Tredici

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Ci eravamo appena seduti a tavola per pranzare e avevamo appena fatto le presentazioni, stavamo mangiando in un silenzio abbastanza imbarazzante, Bradley era seduto in mezzo a me e a mia sorella, mio padre era a capotavola da parte a me, mia madre di fianco a mio padre e quindi davanti a me, Arianna vicino a mia madre e mio fratello a capotavola dall'altra parte di fianco a Gemma.
"Allora Brad, com'è essere una celebrità?" Chiese mio padre.
"Beh soprattutto all'inizio non capisci cosa stia succedendo attorno a te, tutte quelle telecamere, ragazzine urlanti, senza offesa Gemma, che sanno tutto di te o quasi, è un po' uno shock, ma poi ci si abitua poco a poco, ogni tanto quando siamo dall'altra parte del mondo ad esempio in Australia e vediamo tutte quelle persone che ci conoscono siamo tipo 'wow, ma davvero abbiamo così tanto successo anche dall'altra parte del globo?' Poi ci sono i pro e sfortunatamente i contro dell'essere famosi, un esempio che subiscono solitamente i musicisti è il jet-lag, quello ti uccide, poi a volte ci ritroviamo a registrare nelle camere degli hotel. La privacy è la cosa più brutta, non puoi praticamente fare un giro da qualche parte che ti ritrovi chiuso in un posto da qualunque parte con gente fuori che urla e meno male che non siamo famosi quanto gli One Direction, loro sì che sono sfortunati sotto questo aspetto e poi un'ultima cosa è la distanza dalla famiglia quando sei in tour" i miei lo guardarono stupiti, come anche mio fratello.
"E io che volevo essere famoso da ragazzino" rise Jace.
"Ma ci sono dei pro?" Chiese mia madre.
"Sì certo che ce ne sono, per prima cosa ehi sei famoso, cioè ovunque vai c'è qualcuno che dice, solitamente ragazze, 'ommiodio quello è Bradley Will Simpson, quello è il mio idolo, oddio svengo' e puntualmente ti ritrovi con dieci persone attorno, oppure con qualcuno svenuto in braccio o qualcuno che piange come se gli fosse morto il cane e quindi la foto viene orribile. Un altro pro è che a quest'età in teoria avrei dovuto essere al college o comunque fare un altro tipo di lavoro. Poi viaggi per il mondo intero con i tuoi migliori amici, certo a volte sono davvero insopportabili, non puoi starci assieme, ci sono giorni in cui ognuno se ne sta per conto proprio e a volte sembriamo delle ragazzine mestruate. E poi è un lavoro quello che facciamo, ci pagano ed è il lavoro migliore del mondo e siamo certi che non sarà per sempre infatti ce lo godiamo al massimo, rimarremo amici sempre anche quando avremo novant'anni, se ci arriviamo."
"Wow"  commentò mia madre.
"Già, abbiamo anche una band di apertura per il prossimo tour e quei ragazzi sono davvero simpatici, sono americani però, quindi ci raggiungeranno tra poco e poi partiremo" disse.
Mia madre guardò mio padre e sospirò:
"Credo che sia ora di toccare l'argomento tour, dite?" I miei fratelli ci guardarono confusi prima che mio padre spiegasse loro:
"Bradley ha offerto a Arianna e Evelyn di partire con loro per il tour che durerà nove mesi, Arianna sarà un'ospite mentre Evelyn avrà un'esperienza lavorativa, in più però dovranno studiare per il diploma e ci sarà il problema degli esami visto che non si possono fare online" mia sorella emise un gridolino che fece saltare Bradley sulla sedia, non ancora abituato a questi scatti strani di Gemma, mio fratello invece mi fissò con uno sguardo stupito.
"E voi non vorreste farla partire? Ma siete pazzi? Quando le si ripresenterà un'occasione del genere? Si troverà una soluzione per gli esami, quelli sono solo un piccolo problema" disse Jace e fui davvero felice dell'appoggio di mio fratello, doveva aver capito quanto ci tenessi.
"Non sono mai stata più d'accordo con Jace, non potete non farle partire"
"Lo sappiamo, ma ragazzi non vedrete vostra sorella e Arianna per nove mesi, siete abituati ad averle in giro tutti i giorni, non è poco e poi non so, se vi accedesse qualcosa?" Disse mia madre.
"Se posso dire qualcosa, penso vi sarebbe d'aiuto parlare con i miei, anche loro hanno avuto gli stessi problemi e alla fine hanno capito che era il mio sogno, non mi sarebbe accaduto nulla e sarei stato il ragazzo più felice del mondo" si intromise Bradley e questo sembrò convincerli, forse avevano bisogno del parere dei miei fratelli e di quello di Bradley
"Quanto distante da qui abitano i tuoi genitori Brad?" Chiese mio padre sorridendogli.
"Una decina di minuti, se non avete impegni posso chiamarli, se volete" disse e i miei si guardarono, loro avevano questa capacità, con un solo sguardo riuscivano a capirsi, molte volte non c'era bisogno che parlassero, ci pensavano i loro occhi a farlo.
"Okay, allora teniamo il dolce per dopo" sorrise mia madre.
"Ehi, ehi aspettate tutti" disse mio fratello e tutti ci girammo verso di lui aspettando che continuasse il discorso.
"C'era il dolce?" Chiese facendo ridere tutti.

Give me love // Bradley SimpsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora