#24

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Qualcuno bussa alla porta quando sto uscendo dal bagno.

Ho fatto una doccia ristoratrice che quanto meno ha alleviato la pesantezza delle ultime ore. Mille pensieri si sono impadroniti di me, pesanti come i ricordi che sono tornati a galla insieme a Phil. Se ci penso, lui è solo un lontano ricordo e tutte le volte mi maledico per questo.

Mi stupisco quando qualcuno torna a bussare più forte di prima. Da quando si rispettano le buone maniere?

Apro di malumore e non nego che m'imbestialisco nel vedere un Klaus raggiante fuori dalla mia porta.

-Davvero...- sto per sbattergliela in faccia considerando l'ora tarda, ma mi blocca il gesto con un piede.

-Speravo di poter parlare con te, non ti ho vista a cena, né tanto meno in giro.-

-Magari non mi andava di vederti.-

Decido di non opporre resistenza, sono sicura che non si creerebbe scrupoli ad usare la magia ancora una volta pur di farmi fare qualcosa che non voglio.

Non nego che mi manca usare i miei poteri. È trascorso troppo tempo dall'ultima volta, telepatia esclusa.

-Qualcosa non va?- alquanto invadente anche se è rimasto sull'uscio mentre mi accascio sul letto.

-Perspicace.- lo vedo guardarsi attorno mentre un ricciolo gli scende sul viso. Un risolino raggiunge le mie orecchie e sono sul punto di schiaffeggiarlo, ma le sue parole mi bloccano.

-Non volevo farti del male ieri. Se sei acida per questo, puoi anche smettere, non accadrà di nuovo, non dopo aver fatto ciò che volevo oggi.-

E queste sarebbero delle scuse?! Ma davvero, fratellino?

Scuoto la testa infastidita. –Che vuoi?-

-Solo l'onore di due passi. Vorrei mostrarti una cosa.-

Cinque minuti dopo stiamo salendo le scale. Mi stupisco quando superiamo anche il nono piano. –Ma dove stiamo andando?-

Non si degna neppure di rispondermi, si limita a prendermi per mano e ad aprire una porta lasciandomi lo spazio per entrare per prima.

Mi chiedo quando tutti finiranno di sorprendermi, perché, davvero, ne ho fin sopra i capelli delle sorprese e di avere la bocca spalancata, insomma, la mia mascella ed i muscoli facciali ne risentono. Ho già le prime rughe.

-Dimmi che è uno scherzo.-

Siamo sul terrazzo, ma solo teoricamente, benché questo posto è un giardino a tutti gli effetti: una serra dentro la quale ogni possibile tipo di rosa è coltivata e mi stupisco di questo suo lato così incongruente al suo carattere.

Deve leggermi lo stupore che ne deriva dalla mia espressione, perché mi risponde quasi subito sfiorando una rosa lilla.

-Mia madre le coltivava. Aveva un enorme giardino sul retro della nostra villa, ci passava tutto il suo tempo per prendersi cura di esse. Diceva che non c'era cosa che rappresentasse meglio la vita su Bahuya se non questi fiori: così delicati, ma con l'inganno a portata di mano.-

Sfiora le spine facendo attenzione a non pungersi e mi chiedo come sia possibile esserci dell'amore in una persona come lui.

Non finirà mai stupirmi, e, di più, non finisco di stupire me stessa nella ricerca di trovare qualcosa di buono in lui. Invano.

BAHUYA - into the eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora