche parte." Non so cosa fare, come reagire a questo. "Dicevano che avrei acceso la luce e avrei trovato il tuo sangue per terra, e alzando la testa avrei trovato il tuo corpo sfregiato appeso ad una corda, ormai senza vita."
Mi alzo e lentamente mi avvicino a lui, con mani tremanti gli massaggio la schiena.
Mi davano per morti, tutti pensavano che mi sarei arreso, ma io non sono così.
Io non mi arrendo.
"Sono qui Liam, vivo e vegeto. Ancora nella tua vita."
"Harry dicevano che ormai eri perso, e che io non avevo fatto nulla per tenerti con me."
"Dio Liam tu hai fatto tutto." Sussurro contro la sua spalla.
"Sei mio amico?"
"Non sarei alle quattro di notte nella tua cucina, ad abbracciarti." Esclamo scompigliandogli i capelli.
"Posso farti una domanda adesso?" Domanda con gli occhi leggermente velati di lacrime, ma con la voce seria.
Ragione allontanati, razionalità sparisci, Liam adesso è il momento di evaporare.
"Spara su." Rispondo leggermente spaventato.
"Chi è il ragazzo che ha fatto perdere la testa ad Harry Styles?"










E' da poco passata l'ora di pranzo, è quasi una settimana che ho ricominciato a lavorare nella caffetteria.
Sta ritornando tutto alla normalità.
Lentamente con calma ma tutto piano piano passa, così diceva sempre Liam quando piangevo perché mamma si dimenticava di venirmi a prendere.
Ma il ragazzo non passa.
Il ragazzo è sempre qui.
Ogni giorno Louis è seduto allo stesso tavolino di sempre.
Ogni giorno è qui, quasi sempre in compagnia del moro, e insieme amoreggiano, come due semplici fidanzati.
Ogni giorno, quando mi avvicino a quel tavolo, cerco di non guardare Louis negli occhi, di non prendere a schiaffi Zayn, di non dare importanza alle loro mani intrecciate.
Ogni giorno ripenso a quel bacio, alle parole di Liam, agli sguardi del ragazzo dagli occhi blu.
Ripenso alle sue continue proposte di matrimonio, quando ancora io gli chiedevo cosa desiderasse e lui rispondeva semplicemente che avrebbe voluto sposarmi, ed io ogni giorno facevo finta di non aver sentito bene, scuotendo la testa e pregandolo di ripetere. Ogni giorno lui, con una risata ordinava un caffè con doppia panna, che puntualmente annaffiava di zucchero.
Ma non importa cosa io faccia di giorno.
Perché io ogni notte sogno i suoi occhi e le sue mani che raccolgono i pezzi del mio cuore che ormai è fatto a pezzi.
Ogni notte sogno uno sconosciuto.
Ogni notte sogno che lui sia in grado di donarmi quell'amore in grado di completarmi, e che lo faccia nel migliore dei modi.
"Jem vado a fumarmi una sigaretta." Urlo sbattendo la mano nervosamente contro il bancone.
"Vai prima che ti scoppino gli occhi!" Esclama spuntando da dietro alle macchinette.
Non è possibile.
Io non sono gay, io non sono cosi, io non posso esserlo.
Ma perché allora l'ho baciato?
Perché lo sogno?
Perché?
"Zayn vai dentro, io arrivo subito. Devo fare una chiamata!" La voce di Louis arriva netta e scandita.
Cazzo.
Non ora.
"Harry so che sei lì!"
"Ciao Louis." Esclamo fintamente sorpreso. "Non ti avevo sentito arrivare."
"Sei un pessimo bugiardo." Ride scuotendo la testa.
"Non sto mentendo, cosa c'è?" La mia voce diventa scostante, quasi brusca. Non è la prima volta che le mie corde vocali volano su questa frequenza, ma con lui non è mai successo.
"Voglio ricordarti che l'ultima volta che ci siamo parlati mi hai baciato, e subito dopo mi hai chiesto di dimenticarti." Scrolla le spalle come se fosse una sciocchezza, lui non immagina che io non ci sono stato bene per settimane, che le notti le passavo in bianco vomitando l'anima, che ho cercato di cancellare tutto solo per dimenticare lui.
"E' stato un errore." Sospiro, aspirando un'altra boccata di nicotina.
Lui mi sfiora le labbra con un dito e poi mi lascia un bacio delicato, a stampo.
"Questo lo chiami errore?" Scuote di nuovo la testa e io rimango immobile e senza parole. Mi ha baciato. Ancora. E adesso è stato lui.
"Louis, Zayn ti aspetta dentro." Giusto Harry, sei sempre stato geniale. Un ragazzo ti bacia, si sulle labbra. Un uomo. E tu sei un uomo. E tu cosa fai? Gli ricordi che dentro alla caffetteria dove tu lavori c'è il suo fidanzato.
"Stiamo parlando io e te adesso." Mi prende per un braccio e cerca di girarmi ma io rimango immobile dandogli le spalle.

"Guardami in faccia Harry." Tengo lo sguardo basso, i suoi occhi non sono in grado di reggerli, non dopo quest'ennesimo attentato alla mia fermezza. "Fallo adesso." Mai come prima d'ora mi sento obbligato a farlo, la sua voce è di un'autorità assoluta. "Sono tutte bugie le tue, tesoro." Mi accarezza il volto ed io rimango impietrito.
"Fingi che non sia successo nulla." Cosa è successo? E' il ragazzo dagli occhi blu, quello che porta vita nel locale, quello simpatico, quello che magari mi chiede di sposarlo.
Anzi togliamo anche questo.
E' un cliente del bar dove lavoro.
"Non ti conosco Louis. Non sei nessuno." Riprendo scoprendo un coraggio che non sapevo di avere.
Lui non è nessuno.
Niente di importante.
Nessuno.
"Fingiamo pure che sia cosi." Esclama lui pacato, mantenendo un'espressione calma stampata in viso. "Fingi che non ci sia stato nulla, che non ci sia stato nessun bacio. Fingi che io non esista. Fingi che non sia mai stato nella tua vita." I suoi occhi sono fari luminosi nella notte, non riesco a staccare il mio sguardo dal suo viso, anche se potrebbe scoppiarmi contro, anche se ho appena detto che non lo conosco, lui è davanti a me ed io sono completamente assuefatto dai suoi occhi. "Fallo pure, ma ricorda che fingere non porta a nessuna parte nella vita."




AUTRICE ORIGINALE : Buonasera persone!
Sono in ritardo, sono in ritardo e sono ancora in ritardo.
Scusate davvero ma le vacanze di Pasqua sono già finite e la scuola è ricominciata inesorabilmente.
La storia va avanti, spero che non sia troppo lenta, ma mi piace raccontare i vari passaggi, senza saltare nulla che per me è qualcosa di importante. 
Che dire? 
Vi ringrazio per tutte le recensioni, e spero che aumentino.
Voglio vedervi sempre più numerose.
Grazie a chi perderà tempo a lasciare una piccola recensione, e grazie anche a chi leggerà silenziosamente.
Un bacio.

-Allen

If possible, I would marry you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora