capitolo 11: quell'11 maggio

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Come avevo scritto nel capitolo 8, io e lui dovevamo incontrarci un pomeriggio a casa mia.
E così è stato.
Vi descrivo com'è stata la giornata.
Arriva in ritardo, come al solito, è venuto in bicicletta.
Appena entrato in casa appoggia il suo zaino e inizia a lamentarsi dei troppi compiti.
Facciamo i compiti per una mezz'oretta mentre ascoltiamo un po' di musica.
Poi lui si stende sul divano e mi chiede "io e te non dovevamo parlare di qualcosa?".
Io faccio cenno di sì con la testa.
Mi chiede di confessargli tutto quello che sento e così ho fatto.
Ho iniziato con il solito discorsetto della migliore amica per poi arrivare all'ultima frase dicendo "so che sono pazza, ma mi piaci".
E lui mi ha detto: "non sei pazza, perché se sei pazza tu sono pazzo anch'io".
A quel punto gli ho chiesto perché sarebbe pazzo.
E lui ha risposto: "perché anche tu mi piaci".
Ho sentito le mie guance diventare bollenti quindi credo di essere arrossita.
Lui mi guarda negli occhi e mi sorride, a quel punto io decido di ricambiare.
Allungo la mano per sistemarmi i capelli ma lui me la prende e me la stringe.
Ci guardiamo di nuovo negli occhi.
Lui fa per alzarsi ma io lo abbraccio.
Credo che quello sia stato l'abbraccio più lungo della mia vita.
È durato circa 10 minuti.
10 bellissimi minuti, che avrei voluto non finissero mai.
Poi è andato a casa perché era ora di cena.
Io sono rimasta lì, stesa sul divano, a pensare e a ripensare a quell'abbraccio.

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