Capitolo 15.

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Arrivó il giorno successivo e quando mi svegliai Blake non era lì.
Trovai un bigliettino al suo posto che mi avvisava che avrebbe passato la giornata con i suoi ex conquilini e vicino aveva lasciato un vassoio con la colazione insieme ad una rosa. Sorrisi annusando la rosa e presi subito il cellulare per inviargli un messaggio di ringraziamento.
Dopo aver fatto colazione, chiamai Sam per sentire come se la stava passando , evitando ovviamente di parlargli della mia gravidanza: non volevo preoccupare anche lui.
Dopo ritornai a sdraiarmi sul letto.
Mi sentivo ancora stanca e , anche se fuori c'era un bellissimo sole, volevo solo rimanere lì a pensare.
I miei occhi caddero sulla chitarra appoggiata al muro, e allora mi alzai a prenderla per finire un pezzo che avevo iniziato a comporre.
Avevo iniziato quel brano da mesi ormai, ma ero arrivata ad un punto oltre il quale non riuscivo più ad andare; sembrava impossibile completarlo....
Suonai la prima parte e chiusi gli occhi lasciando le dita scorrere sui diversi tasti della chitarra. Arrivai alla parte critica e proprio quando stavo per fermarmi, sentii un sussulto nella pancia; strinsi gli occhi con forza mordendomi il labbro talmente forte da sentirne male; ma le mie dita continuarono a suonare: riuscii così a concludere il pezzo. Riuscii a concluderlo grazia a lui , grazie all'emozione regalata dal mio piccolo....
Presi una penna e completai il pentagramma con le note che mancavano. Per il mio piccolo, scrissi sul retro, così da non dimenticare mai quel momento...
Sentii le lacrime scendere sulla guancia, e allora posai giù la chitarra, così da potermi risdraiare sul letto e piangere come una bambina.
Avevo appena sentito il mio piccolo e solo ora mi rendevo conto di quanto reale fosse il tutto. Quella parte di me che continuava a vedere la situazione con leggerezza ora era placata. Rimasi così sola contro la realtà, sola contro il mio bambino, al quale avrei dovuto rinunciare a causa della mia codardia.
Rimasi in quella situazione finché non sentii bussare alla porta e fui costretta ad alzarmi per lavare il viso, poi aprire.
Mi trovai davanti mio padre; non persi neanche il tempo a fare l'arrogante, o a domandarmi cosa ci facesse lì.
Invece feci una cosa che non avrei mai osato fare anche solo un'ora prima: mi tuffai al suo petto e lo abbracciai piangendo ancora più forte. Le sue braccia mi circondarono , e le sue mani accarezzarono la mia testa come non facevano da anni.
"Non sei sola Hope, non sarai mai sola finché ci sono io..." Sussurró al mio orecchio e solo allora mi resi conto di quanto bisogno aveva di sentire la sua voce.

*

Una volta finito il mio sfogo, papá mi invitò a pranzare a casa, impedendomi di rimanere sola nella suite.
Mi lavai di nuovo il viso, costringendomi ad ignorare il rossore sul naso e negli occhi, poi mi vestii.
Quando salimmo in macchina scrissi un messaggio a Blake, avvisandolo che ero fuori. Invece di rispondermi per messaggio, mi chiamó.
"Hei,"
"Come stai?" Mi domandó immediatamente. Potevo sentire la voce di Jeremy, il sio ex conquilino, in sottofondo.
"Bene, tu?" Risposi cercando di sembrare normale.
"Hope, hai pianto?"
"No," risposi trattenendomi.
"Potrebbe essere molto più facile si così....se solo tu-"
"Devo andare...."
"Hope,"
"Sì?"
"Ti ameró sempre, indipendentemente da quello che sceglierai," disse ed io sorrisi prima di digli quanto lo amavo.
Colai lo sguardo di mio padre fissarmi , mi rivolge un sorriso e distolse lo sguardo.
"Hope, la sai la storia dincome è nato Theodore vero?" Chiese.
"No," mentii volendo sentirla anche da lui.
"Tua madre ed io ci eravamo appena sposati, o comunqueerano passati pochi mesi. Stava filando tutto liscio, come avevo programmato io. Ma poi un giorni lei mi disse che era incinta...ero talmente sconvolto e spaventato che le urlai contro, dicendole le cose peggiori che un uomo potrebbe dire a sua moglie in un momento come quello. Sta di fatto peró che nonostante avessi avuto paura in quel momento, Theodore è stato una delle tre cose più belle che potessero mai capitarci..."
"Tu avevi ventotto anni e la mamma ne aveva ventidue ed eravate sposati. Non è la stessa cosa...."
"Hai paura di dover lasciare Blake qualche giorno e dover stare da sola?" Mi domandó lui.
"Cosa? No! Non lo lascerei per niente al mondo. Anzi temo proprio il contrario..."
"Quel ragazzo ti ama come un pazzo. Si è trasferito in un altro continente per riconquistarti, non hai nulla da temere."
"Non sono pronta...ci sono così tante cose che voglio fare prima di-"
"Prima di?" Interrompendomi,  mi fece notare che avevo appena affermaro che un giorno sarebbe toccato anche a me avere un figlio.
"Perché siete tutti così ottimisti? Nessuno sta supportando la mia decisione...."
"Avrai il nostro appoggio in qualsiasi decisione tu prenda. Io voglio solo che tu non faccia cose di cui ti pentirai per tutto il resto della tua vita..."
"E guarda caso è la stessa cosa che voglio io," dissi freddamente. Lui mi guardó incredulo, ma non disse nulla.
Non dubitavo del fatto che avrei amato con tutta me stessa questo eventuale bambino, la ragione per cui non volevo mantenerlo era la paura di non mostrargli il mio amore nel modo giusto. Come avrei potuto vivere se il mio stesso figlio o la mia stessa figlia mi avessero odiata per quel che sono?
Rabbrividii al solo pensiero e scuotai la testa per scacciare via ogni elemento che potesse farmi cambiare idea.
Avevo preso una decisione, e quella sarebbe stata.

*

Dopo il pranzo, gli altri si misero a guardare tutti un film in salotto, mentre io e Luke ci sedemmo da parte per chiacchierare. .
"Jenna è ancora da Lory?" Domandai a sottovoce a lui.
"Sì, si stanno divertendo un sacco insieme," mi spiegó.
"Sento come se la stessi trascurando..."affermai.
"Tuo padre ha pensato di fare una cosa per lei..."
"Cioè?"
"Adozione."
"Cosa?!" Un paio di teste si voltarono nella nostra direzione, tra cui quella di Ted . Capii dalla sua occhiata che era geloso di Luke, e iniziai a dispiacermi per lui.
"Già. L'adorano! E poi ora che siete tutti via un pó di compagnia non li farebbe male...che ne dici?" L'idea di non avere più Jenna attorno una volta tornata a Londra non mi faceva impazzire, sopratutto dopo quel periodo in cui la vedevo pochissimo. Tuttavia, se i miei genitori l'avessero presa in adozione avrebbe avuto un futuro molto più brillante di quello che le spetterebbe a Londra con solo me e Luke.
"Lei cosa ne pensa?"
"Ho provato a parlarle, ne era felicissima....i tuoi aspettavano solo il tuo consenso." Annuii e mi annotai in mente di parlarne con i miei più tardi.
"Hai risolto con Blake?" Mi chiese Luke.
"Non lo so...non capisco cosa si aspetta da me..."
"Cioè?" Gli feci cenno di seguirmi mentre mi alzavo, e così fece . Salimmo nella mia vecchia stanza, dove potevamo parlare senza disturbare gli altri.
"Dice che accetterà qualsiasi decisione io faccia, ma allora stesso tempo vuole convincermi a tenerlo..."
"Non lo biasimo...se fossi stato io a metterti in cinta non ti lascerei di certo farlo, sai che onore sarebbe!" Scherzó facendomi scoppiare a ridere. Ma poi mi fermai e ripensai alla frase. 'Se fossi stato io a metterti in cinta'......
"Oh mio Dio....."
"Cosa?"
"Oh mio Dio Luke..."
"Cosa c'è?!!"
"Il mio bambino....il mio bambino potrebbe essere tuo..."

LUKE' POV
Mi cascó la mandibola appena la sentii pronunciare quella frase.
"C-cosa?" balbettai incredulo. Non era possibile...non poteva essere...
"Sono alla terza settimana, deve essere il tuo...." Mi alzai dal letto, poi mi risedetti, e mi rialzai di nuovo prendendomi la testa fra le mani.
"Ne sei sicura?"
"Sì! In quella settimana l'ho fatto sia con te sia con lui....puó essere tuo come puó essere suo..."
"Cazzo!" Affermai nervoso.
"Tanto non cambia nulla," mi fece notare. Tolsi la testa dalle mani e la guardai.
"Voglio sapere se è mio Hope."
"Non cambia nulla," ripetè lei, iniziando a farmi innervosire.
"Per te non cambia nulla perché sei una stronza di merda senza cuore; a me cambiarebbe la vita saperlo," sibilai a denti stretti mentre stringevo i pugni. Non tardó ad arrivarmi un forte schiaffo da parte sua. Si mise in piedi.
"E anche se fosse tuo e lo tenessi, stanne certo che nessuno lo verrebbe  mai a sapere." Poi uscì come un uragano.
"Cazzo!" Imprecai seguendola.
Uscì dalla casa attirando l'attenzione degli altri, e io continuai a seguirla.
"Hope, aspetta!" La chiamai , poi la ferma afferrandola dal braccio. Ora stava piangendo. Non l'avevo mai vista piangere così tanto prima...
"Non piangere, mi dispiace," sussurrai provando ad abbracciarla.
"Non mi toccare cazzo!" Mi spinse via.
"Proprio quando pensavo che peggio non poteva andare! Proprio quando stavo iniziando a prendere inconsiderazione-"
"Ma ti senti?" La interruppi avvicinandomi a lei.
"Stai cercando delle inutili scuse per convincerti che quello che vuoi fare sia giusto. Davvero rinunceresti al tuo bambino perché potrebbe essere mio?"
"Se fosse tuo sarebbe la fine per davvero! Blake non me lo perdonerebbe mai!"
"È successo prima che voi vi mettiate insieme. Non è tradimento questo," provai a spiegarle.
"In ogni caso non voglio tenerlo. Non so neanche perché mi stia preoccupando di questo!"
"Perché sai che lo vuoi. Smettila di lottare contro te stessa, rendi le cose difficile solo per te!"
"So cosa devo fare..."
"Cosa?" Ma a quel punto stava già correndo per rientrare incasa sua.

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