Capitolo 5

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Io: Tory...Tory...ehi Tory...

I suoi occhi azzurro chiaro si sorchiusero, la sua pelle stava riprendendo il colorito originale e anche se non mi aveva ancora risposto almeno aveva aperto gli occhi. La sollevai e la misi a sedere soffiandole un po d aria con la mano.

Tory: Ho fatto un sogno stranissimo...

Io: Tory non era un sogno.

Tory: o che cazzo allora adesso non potrò più uscire di casa?

Sorrisi. In tutti questi anni ho sempre avuto paura e l'unica cosa che mi ha sempre preoccupato era il fatto di vedere i morti, cosa molto strana, invece Tory era preoccupata di non poter uscire di casa. Si alzò e aggiustò la gonna, legò i capelli ben stretti e mi fissò decisa come non l avevo mai vista.

Tory: Sai cosa ti dico? Questa sera in piazza ci sarà la festa dedicata al Giappone ed io non permetterò ad un branco di anime vaganti di rovinare tutto, e nemmeno tu.

Io: La festa..vero.

Tory: Abbiamo comprato il vestito più di 1 mese fa quindi questa sera andremo a quella festa.

Io: Tory non..io non posso.

Tory: certo che puoi, e poi non penso che i morti attacchino questa sera.

Io: Non troverò una buona scusa per farti cambiare idea?

Tory: Assolutamente no.

Non avevo mai capito il senso di questa festa visto che noi non avevamo niente a che fare con il Giappone ma comunque era una cosa carina da fare, vedere tutte quelle persone vestite in modo stano era sfizioso e divertente, e poi era la sera in cui anche chi non beveva tornava a casa ubriaco. Erano le 19.35 ed io e Tory avevamo passato tutto il pomeriggio a parlare di me e di quando avevo iniziato a vedere i morti.
"Tory: E se queste " persone" vorrebbero essere solo aiutate?"
Era questa la domanda che mi frullava nel cervello da quando me lo aveva chiesto, e in fondo non mi ero mai fermata a pensarci o a chiedere cosa volessero da me, ma penso che chiunque al mio posto avrebbe fatto la mia stessa cosa. Tory entrò in stanza con un lungo vestito a fiori, i capelli legato al centro della testa e il trucco da orientale, ed era veramente bellissima.

Tory: allora? Sembro una giapponese?

Io: si, ti manca solo l'ombrellino.

Tory: lo compreremo per strada, tu invece non sei ancora pronta.

Io: Non sono sicura di voler venire.

Tory mo prese per mano e mi tirò fino all'armadio che aprì per prendere il vestito lungo rosa con la fascia rossa e dei fiori bianchi.

Tory: ora tu ti metti questo vestito, ti alzi i capelli con le bacchette che ti ho portato, metti le dannate bamboline ed esci di casa con me, prendi l'auto e andimo in città, e passeremo una serata fantastica.

Io: Tory ma...

Tory: Senti Denise io lo so che hai paura perché ne ho anche io, il solo pensiero di aprire quella porta e trovare solo dio sa cosa ad aspettarci mi terrorizza, ma sto aspettando questa dannata festa da 3 mesi e giuro che nemmeno La Morte in persona me la rovinerà.

Presi il vestito ed entrai in bagno senza fare nemmeno un fiato, mi preparai il più velocemente possibile ed uscii guardando Tory che mi fissava sorridente e felice. Presi che chiavi dell'auto e per vorremmo il corridoio di casa, e più ci avvicinavamo alla porta, più i nostri respiri si facevano pesanti. Misi la mano sulla maniglia della porta e gettai un occhiata cveloce a Tory che fissava la porta.
Eravamo in giardino, e i marciapiedi erano colmi di ragazzi vestiti con quelle strane tuniche tutte colorate che ridevano e bevevano birra e altro, nessun segno di fantasmi o di cose strane, niente di niente, solo perso e vere che camminavano.

Tory: visto? Tutto tranquillo. Avanti andiamo.

