4º. Kai Parker

3.2K 116 4
                                    

Punto di vista di Eleonor

Elena mi ha portata a casa di Stefan e mi ha detto di accomodarmi sul divano.
Ho diverse ferite sulle braccia ed un taglio un po' profondo sulla guancia destra, ma il dolore che provocano non è nulla in confronto a quello che ho porto dentro. Mi sento come una bacinella d'acqua che sta perdendo il suo contenuto e presto resterà vuota. Io , a differenza della bacinella, ho già perso tutto e sono stata svuotata da ogni emozione , da ogni briciolo di allegria e voglia di andare avanti.
Elena si avvicina e me e , dopo aver guardato le mie ferite, si morde il polso destro e lo avvicina alla mia bocca. La guardo sconvolta e indietreggio con il volto .
«Bevi» dice lei, guardandomi negli occhi.
Spalanco gli occhi «Ma che diavolo ...".
«Dammi retta, bevi. Ti spiegheró tutto più tardi» dice ed io, come se fossi completamente soggetta a lei, faccio ció che mi ha detto e piano piano bevo il suo sangue. Il suo gusto è metallico e a fatica reprimo l'istinto di sputarlo. Le mie ferite peró, come per magia, si stanno cicratizzando velocemente e presto non ho più neanche la più piccola traccia della loro esistenza sopra la mia pelle. Rabbrividisco e lascio il polso di Elena. Ma che diavolo sta succedendo? Chi sono queste persone? Posso fodarmi di loro? Mia madre mi ha messo in guardia prima di morire ... Mi ha detto che non vivo nel mondo in cui credo di essere cresciuta. Migliaia di interrogativi affollano la mia mente, ma vengono scacciati via dall'entrata di un ragazzo nel salotto. È alto, straordinariamente bello . Mi squadra da capo a piedi poi chiede ad Elena «Per quale motivo una ragazzina sconosciuta si trova nel mio salotto?».
Già, me lo sto chiedendo anch'io... Che cosa ci faccio qui?
«Te lo spiegheró dopo» risponde lei, incrociando le braccia al petto.
«Dov'è Stefan?» chiede ancora il ragazzo, guardandosi intorno.
«È ancora sul luogo dell'incidente, al Wickery Bridge. Sta tirando fuori dall'auto i corpi-,sussurra Elena - Ha pensato di chiamare Bonnie per cremarli».
«Wickery Bridge?» domanda il moro.
Elena a questo punto esce dalla stanza e gli chiede di seguirlo.
Sospiro e mi copro il volto con le mani. Perchè tutto questo è accaduto a me? Cosa ho fatto di male? Mi alzo e cerco di non piangere. Passeggio per la stanza senza fare nulla, quando qualcosa cattura la mia attenzione.
Da una stanza la cui porta è socchiusa , sento provenire un rumore di quelli per le macchine del cuore che si trovano all'ospedale e , come al solito, decido di non farmi gli affari miei. Apro lentamente la porta, stando attenta a non fare rumore e trovo , sdraiato su di un letto , il ragazzo che mi ha salvata. Sembra stia dormendo ed il battito cardiaco è monitorato da quella macchina. Che cosa ci fa qui? E perchè è ricoperto di ... Di sangue?
Mi avvicino a lui e lo osservo un paio di secondi. Sembra un angelo. Un angelo dalle mani sporche di sangue, ma pur sempre un angelo. Con la punta delle dita , mossa da uno strano sentimento di gratitudine, gli sfioro il viso . «Tu mi hai salvata» mormoro. Scendo lentamente sulla sua guancia e quando arrivo alle sue labbra peró, mi ritrovo il polso avvolto dalla ferrea presa della sua mano. I suoi occhi sono ancora chiusi , ma è evidentemente sveglio. Mi sta facendo male, così lotto con tutte le mie forze per liberarmi ma non ci riesco. Comincio a spaventarmi, così gemo «La mia mano...».
Lui la stringe ancora di più «Stai lontana da me» mi apostrofa , lasciandomi finalmente andare ma spingendomi , non so come, contro la parete. Mi accascio e delle lacrime scendono dal mio volto. Ma che diavolo gli prende? È impazzito?
«Provi dolore?» mi domanda lui, mentre uno strano ghigno compare sul suo volto.
«Tu sei quello che...» comincio a dire , ma lui , alzandosi dal letto, mi interrompe.
«Ti ha salvato?» finsce la mia frase, per poi ridere di gusto. «No, cara. Ti sbagli. L'ho fatto solo perchè tu e il resto della tua famiglia vi siete trovati sulla mia strada nel momento sbagliato. Vedi, ho fatto tutto per far sì che i poliziotti non avessero sospetti» dice lui come se non gli importasse veramente nulla.
