Fuori dalla realtà (parte 2)

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Nicolas

"A quanto pare questa Liliana si é presa una cotta per te" mi dice Marco, il mio migliore amico.
"Bah, non saprei. Pare di si."
Sono confuso. Non capisco il senso di questa misteriosa emozione che mi pervade ogni volta che penso a Liliana.
La conosco a malapena, ma...
Quando ho incontrato i suoi occhi per la prima volta, qualcosa é subito scattato dentro di me. Chissa se anche per lei é cosi.
"Nicolas non essere stupido.. Se una ragazza dice che non le importa niente di te ma intanto non se ne va, é perché evidentemente é cotta di te. Sveglia!"
Mah...
"Si forse hai ragione", ammetto.
"Certo che ce l'ho. Comunque io devo scappare... Sai, non sei l'unico ad avere una ragazza"
Mi accenna un saluto e si volta.
"Non é la mia..."
Le parole mi muoiono in gola quando lo vedo gia lontano.
A volte Marco é proprio strano... Somiglia a The Flash, per quanto é veloce.
Anziché tornare a casa, decido di fare altri quattro passi.
Devo schiarirmi le idee... Quello che é successo oggi con Liliana é del tutto fuori dal comune...
Compreso l'ombrello.
Voglio dire... Con una giornata cosi una ragazza si porta dietro l'ombrello? Ed é diventata tutta rossa quando le ho chiesto come mai ce l'aveva dietro...
Donne. Alcune si imbarazzano per niente, altre non si pongono neppure dei limiti.
Dio, come odio Vanessa.
Ma perché ho voluto dare spiegazioni a Liliana?
Bah...
Sorrido istintivamente quando rivedo nella mia mente il suo corpo scontrarsi contro il mio sul marciapiede...
No ma a che diavolo penso?!
Un gruppo di ragazzine mi sfreccia davanti e mi riporta tristemente alla realtà... Gia, dimenticavo che abito vicino a una scuola media e che a quest'ora escono praticamente tutti, che corrono come dei pazzi furiosi. Mentre cerco di non andare addosso a nessuno, qualcosa cattura di colpo la mia attenzione...
Un pezzo di stoffa azzurrina sbuca da dietro un auto.
Dato che sono curioso peggio di una scimmia, mi avvicino.
Non é solo un pezzo di stoffa.
É qualcos'altro.. Piu mi avvicino e piu mi accorgo che quella é... una manica.
I miei passi si fanno piú lunghi e frequenti.
Dalla manica si intravede una mano. O mio Dio!
Quando giungo a quella macchina scura, per poco non mi viene un colpo.
Lo "spettacolo" a cui assisto é destabilizzante.
Una ragazza giace completamente a terra, con il viso seminascosto tra le braccia.
La scuoto leggermente, ma non risponde. Sembra totalmente addormentata.
"Ehi. Ehi! Mi sen..." il resto della frase muore dentro la mia gola.
Questa figura la conosco. Questi vestiti gli ho già visti... E questi capelli biondo cenere li ho gia accarezzati piú volte...
No, no, non puo essere.
Scosto le braccia dal viso di questa creatura indifesa e la riconosco. É lei.
Ecco, é in momenti come questi che nella vita tutto cessa di esistere. Tutto smette di vivere.
Il mio cuore non batte piú e le mie mani tremano, nell'intento di risvegliare il corpo di questa ragazza che conosco da appena due settimane, ma che per me é gia importante. Non riesco a trattenermi e vado in panico.
"Lily, Lilyy, Sono Lety... Sei in ritardo. Dove sei? Mi sto preoccupando!"
Una voce femminile mi riporta alla realtà bruscamente.
Quando mi giro, una ragazzina castana mi appare davanti e leggo nei suoi occhi il terrore. Black out totale. Tutto fermo.
"Ahhh!! Cosa hai fatto a mia sorella, mostro?!!! Cosa le hai fatto??!! Lasciala, non la toccaree!!" si avvicina minacciosamente e mi spinge via. Io, al suo posto, avrei fatto lo stesso.
"Lily! Lily rispondimi, ti prego! Liliana!! Ehii!!"
La culla come se non fosse sua sorella maggiore, ma una bimba di circa quattro anni. É troppo commovente sta scena.
Piange lei, piango anche io.
Dopo attimi eterni si volta e mi guarda, truce.
"Che ti ha fatto per meritare questo?"
Sono bloccato e mi sto per sentire male, ma devo reagire perché altrimenti non so come tutto questo potrà andare a finire.
"Ascoltami, ragazzina. Io lo so che sei arrabbiata con il mondo intero, ma credimi...
Credimi, io non c'entro nulla. L'ho trovata cosi, dietro a questa macchina, mentre stavo passeggiando."
L'ultima frase non sono riuscito a scandirla bene a causa delle lacrime di preoccupazione e di rabbia.
Rabbia verso chi le ha fatto questo. E chissa quanto altro...
La ragazzina sembra capirmi d'improvviso anche se non so come. Si alza e, con tono sicuro nonostante il pianto incessante, mi chiede: "Aiutami, ti prego. Sono da sola. Minorenne. Non so che fare in questi casi... Tu... Tu sei maggiorenne vero?"
"Si. Ho diciannove anni".
Mi guardo attorno. Non c'é anima viva. Ma in che razza di posto siamo?
Non so, non so piu nulla...
So solo che devo portare in salvo sia Liliana che questa ragazzina, che, facendo due piú due, deve essere la sorella Letizia...
O almeno credo che si chiami cosi...
"Liliana! Mi senti?!"
Letizia prova ancora a chiamare la sorella. Noto che si muove e cerca qualcosa per terra...
"Ei guarda! Un fazzoletto bagnato!" urla con un lampo negli occhi.
Me lo passa e non ho ombra di dubbio.
"Chi era con lei, le ha fatto respirare alcool tramite sto coso bianco!" urlo a mia volta, turando un pugno alla ruota della macchina enorme dietro di noi. Ahi che botta.
Devo dire qualcosa. Devo fare qualcosa.
"Senti, non possiamo stare ancora qui. Andiamo." dico non riconoscendo manco la mia voce.
La ragazzina annuisce spaventata ed io sollevo il corpo di Liliana cautamente. La prendo in stile "sposa".
"Ehm... Aspetta! Ma dove vai? Ca-casa mia é da quella parte.."
"Ascoltami, devi fidarti di me, ok? Vieni."
Lo so che portare entrambe a casa mia potrebbe essere una cazzata colossale, ma é anche vero che casa loro é sicuramente piu lontana rispetto alla mia.
E qui non c'é tempo da perdere.
Forse dovrei portarla in ospedale, ma non penso che ce ne sia il bisogno. É solo stordita.
Ma ci va del tempo affinché si risvegli. E se il fazzoletto e ancora bagnato vuol dire che l'aggressore deve aver fatto tutto da poco tempo.
Per circa cinque minuti di tragitto mi sembra di percorrere chissa quanti chilometri.
Liliana é leggera, ma non troppo.
É completamente rannicchiata contro il mio petto... Magari si é mossa...
"Ragazzo ma dove stai andando?"
Mi richiede.
"A casa mia."
"A-a-a casa tuaa?? A casa di uno sconosciuto?! O mio Dio.."
"Letizia ti prego. Fidati. Ok, so che é difficile dato che non ci siamo mai visti... O quasi... Ma"
"Sei Nicolas?", mi interrompe.
"Si. Come lo sai?"
"Ci siamo visti all ospedale se non mi sbaglio e.. Liliana mi ha parlato di te. Che stupida, scusami, non ti ho riconosciuto subito. E tu.. Come fai a conoscere il mio nome?"
"Beh, l'hai detto tu stessa in ospedale."
"Davvero?"
"Si"
Sorride per un attimo.
Ah, menomale. Un problema in meno.