Arrivammo in città alle 21.17 di sera e le strade erano affollatissime, di parcheggio nemmeno l ombra così portai l'auto in un Garage a orario. Diedi un anticipo di 20 dollari per le prime 3 ore, nel caso avrei perso più tempo avrei pagato la differenza. Iniziammo a camminare per le strade, fermandoci a quasi ogni vetrina e bevendo di tanto in tanto un po di birra che avevamo comprato al primo bar che avevamo trovato.

Tory: Denise guarda, li sopra danno i fuochi d'artificio, ci andiamo? Ti prego!

Non andavo pazza per i rumori dei fuochi, ma quella sera ero troppo felice e serena, non avevo sto ne fantasmi ne altro e quasi tutti i ragazzi che avevamo incontrato si erano fermati a guardarci. Salimmo le scale e arrivammo sulla terrazza occupata da circa 50 persone.

Tory: dai andiamo.

Persi Tory tra la folla e iniziai ad urlare il suo nome sperando che mi sentisse, ma venni afferrata per un braccio da una mano dalle dita sottili ma forti e decise. Dopo pochi mentre mi ritrovai alle spalle della folla che stava fissando l'apertura dei fuochi.

Io: Denny?

Denny: Ciao. Non mi aspettavo di vederti.

Io: Lo stesso vale per me.

Denny li appoggiò alla ringhiera in ferro e guardò verso i fuochi d'artificio permettendomi di cedere il suo volto di profilo con le ciocche di capelli che gli cadevano sulla fronte.

Denny: Serata tranquilla.

Lo affiancai e guardai i colori di quei fuochi mischiarsi con il blu del cielo notturno, gli applausi e i sospiri di stupore, i volti felici dei bambini, forse era per questo che questa festa festa piaceva a tutti.

Denny: Ho deciso di aiutarti.

Io: Davvero?

Denny: Si.. In fondo siamo "coetanei" e non posso lasciare che tu venga uccisa.

Io: Oh grazie davvero, ma...adesso non sono sola.

Denny: in che senso?

Io: Ecco...ho parlato con Tory e le ho detto della presenza di Fantasmi nella nostra città e quindi adesso li vede anche lei e...

Gli occhi di Denny inchiodarono i miei e il mio cuore saltò un battito.

Denny: Lo hai detto a Tory? Ma sei uscita fuori di testa? Ti rendi conto che hai messo in pericolo una persona. E se adesso io non ti insegnassi nulla, tu e la tua amica come farete? Sei un incosciente, impulsiva, e indiscutibilmente testa di cazzo.

Io: Adesso basta Denny!! Non accetto un altro insulto da te. Fino a 2 giorni fa io ero sola, e me la sono sempre cavata. Non ho bisogno di te per difendermi, troverò un modo proprio perche adesso ho Tory al mio fianco quindi smettila di fare l'eroe che salva la donzella in pericolo, e smettila di insultarmi visto che qui l'unica testa di cazzo tra i due sei tu. Chiaro?

Denny era rimasto in silenzio senza mai distogliere lo sguardo dai miei occhi, e sapevo benissimo di essere diventata rossa dalla vergogna ma non potevo permettere ad un ragazzo di trattarmi così. Dopo quasi due minuti passati a fissarci lui tornò a guardare la folla che camminava serena per le strade.

Denny: Eccola li Tory, credo ti stia telefonando.

Presi il telefono dalla borsa e iniziò a squillare.

Io: Tory dove sei?

Tory: Denise sono vicino al chiosco dei gelati tu dove sei?

Io: Non muoverti da li.

Posai il telefono in borsa e mi allontanai  sperando che Denny mi avrebbe fermata e baciata, ma non lo fece.

Denny: HEI Denise vero?

Mi voltai a guardarlo. Stupido idiota aveva dimenticato il mio nome.

Io: Si.

Denny: OK..Denise ci vedio alle  9 fuori  casa mia, e..complimenti, quel vestito ti sta molto bene.

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