19 Capitolo (Maya)

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«Tesoro, alzati. » mi scuote la zia. Annuisco, o almeno credo di aver annuito, e mi alzo. «Veloce che alle otto hai l'ecografia. » mi ricorda la zia uscendo dalla mia stanza. Prendo i primi vestiti che trovo e li indosso, poi mi rendo conto di non essermi tolta il pigiama. «Oddio. » borbotto mentre mi tolgo sia i vestiti che devo mettere e il pigiama. Piego il pigiama e lo butto sul letto, alla fine è stata una cosa inutile piegarlo ma dettagli. Mi rivesto e raccolgo i capelli in una coda alta. «Zia, oggi posso fare colazione tranquillamente oppure dobbiamo correre anche oggi? » domando prendendo lo zaino. «Simpatica! Certo che puoi fare colazione tranquillamente. » risponde. Sorrido e poggio lo zaino sul divano, metto le vans e vado in cucina. Accendo la luce e per poco non rimango cieca, diciamo che il bianco illumina troppo! Quando sono certa che i miei occhi non corrono rischi apro la porta del frigo e prendo il latte, il burro, la marmellata e il succo. Appoggio tutto sul tavolo ma, data la mia delicatezza divina elefante in una cristalleria, faccio cadere a terra il burro che per fortuna non si rompe. Tiro un sospiro di sollievo e lo raccolgo. Cerco di raggiungere i bicchieri, ma la zia si crede un gigante e li mette troppo in alto. Con le mie grandi doti da arrampicatrice mi arrampico sul tavolo e cerco di non uccidermi mentre apro le ante e prendo il pane. «Ma cosa...? » la zia entra in cucina e scoppia a ridere, poi si avvicina e mi aiuta a scendere. «Bastava che prendevi lo sgabello! » esclama spingendo lo sgabello col piede. «Uhm, si... Beh, non l'avevo notato. » dico ridendo e sedendomi a mangiare. «Fai anche tu l'ecografia? » domando mentre verso il latte in un bicchiere e il succo nell'altro. «Si, la faccio prima io e poi tu. » mi spiega salendo sullo sgabello per prendere il caffè. La sua agilità anche col pancione è incredibile. «Okay. » dico mentre cerco di aprire la marmellata. «Dammi. » mi prende la marmellata e la apre con una facilità. «Grazie. » borbotto. «Se è femmina come la chiami? » domanda la zia versandosi il latte. «Bae. » rispondo cercando di mangiare senza sporcarmi di marmellata, purtroppo è un'impresa ardua. «Tu come la chiami? » domando. «Anne. » risponde sorseggiando il caffè. «E se è maschio come lo chiami? » mi domanda lei. «Lucas. » rispondo con la bocca piena. «Non parlare con la bocca piena. » mi rimprovera lei, ma ridendo.

«Vieni. Ora dobbiamo girare a... Destra. » mi guida lei nell'ospedale, è davvero immenso! Io non so come abbiamo fatto a non perderci, beh a non perderci a tal punto da dover chiamare i soccorsi. «No a sinistra. » si corregge fermandosi di colpo e cambiando direzione. «Zia, sai dove stai andando o ti serve la mappa? » domando in italiano, cosa che fa girare qualcuno, sorrido divertita. «Si, comunque, una cosa che ho imparato è che è divertente parlare in italiano qui... Perché quasi nessuno ti capisce! » esclama lei divertita. Le do pienamente ragione. «Soprattutto quando devi insultare qualcuno. Tipo:"Cagna! " "cosa vuol dire? " "Oh, niente, che sei bellissima. » dico io ridendo. La zia si mette a ridere a squarciagola e annuisce. «Eccoci! » esclama fermandosi di colpo, non riesco a fermarmi in tempo e vado a sbattere contro di lei. Mi massaggio il naso e la guardo male. «Vieni. » dice prendendo la mano libera e va a consegnare i fogli all'infermiera che è appena uscita. «Meredith e Rossi. » chiama l'infermiera. La zia alza la mano e mi trascina dentro la stanza. La dottoressa è seduta dietro alla scrivania e sta guardando alcuni fogli. Ha i capelli legati in una coda alta e ha l'aria stanca. «Salve. » dice prima di alzare lo sguardo. Ci guarda e si massaggia le tempie. «Signora Meredith, si sdrai pure. » dice alzandosi.