*****************************

"Ecco, ci siamo. Questa é casa mia. Speriamo che il cancello sia aperto, altrimenti dovrei prendere le chiavi..."
Letizia guarda il palazzo con una punta di diffidenza.
Per fortuna quel cavolo di cancello non é chiuso.
Adoro i miei vicini!
A quest'ora mia mamma non c'é. É a lavorare fino alle 20:00, il che e un bene.
Salgo le scale a fatica, ma poco mi importa dello sforzo muscolare. L'importante é che lei stia bene.
Apro la porta velocemente ed entriamo.
Con qualche falcata rapida raggiungo camera mia e poggio delicatamente il corpo di Liliana ancora addormentato, ma non faccio in tempo a staccarmi del tutto da lei, che dalla sua bocca esce inspiegabilmente un gemito e mi cerca con le mani.
"Liliana? Ti sei svegliata!!" grida Letizia, ma la sorella sembra non rispondere di nuovo. Provo a ristaccarmi da Liliana, ma il suo corpo si muove e mi impedisce di farlo.
"Mia sorella sembra sentire solo te.", dice sorridendo.
"Io.. Non capisco."
"Hai diciannove anni e non capisci? Si é innamorata di te, nonostante lei stessa sia la prima a negarlo"
"Ma ci conosciamo da pochissimo..."
"Mai sentito parlare di amore a prima vista?"
Ah, gia... Nelle favole si. Nella realtà non so se esiste per davvero.
"Beh... Non ci resta che aspettare il suo completo risveglio, allora!"
Esclamo con un tono fiducioso, sta volta.
"Si, hai ragione. Ehm... Però potrei andare in bagno?"
"Ma certo. É la seconda porta a destra."
"Grazie, Nicolas"
Esce ridacchiando. Bah!
Mi ritrovo disteso nel mio letto con una bellissima ragazza raggomitolata contro di me...
Piccola... Se scopro chi é stato a farle questo...
Mentre cerco una posizione migliore e meno "compromettente", Liliana muove la testa.
La stringo leggermente contro di me, ma questa volta la sua reazione é diversa.
Si muove piano ed apre gli occhi, piano.
Oh, finalmente! Si é svegliata!
"Liliana, piccola mia... Ti sei svegliata!"
Lei, con fare frastornato, anziché respingermi e chiedermi un sacco di cose, si limita a sorridermi e a guardarmi interrogativa. Non ha ancora la forza di parlare.
Cercando di capire cosa mi stia per chiedere, cerco di rassicurarla.
"Tranquilla, ti spiegherò tutto. Le tue sorelle stanno bene. Si sistemerà tutto, vedrai.
Tranquilla".
Il suo respiro é leggermente alterato. Beh, credo che sia una cosa naturale quando due persone sono in certe situazioni.
Mio Dio, ho ripreso a respirare.
Ho ripreso a vivere.
Le accarezzo la guancia e la stringo forte a me...
Non mi respinge. Non si dimena.
Tutt'altro. É dolcissima...
Sembra quasi che si fidi di me.

Liliana...



*nota dell'autrice*

Dodicesimo capitolo...
Spero di aver descritto bene ogni momento...
Vi piace?
Commentatee!

Bye!


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