Queste parole mi feriscono ma, non so per quale motivo, non le prendo sul serio.
Il tizio dai capelli nero ed Elena compaiono sulla soglia d'entrata ma il ragazzo che mi ha salvata con un gesto della mano li fa cadere a terra urlanti. I due si tengono la testa tra le mani e urlano disperati. Oddio. Cosa gli sta facendo?
«Basta! Basta, smettila! Che cosa siete voi?!» urlo impaurita.
Il mio salvatore sorride «Io sto per diventare il più potente strogone con cui il mondo abbia mai avuto a che fare e questi due sono dei viscidi e meschini vampiri. Sai, non dovresti fidarti di nessuno in questa città. Specialmente di me».
Che cosa? Vampiri? Stregone? Un brivido mi percorre la schiena. Mia madre aveva ragione. Ma non mi importa cosa siano. Queste persone non mi sembrano dei mostri , nonostante i libri li dipingano tutti indistintamente come tali.
Il fantomatico stregone lascia stare Elena e l'altro ragazzo e si avvia verso l'uscita.
«Aspetta» dico e gli sfioro la spalla. Lui si irrigidisce un pochino.
«Non mi importa quello che sei o quello che sono loro... Volevo solo dirti grazie» affermo io.
«Prego» risponde lui, guardando il soffitto e andandosene via.
Dopo questa giornata voglio solo stare da sola così mi volto verso Elena e dico «Grazie a tutti... Ma adesso vorrei andare a casa».
«No, non puoi. Sei sola e la tua famiglia è ... » dice una voce . Mi volto e vedo Stefan.
«Ti prego, non dire quella parola» mormoro.
«Morta?» dice il ragazzo dai capelli neri. Dio mio, non ha proprio tatto.
«Rimani qui con noi. Possiamo aiutarti» dice Stefan. Scuoto il capo«Grazie... Ma quel ragazzo ha ragione. Non dovrei fidarmi di nessuno di voi. Io... Io non credevo che le creture mitologiche di cui si narra nei libri esistessero».
«Noi non siamo creature mitologiche» si lamenta il tizio poco gentile.
Elena lo colpisce con una gomitata e lui la guarda storto.
«Chi mi assicura che nessuno di voi mi farà del male o proverà ad uccidermi questa notte?» dico io guardandoli dritti negli occhi .
«Dovo andare via da qui e raggiungere i miei nonni. Devo organizzare i funerali di mia madre e mio fratello e ... E ho bisogno di andarmene» aggiungo.
«So cosa stai provando. Quel ponte è lo stesso che ha ucciso i miei genitori. Fortunatamente io mi sono salvata e avevo mio fratello, ma quello che sentivo non potrá mai capirlo nessuno» cerca di consolarmi Elena.
Certo... Lei aveva suo fratello, io il mio l'ho perso. «Io non ho neanche più un fratello» dico. Mi copro la bocca con una mano e mi abbandono ai singhiozzi isterici.
Stefan si avvicina a me e dice «Hey, sfogati pure : ne hai bisogno. Ma fidati di noi, resta qui».
«Santa pazienza, Stefan. Costringila a rimanere. C'è uno stregone schizzato a piede libero e tu , invece di uscire a cercarlo, ti fermi qui a cercare di ragionare con...» dice il vampiro dai capelli neri, ma Stefan si volta verso di lui e lo interrompe «No. E non voglio che qualcuno di voi lo faccia un'altra volta. Lei è solo una ragazza che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato ed è tutta colpa nostra perchè non siamo riusciti a catturare Kai in tempo. È colpa nostra se la sua famiglia è morta ed aiutarla è il minimo che possiamo fare». Guardo Stefan e mi asciugo gli occhi con il dorso della mano. Non posso permettere che si incolpino per ció che è successo. È stata tutta colpa del destino.
«Non è stata colpa vostra. Certe cose accadono soltanto, credo... E se proprio volessimo incolpare qualcuno, dovremmo accusare quel ragazzo» dico, incrociando le braccia al petto.
«Come fai a non odiarlo?» mi domanda Elena incredula. Già, è ció che mi domando anch'io.
