#14

65 5 1
                                    


Ty aveva ragione. Parlare con Will è servito quanto meno a rendere la situazione meno difficile.

-Quindi continuerai per questa strada?-

Sollevo appena lo sguardo dal libro di addestramento mentre Theo sta leggendo il suo di medicina, spaparanzato come me sul divano del nostro covo.

-E' riuscito a farmi riavere il permesso, ma sono comunque in punizione con una nota di demerito per il mio comportamento- subito comincio a ridere -Aspetta, come lo ha definito?- mi porto la penna alle labbra con aria pensante mentre quella frase mi riecheggia in mente. –Ah, sì! Comportamento e linguaggio volgare e scurrile.- non riesco a trattenere un ghigno di disprezzo.

-Perché lui è un santo.-

-Quel uomo è strano, passa dall'essere felice all'aggressivo in men che non si dica. Parla lui di educazione ed il primo giorno non si è neppure presentato.-

Theo ha ragione, il suo carattere fa girare la testa, ma è pur sempre il preside e non posso farmi nemico anche lui.

-Comunque io devo andare.-

Lo guardo corrugare la fronte e chiudere il libro mentre io riprendo la mia tracolla.

-Dove?-

Sorrido per la sua curiosità. –Addestramento sul campo. Partiamo tra due ore ed andiamo al quartiere che non esiste più.-

-#849.- l'intelligenza di Theo ormai non mi sorprende più.

Limito la mia risposta ad un semplice annuire con la testa. Come promesso, il ministero ci vuole vedere in azione sul campo, pensano che un sopralluogo in quel posto per metterlo in sicurezza possa servirci.

Lo saluto abbracciandolo forte a me, poi prendo l'ascensore e in men che non si dica sono già in camera a mettere un ricambio nel borsone.

Consegno il permesso in segreteria e aspetto fuori dal cortile un mezzo privato del ministero che non tarda ad arrivare.

Quando raggiungiamo il ministero, altri 26 ragazzi come me si stanno dirigendo in sala addestramento. Non ho legato con nessuno di loro, rimanendo distante. Non voglio coinvolgimenti di nessun tipo con nessuno di loro, non so, ma la frase di quella tizia non sono riuscita a cancellarla.

L'amore è una debolezza.

Laha e Max ci aspettano con un elenco in mano, poi, dopo essersi accertati della presenza di tutti ci guidano in uno spogliatoio e quasi non mi paralizzo nel vedere l'infinità di vestiti appesi.

-Sono le vostre divise, scegliete quelle che vi stanno più comode e quando siete pronti venite all'ingresso. Non perdete tempo.-

Laha ci lascia soli, maschi e femmine nella stessa stanza a cambiarsi; c'è chi già si sta spogliando ed indossando la prima cosa che gli viene davanti agli occhi, mentre io, un pò per imbarazzo e un po' per indecisione, poso il borsone sopra una panchina e mi avvicino agli stand di vestiti. Il ciano è l'unico colore oltre al nero.

Dopo cinque minuti d'indecisione totale, afferro dei pantaloni simili ai miei leggins neri, un top che mi ricorda quello della divisa di Alyssa, di jeans che mi lascia scoperta la pancia, un giubbino stracolmo di stringhe, lacci, passanti e cinture; infine, degli scarponi anch'essi come il giubbino.

BAHUYA - into the eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora