Chapter 23.

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Mi recai nel posto in cui io e Giampiero ci eravamo dati "appuntamento", vidi una panchina, mi sedetti e iniziai ad aspettarlo.

Nel frattempo presi il mio cellulare, e iniziai a scorrere la noiosa home di Facebook.

Dopo una decina di minuti sentii una voce dietro di me chiamarmi.

Potevo riconoscere quella voce anche fra mille persone.

Mi girai e lo vidi.

«Ehi, sei qui da molto?» mi chiese lui, mentre posava il suo cellulare in tasca.

«Qualche minuto.» risposi, togliendomi gli occhiali da sole.

«Bene, vieni andiamo.»

«Dove?»

«In un posto meno confusionario.» disse lui, tendendomi la mano.

L'afferrai.

E stranamente non m'importava quello che le persone avrebbero pensato.

🌟🌟🌟

«Dimmi, esiste posto più rilassante del mare?» mi chiese lui, mentre apriva il cofano della macchina per poi prendere delle tovaglie.

«Che vuoi fare?» chiesi.

«Ci servono delle tovaglie per sederci, non voglio mica riempirmi di sabbia, e non credo lo voglia anche tu.»

Ridacchiai, «giusto.»

«Che bel suono.» disse lui, mentre ci dirigevamo verso la spiaggia.

«Quello del mare? Già.»

«No, della tua risata.»

Abbassai leggermente lo sguardo, sicuramente ero diventato leggermente rosso in volto.

«Eccoci qua, mi aiuti a sistemare le tovaglie?»

«Certo.» risposi, mi passò una tovaglia e la poggiai sulla sabbia.

Subito dopo lui si sedette, ed io feci lo stesso.

Iniziai ad ammirare il mare, ed il suono che emetteva.

Chiusi gli occhi e mi feci trasportare.

Era molto rilassante.

«Giorgio?» mi chiamò Giampiero.

Mi voltai verso di lui, «oh scusami» dissi.

«No, tranquillo.. in realtà..»

«Cosa c'è?»

Lui sospirò, si portò le ginocchia vicino al petto poi poggiare il mento su di esse.

«Volevo parlarti.. sai, per qualche giorno non ci siamo più sentiti per colpa di quel che era accaduto.» disse, guardando il mare.

«Oh, sì..»

«Sono stato uno stronzo, sai?» disse, per poi girarsi verso di me.

Io alzai un sopracciglio.

«Quando eri andato via, dovevo seguirti, invece ero rimasto lì.»

«Giampy..» sussurrai.

«No. Nemmeno ti ho richiamato, perché in realtà aspettavo che lo facessi tu.»

«Io.. io ero troppo incazzato in quel momento, non volevo sentire nessuno.»

«E dove sei andato a dormire?»

«Da.. un mio amico.»

«Un tuo amico.» fece una risatina amara.

«Sì, qualche problema?»

«No.» rispose freddo.

«Non mi sembra, non sarai mica geloso?»

«E anche se fosse?» disse, guardandomi, notai che i nostri volti erano molto vicini.

«Non puoi rispondere con una domanda.»

«Sì, okay?»

«Perché?»

«Che significa perché? Forse perché.. beh.. oh fanculo.»

Mi prese il volto tra le mani e posò le sue labbra sulle mie, per un primo momento ne rimasi sorpreso, mi mancavano i suoi baci, affondai le mani tra i suoi capelli e glieli strinsi.

Il bacio divenne sempre più profondo, e staccarmi da lui fu difficile, ma avevamo bisogno di prendere fiato.

Ci guardammo intensamente negli occhi, le nostre fronti si toccavano.

«Ti amo, Giorgio.»

Come? Avevo sentito bene? Mi amava?

Sorrisi, uno di quei sorrisi che difficilmente spariscono, ero felice.

«Puoi ripeterlo? Sai, sono diventato un po' sordo.»

Rise, «ti amo.»

«Ti amo anch'io

🌟🌟🌟

Quanto sono adorabili?

Un'amore ai limiti dell'evoluto || murrytekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora