Capitolo 10

76 5 0
                                    

Corsi via di casa senza dare spiegazioni alla mamma di Tory che cercò di fermarmi, misi in moto e partii facendo scivolare le ruote sull'asfalto che causarono il rumore per la quale si girò quasi tutto l isolato che era andato a fare le condoglianze alla famiglia di Tory. Avevo di piangere da un pezzo e quello che provavo era solo rabbia, odio, voglia di vendetta. Sapevo che Tory era stata uccisa solo per arrivare a me, perché sapevano che a quel punto sarei uscita allo scoperto, e avevano fatto bene i loro calcoli, era arrivato il momento di agire, il momento di cacciare le palle e affrontare quei dannati Fantasmi.

Io: HEI tu!!!

Suonai il clacson dell auto e frenai di botto quando vidi il tizio che mi fece spaventare a casa di Denny. Mi vide e corse verso la mia auto.

Io: Tu sei quello che ho visto a casa di Denny.

"Derek"

Io: Giusto. Derek cosa ci fai qui?

Derek: Ti stavo cercando, fammi entrare.

Io: Chi mi garantisce che non mi farai del male?

Derek: Questo!

Dalla tasca del giubino uscì un piccolo distintivo rosso con l incisione R.I.P.D, il suo nome e il ruolo che svolgeva nel dipartimento.

Derek: Adesso ti fidi?

Non tanto, ma lo feci entrare lo stesso visto che tra poche ore si sarebbero fatte le 19.30 e non volevo lasciarlo da solo per strada, e non sapevo nemmeno se aveva un posto dove stare. Derek entrò in auto e potei concentrarmi sulla sua fisionomia, altro poco più di me, capelli castani, corti e ben sistemati, occhi marroni e lineamenti squadrati ma allo stesso tempo morbidi e precisi, tranne per la piccola cicatrice sulla fronte che si notava ben poco.

Io Allora dove stavi andando?

Derek: Tel ho detto, ti stavo cercando, mi serve il tuo aiuto.

Restai in silenzio e pensai a guidare mentre lui attaccò a raccontarmi a cosa gli servivo.

Derek: Nel nostro Dipartimento sono arrivate segnalazioni di ex guardiani che hanno visto la bambina di pezza e...

Io: La cosa??

Derek: La bambina di pezza, conosci la sua storia?

Io: No.

Derek: Il suo nome era Cloe, viveva nel Nord Dakota fino al giorno del suo trasferimento a Miami. I suoi genitori conobbero un uomo che divenne come una sorta di zio per la bambina, ma quello che non sapevano era che l'uomo aveva precedenti. Alla festa dei 13 anni della bambina non si ebbe più notizia di lei, fino al giorno in qui i suoi genitori trovarono il suo corpo senza vita fuori la porta di casa. Il nome le è stato dato dalla Omicidi poiché quando fu ritrovata alcune parti della pelle erano state sostituite da pezze colorate.

Un coniato di vomito arrivò fino alla gola per poi tornare giù, non osavo pensare a quello che era stato fatto ad una bambina di 13 anni, e solo il pensiero che potesse essere viva durante la tortura mi dava i brividi. Spensi il quadro dell'auto e gli feci cenno di scendere e seguirmi. Entrammo in casa e io feci le solite cose, polvere di gesso avanti alla porta, chiavi sul mobiletto e telefono in tasca e andai in cucina.

Derek: Tu abiti qui?

Io: Si.

Ci sedemmo a tavola e gli versai un bicchiere d'acqua che lui non prese.

Io: allora come mai è qui questa bambina?

Derek: Per vendetta. La ragazzina è stata uccisa qui, ma nessuno è mai riuscito a trovare l'artefice di quell'omicidio quindi lei è tornata per vendicarsi.

Io: Tornata?

Derek: Già. Il funerale fu fatto nelle sua città natale e quindi il suo fantasma ha dovuto viaggiare parecchio per tornare qui, e adesso non si fermerà davanti a nulla. Abbiamo mandato Denny per farti aiutare.

Lo guardai co visibile stupore, eppure c'era da aspettarselo, altrimenti come faceva a sapere cosi tante cose sui fantasmi.

Derek: Ma ci sta mettendo troppo, visto che è morta anche la tua amica.

Il ricordo di Tory mi distrusse il cuore in pochissimi secondi e i miei occhi divennero fuoco mentre cercavano di trattenere le lacrime.
"Non piangere avanti a lui, non farlo" . Ma fu inutile, scoppiai dopo pochissimi secondi e, con un movimento fulmineo, mi fece alzare dalla sedia e mi abbracciò forte facendomi sentire al sicuro, e stavo così bene li, tra le sue braccia forti. Mi alzò il volto fino a guardarmi meglio occhi e poi mi baciò. Fu un bacio dolce, casto, niente lingua, solo labbra, solo dolcezza e tenerezza, ed io non feci nulla per allontanarlo, stavo li e tutto sembrava così giusto, così normale, così bello.
"Denny". Mi allontanai di scatto e corsi ad aprire la porta che stava suonando non so da quanto, e Denny fuori che mi urlava di aprire. E se ci aveva visti? " cosa gli dirai?". Nulla. Noi non stavamo insieme quindi non dovevo dirgli nulla.

Denny: Ragazzina è da dieci minuti che ti busso.

Io: Non avevo sentito la porta.

Denny: Non mi fai entrare?

Ci pensai su, avrei potuto mandarlo via e tornare a fare quello che stavo facendo, ma quando vidi alle sue spalle i morti che lo fissavano capii che si erano fatte le 19.30 o forse erano anche passate. Mi spostai e lui entrò diretto in cucina.

Io: Allora cosa ci fai qui?

Denny: La domanda dovrei farla io a te, ma in un altra forma.

Indicò con un dito Derek che mi stava fissando per nulla imbarazzato.

Io: Lui è..

Denny: Lo so chi è, ti ho chiesto cosa ci fa qui.

Derek avanzò verso di lui fino a ritrovarsi quasi naso e naso con Denny.

Derek: Perché non lo chiedi a me coglione.

Denny: Parlare con i ritardati è uno spreco di tempo prezioso.

Derek: Potrei farti il culo a strisce in due secondi sai?

Denny: Provaci Coglione.

Speravo con tutta me stessa che non si sarebbero afferrati in casa mia perché alla fine uno di loro due mi avrebbe sfondato qualche cosa.

Io: MA CHE...???

Primavera FantasmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora