Capitolo 19.

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Come avevamo deciso prima, io e Blake guardammo un film insieme: ognuno occupava un divano e tra l'uno e l'altro tenevamo una ciotola di pop-corn. Ogni tanto le nostre dita si toccavano, e ogni volta che succedeva Blake mi lanciava uno sguardo veloce e si riconcentrava sulla tv. Decisi così che potevo anche fare a meno dei pop-corn, avrei continuato a fingere di guardare il film che aveva scelto , poiché lo avevamo guardato insieme già due volte prima. Questo non glielo dissi...
Ogni tanto mi concedevo di guardarlo per qualche secondo, come per assicurarmi che era ancora lì con me.
Il suo sguardo incrociò il mio, e solo allora mi accorsi che lo stavo fissando.
Non volendo metterlo ulteriormente a disagio, avevo ripuntato lo sguardo sulla televisione fino alla fine del film.

Spendemmo il resto del giorno a casa tra chiacchiere e videogiochi. Alla prima partita a FIFA avvisai Blake che ero un'esperta nel gioco e che quando giocavamo lo battevo sempre. Tuttavia, credendo a ció che gli dissi, lui giocó con onestà per la prima volta da quando ci eravamo conosciuti e mi stracciò miseramente.
"Quindi....quindi.... Tu mi lasciavi vincere!" Avevo esclamato incredula, tenendo il broncio.
"Rifacciamola, saró stato solo fortunato stavolta," propose divertito dalla mia perdita.
"Certo, così ricominci a farmi vincere..." mormorai incrociando le braccia.
"E dai non essere arrabbiata...evidentemente non volevo farti arrabbiare," spiegò  e mi infuriai ancora di più.
"Stai forse dicendo che mi arrabbio per un gioco? Ti sembro arrabbiata adesso?!" Mi alzai in piedi offesa dalle sue accuse.
"No ma....tu prego non picchiarmi, sono solo un povero invalido!" Finse di piagnucolare mettendosi la mano ingessata davanti alla faccia come difesa.
Senza potermi trattenere, sorrisi e tornai a sedermi accanto a lui, riprendendo il remoter in mano.

"Penso che andrò a dormire, sono cotta," dissi alzandomi sbadigliando dal divano.
"Buonanotte," disse lui sorridente.
"Non vieni?" Domandai quando vidi che spense la tv. Lui scosse la testa.
"Non vuoi che dorma quì?" Chiese guardandosi intorno. Mi inginocchiai davanti a lui e presi la sua mano fra le mie.
"Ti ho promesso che non ti tenterò finché non sarai tu a volerlo...tutto quello che voglio ora è addormentarmi al tuo fianco, ma se ti chiedo troppo allora-"
"Dormirò con te," mi interruppe prima che potessi finire. Gli sorrisi e lo ringraziai prima di portare la sua mano alle labbra e posarvi un bacio: era il massimo che potevo fare. 
Lo aiutai ad alzarsi e gli passai la sua stampella. Zoppicò accanto a me fino alla nostra stanza, poi, una volta entrato, appoggiò la stampella al muro e afferrò la maglia dal bordo per sfilarla.
"Faccio io," mi offrii di aiutare andando da lui.

Blake

Camminò a passo svelto da me, come se stessi reggendo un peso che mi avrebbe schiacciato se non mi avesse aiutato. Era così tanto attenta a me che , anche se non avessi avuto nessuna altra testimonianza, non avrei potuto dubitare del suo amore per me. Lo capivo dal modo con cui mi guardava, scommetto che chiunque-persino uno sconosciuto-lo avrebbe capito. I suoi occhi non potevano mai staccarsi da me, quasi come avessero paura di perdermi se lo facessero. Per non parlare del suo corpo. Ogni volta che le nostre pelli venivano a contatto potevo percepire qualcosa accendersi in lei. Non si trattava di una passione sensuale, bensì di qualcosa di più grande, così grande da farmi sentire in colpa ogni secondo che respiravo senza ricordarmi di lei...di una cosa ero certo, in quella parte a me sconosciuta della mia vitaً l'avevo amata, forse anche più di quanto lei amava me. E chi sa, forse ,anche se non avessi recuperato i miei ricordi, sarei stato in grado di amata di nuovo.

Il mio corpo torreggiava sul suo mentre le sue dita afferravano l'orlo della mia maglia, quasi tremando, per sollevarla delicatamente . Alzai le braccia per aiutarla a sfilarmela tutta; a questo punto potei sentire il suo respiro caldo contro il mio petto. Le sue labbra sfiorarono la mia pelle per un nano secondo, ma non si concesse altro. Si alzó sulle punta dei piedi e liberó le mie mani dal tessuto, facendo attenzione a non farmi male su quella ingessata. Il suo sguardo incrociò il mio e per la prima volta feci attenzione a quanto belli erano i suoi occhi, così grigi e penetranti da farmi sentire nudo davanti a lei.
Le sue labbra piene erano leggermente aperte e distavano a pochi centimetri dalle mie. Quasi d'istinto, avvicinai lentamente le mie labbra mentre lei rimaneva immobile. La baciai lentamente e lei ripose immediatamente muovendo le labbra in cerca di maggiore contatto.
"Piano piccola," sussurrai posando la mano sulla sua nuca. Lei annuì e mosse le labbra più lentamente, mentre le sue mani andavano a posarsi sul mio petto. Un gemito scappò dalle sue labbra quando spinsi la lingua nella sua bocca rendendo il bacio ancora più intimo.
Le sue labbra erano famigliari, erano terribilmente famigliari, eppure niente mi veniva in mente. La mia mano scivolò lungo la sua schiena fino ad arrivare al sedere abbondante. La strinsi e pensai ancora che il suo corpo sembrava essere fatto a misura delle mie mani. La sua bocca si staccò improvvisamente e lei indietreggiò. Ancora preso dal momento, le rivolsi un'occhiata interrogativa.
"Il bambino ha appena calciato," affermó accarezzando il suo ventre con un sorriso stampato sulle labbra, un sorriso che non potei non imitare quando, nel toccarla, sentii un secondo calcio.
Riportai lo sguardo su di lei e ,nel vederla sorridere, pensai che fosse bellissima.
"È ora della nanna," sussurrò prima di infilarsi sotto le coperte. Andai a sdraiarmi accanto a lei e rimasi immobile non sapendo che fare.
"Rilassati Blake. Non dobbiamo per forza stare appiccicati," m'informó Hope percependo chiaramente la mia agitazione.
"Uhm...okay..." Dissi semplicemente.
Lei si voltó dall'altra parte, poi si addormentó senza più dire nulla. Io feci altrettanto.

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