Ho ancora i capelli bagnati, li sto asciugando per la secondo volta in un giorno e spero caldamente che non abbiano l'intenzione di diventare matti anche loro come me con tutta questa elettricità.
Quando torno in salone con dei nuovi vestiti, Will è davanti la porta con due uomini in divisa.
-E' tutto ok?-
Mi avvicino con cautela. –Tris Sherin, è pregata di seguirci al Ministero, abbiamo alcune domande da sottoporle.-
Will protesta, ma io non capisco. –Sono le 9 di sera, un po' tardi per un interrogatorio.-
-Signor McFarland, noi eseguiamo solo gli ordini. La prego di lasciarci fare il nostoi lavoro.-
Guardo William visibilmente allarmata. Che cosa mai vorranno da me dei sorveglianti a quest'ora?
-Ok, ma vengo con lei.-
Mezz'ora dopo, stiamo entrando al ministero che, aldilà dell'idea che possa sembrare abbandonato a quest'ora, in realtà è pieno di vita, con gente che lavora come se avesse appena iniziato un turno di lavoro.
Si trova a pochi chilometri dal centro abitato dove abita Will, il quartiere #542 e, se ho capito bene, questo è il #26, una tra i più importanti dal punto di vista governativo.
-Comodo, insomma non devo ricordare nomi ma solo numeri per tutto.- il mio commento è stato questo quando ci hanno rifilato quest'informazione con una lezione di geografia.
Tuttavia, l'edificio si staglia di fronte un enorme piazza adornata da alberi e panchine, mentre l'interno è tutto in marmo bianco e grigio.
Ci lasciamo guidare in una sezione in cui i controlli sembrano essere triplici, William ogni tanto saluta qualcuno, ma è teso mentre mi stringe tra le spalle.
So che ha bisogno di sapere che io sono al sicuro, ma diciamoci la verità: in questo preciso istante sono tutto tranne che in pericolo.
Un corridoio lungo e stretto è costeggiato da diverse porte, ad intervalli si trova qualche panchina; i due tizi ci scortano dentro una stanza in cui le uniche cose presenti sono un tavolo, e due sedie, una di queste occupata da un uomo sulla sessantina davanti ad una miriade di fogli e vetri-copiatori.
-Oh, finalmente. La stavo aspettando, signorina. McFarland.- L'uomo saluta il mio amico con un gesto della testa molto formale, Will neppure si scompone.
-Ministro.-
Ministro?
-Aspetti. Lei ...-
-Edward Stodd, ministro in carica attualmente da diversi mesi ormai. Si accomodi, la prego.-
Non me lo lascio ripetere due volte, cosa vorrà mai il primo ministro in persona da me? Proprio non lo so.
Uno dei due uomini mi afferra il polso senza neppure chiedere per prendermi il codice d'immatricolazione e vedo William sbottare di rabbia. –Hey! La gentilezza non è un opzione.-
Il ministro sembra tutto tranne che nervoso. La sua allegria mi da quasi fastidio. –Signor McFarland, la pregherei d'uscire. Questo è un incontro privato a cui lei non è stato invitato.-
-E' sotto la mia tutela.- Se non fosse perché è un suo superiore a quest'ora gli avrebbe alzato le mani, ne sono certa perché è quello che farei io vista la sua aria da finto felice, figurarsi uno come Will. –Signor Mcfarland, glielo ripeto una seconda ed ultima volta. Esca da qui, torni a godersi il suo congedo.-
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BAHUYA - into the eyes
Science FictionCosa succederebbe se da un giorno all'altro tutto si bloccasse? Se il mondo sotto i suoi occhi si fermasse di punto in bianco e le dicessero di dover lasciare la Terra per raggiungere un pianeta sperduto nello spazio? Significherebbe una sola cosa:...