«Vuoi sapere il sesso o vuoi che sia una sorpresa? » mi domanda la dottoressa sorridendo. «Vogliamo saperlo! » esclama la zia al posto mio. Sia io che la dottoressa ci giriamo a guardarla storto e lei sorride imbarazzata. «Voglio saperlo. » rispondo ridendo. «Beh, congratulazioni! È una femmina! » esclama la dottoressa e la zia urla dalla gioia, ma si tappa subito la bocca con la mano. «Facciamo che la prossima volta tua zia la lasci a casa. » ride la dottoressa. «Questo lo accetto. » rispondo ridendo. «Comunque la bambina è un po' sottopeso. » dice la dottoressa. Mi allarmo subito. «Cosa? » domanda la zia con gli occhi sgranati. «Non è niente di grave... » aggiunge la dottoressa per rassicurarci. «Va bene. » dico alzandomi e pulendo via il gel dalla pancia. «Bene, potete andare. » dice la dottoressa andandosi a sedere dietro alla scrivania. «Arrivederci. » diciamo all'unisono io e la zia uscendo. «Bae. » sussurro accarezzandomi la pancia. «È una bambina. » sussurra la zia abbracciandomi. «Devo chiamare la mamma! » esclamo cercando il telefono che purtroppo ho lasciato in macchina. «Dai zia! » esclamo in italiano mentre la trascino per i corridoi dell'ospedale. «Uhm, non so dove andare. » borbotto fermandomi. La zia scoppia a ridere e mi prende per mano. «Da questa. » dice iniziando a camminare dalla parte opposta. «Potevi dirmelo prima! » esclamo. «No, era divertente vederti! » esclama lei ridendo e io faccio l'offesa. «Non è vero. » borbotto mentre usciamo. Mi stringo nella giacca e guardo verso l'alto. Gli alberi sono un gioco di colori, dal giallo al marrone. Siamo già a novembre. «Non volevi chiamare tua mamma? » mi domanda la zia entrando in macchina. Mi riscuoto dai miei pensieri ed entro in macchina ridendo. Chiudo la portiera e anche la zia. «Che freddo. » commenta la zia accendendo il riscaldamento dea macchina. Prendo lo zaino da per terra e prendo il telefono. Chiamo la mamma che risponde al settimo squillo. «Sei a casa? » domando per prima cosa. «Si, siamo tutti a casa. Metto in vivavoce? » mi domanda. «Si. » sento che appoggia il telefono sul tavolo. «Ma state mangiando? » domando sentendo delle forchette. «Si, e tu non dovresti essere a scuola? » domanda Lucas sghignazzando. «Ora ti dirò il perché non sono a scuola! » esclamo ridendo. «Spara. » dice Bryan. «Jennifer è lì? » domando. «Eccome! » la sento esclamare. Rido e poi prendo un respiro profondo. «Si chiamerà Bae. » dico. Un attimo di silenzio e poi sento Jennifer urlare. «O MIO DIO! È UNA BAMBINA! » urla felice. Io e la zia scoppiamo a ridere. «Si! » rispondo senza smettere di ridere. «Amore, che bello. » commenta la mamma, sta singhiozzando. «Allora si chiamerà Bae? » domanda papà, sento che anche lui sta per piangere. «Sarò zio! » esclama Bryan. «Voglio sentire Zago! » esclamo speranzosa. «Zago! Vieni qui! Saluta Maya! » esclama Lucas. Sento le zampette di Zago e poi la sento abbaiare.

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