Guardo in basso poi provo a dare un senso ed una spiegazione a loro come a me stessa «L'ho fatto... Per un secondo o due lo ho odiato come mai nessuno al mondo. Ma poi, quando stavo per affogare, i nostri occhi si sono incrociati ed il mio destino era nelle sue mani. Mi ha guardata in un modo diverso, non carico di odio , disprezzo e cattiveria. Quando c'è stato quel contatto visivo è stato come se qualcosa dentro di se fosse cambiato... È stato come se per un attimo avesse avuto un briciolo di umanità. Non so spiegarlo bene... In finale poteva benissimo lasciarmi morire, ma non l'ha fatto. Lui non voleva che morissi, l'ho letto nei suoi occhi. In un primo momento ho pensato che si fosse pentito di avermi salvata. Ma è stato come se lui avesse voluto che mi salvassi e odiava sentirsi così. Penso che stia fingendo di essere spregevole nei miei confronti... Forse con voi fa sul serio, ma a me da questa impressione; e sto sospettando che lui sia proprio il malvagio stregone che voi stavate cercando di catturare, mi sbaglio? Comunque sia, io sono fermamente convinta che in fondo, chi lo sa in quale angolo del suo cuore di ghiaccio, ci sia una parte di lui che...»
«Aspetta, aspetta, aspetta. Mi stai dicendo che Kai Parker, quel Kai Parker, ti ha salvata?» dice il ragazzo dai capelli corvini. Lo guardo senza dire nulla. Il vampiro guarda Elena e dice «Questa parte non me l'hai detta».
Elena alza le spalle «Stavo per dirtelo, ma Kai si è svegliato».
Li guardo e scuoto leggermente il capo. Dio mio, sono così confusa. Cosa puó aver fatto di tanto terribile Kai, il mio salvatore?
«Lascia che ti dia qualche informazione sul conto di Kai» sorride il vampiro, incrociando le braccia.
«Damon, non farlo» lo prega Stefan.
L'ansia mi sta divorando.
«Ho un'idea migliore. Andró a chiamare Luke e Liv , così potranno dirglielo di persona!» dice Damon quasi eccitato all'idea di rivelare dei segreti forse incoffessabili.
«Damon, basta. Non peggiorare la situazione.
La ragazza ha solo bisogno di calmarsi e riposarsi, non di essere intristita da te e da quel ... Quel mostro!» esclama Elena.
«Perchè continuate a chiamarlo mostro? A nascondermi la verità? Quanto perfido puó essere questo Kai?!» grido incredula , avanzando di un passo verso Elena.
«Non ha un cuore» risponde lei.
Scuoto il capo «Penso che un cuore ce l'abbiano tutti. Forse sono solo una pazza che crede ció, ma magari potró dimostrarvi che vi sbagliate».
Damon afferra una bottiglia di Jack Daniels e beve «Non hai tempo di dimostrarci che hai ragione. Non sai nemmeno il motivo per quale gli stiamo dando la caccia».
«Ci saranno sicuramente un centinaio di ragioni per le quale voi fate quello che fate.
Voi avete tempo per me, per aiutarmi ad uscire da questo tunnel degli orrori... Ed io ne avró per provarvi che quel ragazzo non è così maligno, che c'è del buono in lui» dico guardandolo dritto negli occhi.
Sono sempre stata una persona testarda e sono certa che quel ragazzo non è solo il bastardo stregone di cui loro parlano. Io gli saró per sempre grata.
«Hai portato un'insolente a casa mia» sorride sarcastico Damon, guardando Stefan.
Sorrido leggermente e mi siedo sul divano.
Sono esausta. Stefan si avvicina a me e , accennando un sorriso, dice «Ascolta, noi non siamo una manica di pazzi assetati del tuo sangue. Vogliamo aiutarti, proteggerti e quindi ti prego di fidarti di noi. Ti aiuteremo ad organizzare i funerali dei tuoi familiari, potrai rimanere qui a vivere ... Ma aiutaci. È evidente che Kai provi qualcosa per te, anche se non sappiamo ancora cosa, ma tu sei una sua debolezza. Aiutaci, ti prego. Quel ragazzo è un serial killer spietato, un sociopatico. Vuole unirsi con sua sorella gemella e strapparle via i poteri e tu sembri essere la nostra unica speranza per catturarlo».
È un cosa? Un serial killer? Come è possibile?
Un assassino non ti salva la vita, te la toglie!
«Se io riuscissi a catturarlo, voi lo uccidereste? Io ... Io non credo che lo meriti. E... E hai appena detto ' serial killer ' ? » mormoro io.
Stefan annuisce «Organizzeró un incontro con i suoi fratelli per farti spiegare tutto. Comunque piacere, Stefan Salvatore».
«Eleonor White» mi presento io stringendogli la mano.
Damon ride e dice «Okay, sento di essere ubriaco. Damon Salvatore al tuo servizio» esclama il vampiro, cercando di sembrare serio. Annuisco «Piacere di conoscerti, Damon»

I'm in love with a psychopathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora