11º. La scelta folle

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Punto di vista di Kai

Non ci posso credere. Eleonor mi ha buttato giù dal letto! Vorrei tanto stringerle le mani intorno al collo, ma la mia dannata mente me lo impedisce. C'è qualcosa che non va in me.
Devo avere qualche problema mentale serio. Voglio dire, so di essere uno psicopatico e non ho problemi a far soffrire la gente. Il punto è che non posso comportarmi da schizzato con Eleonor: non ci riesco. Mi sdraio di nuovo accanto a lei e lascio che il sonno vinca su di me.

La mattina vengo svegliato in modo barbaro dalla musica a tutto volume che si espande per tutta la casa . Mi copro le orecchie con il cuscino e strillo «Eleonor! Smettila! Spegni quello stereo!». Lei sembra ignorarmi ed io mi infilo i jeans di corsa e la vado a cercare. La trovo in sala, intenta a ballare al centro della stanza con indosso i suoi pantaloni e quella che un tempo doveva essere la mia camicia.
Spengo lo stereo e lei si volta verso di me.
«Che cosa hai fatto alla mia camicia?» le domando notando che le maniche sono sparite e che la sua pancia è scoperta per metà a causa dei bordi della camicia stretti in un nodo.
Lei allarga le braccia e sorride «Oh, giusto. Intanto felice giorno anche a te, Kai! La mia maglietta è ancora umida e non posso di certo indossarla... Così mi sono ingegnata e ho tagliato le maniche della tua camicia per renderla femminile. Ti dispiace?» mi domanda.
«Sì! Era la mia camicia preferita e tu l'hai distrutta!» ringhio avvicinandomi di qualche passo a lei.
Eleonor alza gli occhi al cielo «Distrutta... Avanti, Kai, non fare il drammatico. L'ho rimodernizzata» afferma, facendomi quasi scappare la pazienza.
«Evita di parlare per favore» grido, passandomi la mani tra i capelli e incamminandomi verso la cucina. Sul tavolo trovo caffè e pancakes e rimango di stucco. È stata Eleonor a cucinare? Perché l'ha fatto?
I miei dubbi vengono chiariti quando la ragazza rompe il silenzio «Se te lo stai chiedendo, sono stata io a preparare la colazione» afferma, comparendo alle mie spalle. Notevole. Dovrebbe mostrarsi acida, scostante e arrabbiata ma non lo fà. Mi ha addirittura preparato la colazione.
«Non c'era bisogno che lo facessi» le dico , sedendomi a tavola. Lei alza gli occhi al cielo e ,torndosene in salotto , dice «Un semplice grazie sarebbe stato abbastanza» .
«Io non ringrazio mai nessuno. Di solito sono gli altri a ringraziarmi per avergli risparmiato la vita!» affermo , sorseggiando il caffè.
Lei batte le mani «Fattici onore!» dice sarcastica, per poi accendere di nuovo lo stereo. Mio Dio, che razza di canzoni ascolta?
Finisco velocemente di mangiare e corro im sala . «Puoi spegnere lo stereo? Questa canzone è terribile!» mi lamento, incrociando le braccia al petto. Lei si avvicina a me lentamente e sgrana gli occhi.
«Stai bestemmiando, Kai Parker. Gli Imagine Dragons sono il top del top!» mi risponde con tono irritato .
«Senti, ragazzina, sono un po' più grande di te e posso assicurarti che questi tizi non hanno possibilità di competere con il vero rock! Hai mai ascoltato Bon Jovi? Gli ACDC ? Sting? Quelli sono i re del rock e del punk!» le spiego, guardandola dall'alto in basso. Questi giovani di oggi non sanno proprio cosa sia il buon gusto ... Sono sconvolto.

Eleonor ride «Senti, Malachai, Sting e Bon Jovi sono artisti dalla fama immortale. Io li adoro, sul serio, ma bisogna anche ascoltare le nuove canzoni. Sei rimasto troppo indietro! È come se fossi stato in prigione per un decennio!» afferma . Bella battuta. Inarco un sopracciglio e mi avvicino ancora di più a lei. Eleonor sembra essersi resa conto della figuraccia che ha fatto e socchiude la bocca.
«Scusami...» mormora con timore. Ha paura della mia reazione, lo sento. La spingo contro il muro e poggio le mie mani all'altezza della sua testa, bloccandole ogni possibilità di fuga.
La guardo negli occhi e vedo solo paura. Negli occhi di quasiasi persona mi farebbe piacere vedere il terrore più puro quando mi guardano, ma nei suoi mi da fastidio. È quasi come se non volessi spaventarla. Non voglio che abbia paura di me. Mi avvicino al suo orecchio e le dico «Hai pessimi gusti musicali, tesoro» sussurro, allontanandomi di colpo da lei. Eleonor tira un sospiro di sollievo e si scosta i capelli dal volto.
«Forse. Ma tu hai bisogno di una nuova Playlist» afferma, guardando in basso. Prima che possa rispondere, lei si scusa ed esce di casa. Dovrei inseguirla? No, non è proprio il caso. Vado a riposarmi la testa dalle sue chicchiere ed i maledetti Imagine Dragons.

Punto di vista di Eleonor

Quasta notte ho dormito benissimo. Mi capitava spesso in passato di non riuscire ad addormentarmi con qualcuno al mio fianco ed è assurdo anche solo pensare che ci sia riuscita con uno psicopatico stregone serial killer pronto ad uccidermi. Sono strana, lo so. Mi sento quasi attratta da quel ragazzo e so che è sbagliato. Non si puó provare affetto per un mostro e Malachai Parker lo è. Chi potrebbe massacrare metà della sua famiglia a sangue freddo? Chi potrebbe avercela con il mondo intero per ciò che dovuto passare in vita sua? Chi potrebbe uccidere persone innocenti senza rimorsi solo per provare piacere nell'infodere dolore? E soprattutto : chi potrebbe permettere alla sete di potere di avere la meglio su di lui? Di certo uno psicopatico. Non c'è alcun dubbio sulla diagnosi psicologica di Kai ma bisogna ammettere che ,nonostante le azioni orribili che ha commesso, è stato capace di compiere opere buone e di comportarsi decentemente con me. Si è fermato nel bel mezzo della strada ed è sceso dall'auto ,mentre fuori infuriava una tempesta , solo per portarmi al coperto. Mi ha offerto un luogo per dormire. Mi ha chiesto di vivere con lui. Mi ha risparmiato la vita al Grill e mi ha salvato da morte certa al Wickery Bridge. Io vedo del buono in Kai e voglio far di tutto per farlo ragionare e cambiare.
Non è mai troppo tardi per cancellare il passato e ricominciare il cammino verso un futuro migliore, un futuro brillante. Kai ha sofferto e forse capisco perché si comporta così. Non voglio giustificarlo, ma voglio dargli una possibilità. È per questo che ho preso la decisione più folle ed insensata della mia vita.
Quando Kai mi ha spinto contro il muro , ho avuto paura. Ho avuto il terrore che mi rompesse il collo, estraesse la milza come ha fatto a sua sorella Josette, che trasformasse il mio sangue in acido, ma ho anche capito uns cosa importante. Kai deve essere aiutato ed io , che lui lo voglio a no, lo faró. Mi trasferiró da lui e cercheró di tenerlo lontano dai guai il più possibile. Adesso sono uscita di casa perché devo avvertire Stefan e gli altri della mia decisione. So giá che non la prenderanno bene, ma sinceramente non me ne importa.
Dopo alcuni minuti di cammino, arrivo davanti a casa Salvatore e busso decisa.
Ad aprirmi è Damon con una bottiglia di liquore in mano. Figurati...

«Wow. Sei viva! Pensavamo che Kai ti avesse fatto a pezzi e gettata in pasto ai coccodrilli. Stefan, fermati, non serve più la CIA! È viva!» urla Damon. Lui è il suo dannato umorismo. Lo sorpasso e rido «Ha-Ha-Ha! Sei divertentissimo, Damon! Comunque sono venuta per dirvi che mi trasferiró da Kai per un po' di tempo» affermo. La bottiglia , che fino due seconfi fa Damon stringeva nella sua mano, cade a terra e finsce in mille pezzi.
«Sei impazzita? Che ti dice il cervello?» urla lui.
«Assolutamente no!» grida Stefan, comparendo all'improvviso davanti a me.
«O mio Dio, sono commossa. Voi due siete d'accordo su qualcosa? Non cambieró idea, ragazzi. Vi ringrazio per il sostegno e l'aiuto che mi steste offrendo, ma devo andare da Kai. Anche lui ha bisogno di aiuto ed io non intendo lasciarlo solo. Ci possiamo comunque vedere per stare insieme, non rimarró segregata in casa» dico io, andando nella mia stanza a raccogliere tutte le mie cose.
Penso che nel pomeriggio mi faró aiutare da Kai a prendere anche tutto il resto dalla vecchia casa in cui vivevo con mio fratello e mia madre, non voglio più stare da sola.
«Questa è una pazzia! Potrebbe ucciderti, lo capisci?» dice Stefan , seguendomi come un avvoltoio.
«Sì, Stefan, lo capisco. Ma non preoccuparti, starò bene. La scorsa notte mi ha dimostrato che posso fidarmi di lui» affermo, chiudendo la valigia. Stefan mi guarda incredulo e dopo pochi secondi Damon piomba in stanza con una scopa.

«No. Non ci credo» dice , sgranando gli occhi.
Mi copro il volto con una mano e scuoto il capo
«No, Damon. Non è successo quello che pensi! Adesso , scusatemi, ma devo andare» dico, correndo fuori dalla stanza e lasciandoli sconvolti nella mia ormai vecchia stanza.

I'm in love with a psychopathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora