Capitolo 23

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Kylie

Quando mi guardò rimase sorpreso per un secondo, poi si passò nervosamente la mano fra i capelli. Capii che era stanco dal tono arreso che stava usando. Ero io la causa di quella stanchezza?
"Sei andato in piscina?" Chiesi notando che era più abbronzato e aveva gli occhi iniettati di sangue, in più gli erano spuntate delle lentiggini che quella mattina non c'erano.
"Sì. Sei stata qui tutto il tempo?" Mi domandò rimanendo in piedi. Annuii.
"Perché?"
"Ti stavo aspettando..." Risposi guardandolo nuovamente da capo a piedi. Era semplicemente bellissimo.
"Ti ho detto di tornare quando-"
"Mi dispiace per quello che ho detto, non lo penso davvero," dissi alzandomi per andare da lui.
"Lo so. Voglio solo che tu capisca che io voglio aiutarti, non capisco perché continui a respingermi..."
"Theodore," pronunciai il suo nome mentre prendevo la sua mano tra le mie. "Se voglio tenerti fuori da tutto questo è perché non voglio trascinarti nei miei problemi..."
"Ma i tuoi problemi sono anche miei...perché non riesci a capire questo?" Sussurrò mentre accarezzava il mio viso con l'altra mano. Era passato molto tempo dall'ultima volta che ci eravamo baciati, eppure il ricordo era così vivo da farmi sentire il bisogno di farlo di nuovo. Tuttavia riuscii a controllarmi, lo avevo ferito già troppo...
"Voglio baciarti," mormorò come se mi avesse letto nella mente.
"Theodore..." farfugliai mentre la mia mano si spostava lungo il torace per fermarlo gentilmente. Abbassai il viso e appoggiai la fronte contro il suo petto, inspirando il suo profumo tossico.
Le sue mani circondarono la mia vita e lui si limitò ad abbracciarmi senza spingersi oltre.
"Stai con me," sussurrò al mio orecchio e io sorrisi all'idea. Se io avessi avuto una lista delle cose impossibili che mi avrebbero resa la ragazza più felice al mondo, stare con lui avrebbe occupato indubbiamente il primo posto.
"Non posso..." Risposi stringendo la sua maglia con forza. Non potevo essere così egoista da rovinare la sua vita, si meritava molto più di me.
"Se lo vuoi puoi farlo eccome..."
"Oh Theodore..." Sospirai alzando gli occhi per guardarlo. "Sei così....perfetto." La mia mano accarezzò i suoi capelli scendendo fino a posarsi sul collo.
"Stai con me," ripeté lui guardandomi con occhi pieni di disperazione e speranza.
"Non posso abbandonarlo..." Lui rimase in silenzio per qualche secondo, poi chiuse gli occhi e prese un profondo respiro.
"Non ti sto chiedendo di abbandonarlo," parlò facendomi spalancare gli occhi. Feci un passo indietro confusa dalle sue parole.
"Mi stai chiedendo di stare con te mentre sto anche con lui?" Domandai confusa. Lui sbuffò e si passò una mano tra i capelli.
"Se pensi di stare con lui per ancora molto allora sì...piuttosto che non averti preferisco....condividerti."
"Condividermi?" Ripetei incredula per il termine che aveva scelto.
"Hai capito cosa intendo..."
"Mi stai chiedendo di-"
"Oh avanti Kylie hai capito benissimo! Se questo non è abbastanza per farti capire quanto sono disperato non so che altro fare per mostrartelo..." Si avvicinò a me di nuovo e mise entrambi le mani sul lato del mio viso.
"Non ti obbligherò a fare niente se non lo vorrai, se anche baciarci ti farà sentire in colpa posso rinunciare anche a quello...io..."
"Ma allora cos'é che vuoi?" Domandai non capendo cosa mi stava chiedendo.
"Se non vuoi scoparmi , cos'é che vuoi?"
"Oh Kylie...dammi solo l'okay e vedrai quanto voglio scoparti, ma non è per questo che ti voglio." La sua affermazione mandò un forte brivido nel mio ventre e serrai i denti per non dire nulla di stupido. Deglutii.
"Io....non so cosa dire..." Mormorai alzando lo sguardo su di lui. Non mi sarei di certo sentita in colpa se avessi deciso di accettare la sua proposta, in fondo l'unica ragione per cui stavo con Cole era il fatto che mi sentivo in qualche modo in dovere di farlo...non lo avevo mai amato nel vero senso della parole, soprattutto dopo il suo cambiamento e lui questo lo sapeva.
Tuttavia, non potevo correre il rischio che Cole scoprisse qualcosa, avrei messo in pericolo Theodore e io questo non lo volevo.
"Non posso, è troppo pericoloso. Se Cole lo scopre-"
"Non gli permetterò di farti del male, se prova anche solo a torcerti un capello lo ammazzo."
"Non è di me che sono preoccupata, non mi farebbe mai...tanto male. È te che non voglio mettere a rischio," spiegai e lui si accigliò.
"Kylie...forse non ti ho mai spiegato chiaramente che tipo di uomo è mio padre..."
"Tuo padre non ci sarà a-"
"È talmente ossessionato dall'idea di proteggermi che mi ha fatto frequentare tutti i tipi di corsi per autodifesa possibili da quando avevo sei anni, assumendo i migliori personal trainer dello stato. Per cui sono l'ultima persona al mondo per la quale ti devi preoccupare," mi rassicurò e non ebbi problemi a credergli: bastava osservare il suo corpo per capire che non mentiva.
"Theodore, io non voglio correre il rischio....non sopporto neanche l'idea che lui-"
"Ascoltami Kylie," mi interruppe posando un dito sulle mie labbra.
"Mi basterebbe un sì da parte tua e quel bastardo sarebbe un uomo morto," disse guardandomi intensamente.
"L'unica ragione per la quale sta ancora respirando é perché tu lo hai voluto. Non devi temerlo." Iniziai a pensarci e capii che parlava sul serio. Sapevo che aveva abbastanza potere da poter annientare Cole, che in confronto a lui era un sempliciotto.
"Se ti senti in dovere di stare con lui sei libera di farlo...ma se non lo ami non devi per forza essergli fedele, lui non-"
"Fanculo..." Mormorai prima di attaccare le mie labbra alle sue e baciarlo con passione. Avevo sognato quel momento così tante volte che viverlo fu surreale.
Le sue mani erano su di me, mi sollevarono e mi fecero sdraiare sul letto. Mi abbassò i pantaloncini e bació la parte della mia coscia ricoperta dal tatuaggio facendomi ridacchiare. Nel frattempo mi sbarazzai della maglia svelando il mio seno. La sua mano mi accarezzò e le sue labbra mi baciarono ancora.
"Sei così bella..." Sussurrò sul mio collo e io mi dimenai sotto di lui in cerca di più contatto.
Si sollevò da me solo per togliersi la maglia e sentii di nuovo un brivido lì sotto nel vedere il suo corpo perfetto.
Mi sollevai mettendomi sulle ginocchia come lui e alzai il viso per baciarlo mentre le mie mani toccavano l'addome scolpito.
Gemette quando la mia mano scese al ventre, il che mi fece eccitare ancora di più. Mi afferrò dai fianchi e mi fece sdraiare mentre il suo corpo seguiva il mio. 

"Mi devo fermare?"sussurrò sulle mie labbra.
"No."
Non ci volle altro per far riunire i nostri corpi , immergendoci uno nell'altra ancora e ancora.
Per la prima volta nella mia vita, sentii di dare me stessa a qualcuno non perché mi sentissi in dovere di farlo, ma perché mi rendeva felice come non lo ero mai stata prima.

Theodore

Kylie giaceva al mio fianco con  testa appoggiata al mio petto. I ricci bruni erano sparsi ovunque, soffici al tatto come la seta. Si era addormentata fra le mie braccia, sfinita da ciò che stavamo facendo poco prima. Ripensai al suo corpo sotto il mio, alla sensazione unica di essere dentro di lei , alle sue labbra gemere il mio nome mentre raggiungeva il culmine del piacere...era indescrivibile.
Coprii i nostri corpi con il lenzuolo e tornai a sdraiarmi accanto a lei.
Pochi minuti più tardi un telefono squillò, il suo, e prima che io potessi spegnerlo lei si svegliò di scatto. Prese il cellulare e, nel vedere che era lui, mi guardò mimando 'scusa'. Si alzò dal letto, ancora nuda, e rispose al telefono.
"Hei," mormoró spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Il mio sguardo scese involontariamente lungo il suo corpo e dovetti trattenermi dal prenderla ancora. Aveva un corpo proporzionato e con il giusto equilibrio: era il perfetto confine fra il troppo e il troppo poco.
"Stavo dormendo.... adesso? Non è un pó tar-....okay, ti aspetto....anch'io...ciao." Finalmente riattaccò. Fece per vestirsi ma io la fermai.
"Cosa vuole?" Domandai.
"Mi porta fuori a cena," spiegó frettolosa. Sbuffai e la lasciai andare, ricordandomi che ero stato io a volere questo. Lei iniziò a vestirsi e io rimasi sdraiata a guardarla girare per la stanza . Si infilò le scarpe senza nemmeno allacciarle e si chinò su di me per baciarmi. Le afferrai il braccio e la feci cadere su di me; lei ridacchiò e mi bació, ma poi si alzò di nuovo.
"Grazie per oggi, è stato bellissimo," disse passando la mano fra i miei capelli.
"Da rifare..." Sogghignai e lei rise di muovo.
"Devo scappare, ti chiamerò." Mi salutò con un ultimo bacio, poi sparì dalla mia vista.
Non mi sentivo molto tranquillo a lasciarla sola con lui, ma non volevo fare qualcosa contro la sua volontà.
Mi alzai dal letto e mi infilai i boxer e i pantaloncini, pochi istanti dopo la porta fu aperta e Andrew entrò nella stanza. Solo quando vidi i lividi sul suo viso mi ricordai di quello che era successo prima. Mi sentii terribilmente in colpa, ma non dissi niente. Avevo avuto ragione ad incazzarmi.
"Ted, possiamo parlare?" Mi domandò avanzando verso di me. Annuii senza dire nulla.
"Mi dispiace che tu l'abbia scoperto in quel modo, avevo intenzione di dirtelo presto..."
"Presto? Tipo tra un anno o due?" Incrociai le braccia alzando un sopracciglio.
"No, te ne volevo parlare in questi giorni, ma Jade mi ha detto che non é un buon periodo per te e allora ho rimandato..."
"Perché lei?" Gli chiesi ripensando a loro due insieme.
"Sai meglio di me che è una ragazza unica, é bellissima, dolce, comprensibile....é perfetta. Mi dispiace sia tua cugina Teddy, ma io provo veramente qualcosa per lei e non ho intenzione di lasciarla," spiegò e serrai le mascella non sapendo che dire.
"Andrew, sai meglio di chiunque altro quanto amo Jade, non perché é mia cugina ma perché é la mia migliore amica. Io ti giuro....se la vedrò mai piangere per colpa tua, se le spezzi il cuore, ti verrò a cercare," lo avvisai. Lui rimase sorpreso dalla mia affermazione, si accigliò poi mi guardò con gli occhi verdi che facevano contrasto con la pelle mulatta.
"Suppongo che questo sia il tuo modo di darci la tua benedizione...." Parlò con un sorrisetto e io non potei più tenere il broncio.
"Amici come prima?" Domandò allungando la mano. Alzai gli occhi al cielo e strinsi la sua mano.
"Amici come prima," ripetei.
Ci demmo un abbraccio veloce e mi scusai per averlo colpito, poi, come se niente fosse mai successo, accendemmo la tv e cominciammo una partita di FIFA.

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