Quella Voce, Quella Voce Era Ancora Lì.

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Harry

Mi alzai da quel prato a fatica, avevo tutti i muscoli indolenziti e mi sentivo come se fossi caduto da un albero di dieci metri. Mi portai una mano alla tempia, la voce che avevo sentito poco prima mi stava ancora rimbombando nella mente e non riuscivo in alcun modo ad ignorarla nonostante mi stessi sforzando di farlo da un po'. Non avevo la più pallida idea di dove andare, ma mi diressi istintivamente verso un piccolo vialetto sterrato alla mia destra.

Ad un tratto sentii una specie di suono che non riuscii bene a distinguere. Proveniva da uno di quegli enormi alberi che costeggiavano il viale. Feci ancora qualche passo e mi ritrovai davanti ad una scena che non seppi bene come interpretare.

C'era il cucciolo di un animale che non avevo mai visto che emetteva dei suoni strazianti. Quando si accorse della mia presenza, cominciò a mugolare ancora più forte.

-MIAOOOOO-

Fece di nuovo quel verso sgranando i suoi occhioni grigi. Mi si strinse letteralmente il cuore.

-Mi spieghi  come posso aiutarti adesso? Le mie ali sono sparite, e...-  quando lo dissi ad alta voce sentii un groppo in gola.

-MIAOOOOOOO- miagolò l'animale in risposta. 

-Harry, sbrigati. C'é qualcuno che devi conoscere-

Quella voce, la stessa che avevo sentito prima, stava di nuovo rimbombando nella mia testa.

-Spiegami cosa sta succedendo o non muoverò un passo!- esclamai irritato mentre una folata di vento mi travolse scompigliando i miei lunghi capelli rossi.

-Lasciare stare quel gatto e muoviti, devi andare da una parte- ordinò la voce.

Mi misi a braccia conserte ed indossai il broncio che ero solito portare tutte le volte che Gemma, mia sorella, mi diceva che visto il mio carattere docile e gentile non ero adatto a governare il Clan degli Styles.

-Non lascerò che il 'gatto', come lo hai chiamato tu, rimanga da solo su quel ramo!-

-Allora fallo scendere, ma datti una mossa-

-Non so neanche dove mi trovo, perché dovrei avere fretta di andare da qualche parte?- chiesi, mentre due ragazzi, che classificai come abitanti di quello strano pianeta, mi passarono di fianco guardandomi storto. Probabilmente stavano pensando che fossi pazzo, perché, fino a prova contraria, ai loro occhi stavo parlando da solo.

Louis

Ero abituato ad arrampicarmi sugli alberi da quando ero piccolo, per questo dopo essermi lanciato giù da quel ramo atterrai in piedi senza nessun problema. Mi guardai intorno, ero spaesato e nervoso. Quel dannato cappello che avevo in testa mi stava facendo prudere tutta cute. Lo gettai in terra facendo una smorfia e mi sistemai il ciuffo lasciandolo poi cadere disordinatamente sulla fronte.

-Muoviti Louis Degli Elfi, devo portarti in un posto-

Quella voce, quella dannata voce era appena riapparsa e mi stava dando ordini. A me, Louis, capo del Clan dei Tomlinson. Non avevo nessuna intenzione di dargli retta.

-Invece mi darai retta eccome!-

-Chi sei? Cosa mi hai fatto?-

-Bello saper leggere nel pensiero altrui non trovi? Peccato tu non ne sia più in grado-

-Lo trovi divertente?- sbottai irritato.

-Non urlare, non vorrei che qualcuno si accorgesse che parli da solo-

-Io faccio quello che voglio, e adesso esci dalla mia testa!- gridai portandomi le mani alle tempie. Quella situazione mi stava facendo impazzire.

Zayn

Di solito mi piacevano i cimiteri, ma quello in cui ero capitato mi stava rendendo inquieto. Di volare via non se parlava nemmeno, le mie ali nere erano sparite e mi sentivo come se mi avessero strappato entrambi gli arti. Sarei venuto a capo di quella situazione e avrei ucciso a sangue freddo il responsabile di ciò.

-Zayn Degli Angeli della Morte, adesso devi seguire le indicazioni che ti darò. Solo così potrai riavere indietro le tue ali-

Quella voce, quella dannata voce era tornata.

-Ti ammazzerò con le mie mani appena capirò come farlo- gridai con tutto il fiato che avevo in corpo, il cuore sembrava volermi uscire dal petto.

-Sta calmo, io sto facendo tutto questo per il tuo bene. Sono anni che cerchi di fare parte di un qualcosa, se ti fiderai di me, non solo riavrai le tue ali, ma troverai anche un posto dove potrai sentirti finalmente bene-

Quelle parole mi colpirono dritto al cuore. Come faceva quell'essere a sapere cosa si nascondeva nei miei pensieri più profondi?

-Chi mi assicura che ciò che dici é vero?- chiesi titubante.

-Devi solo imparare a fidarti di me-

Non sapevo cosa rispondere.

-Adesso esci da quel cancelletto e svolta a sinistra, l'abitazione che troverai subito dopo... Sarà  quella la tua nuova casa-

Qualcosa dentro di me mi spinse a fidarmi, così poco dopo arrivai nel posto dove avrei dovuto vivere per un po'.

Liam

La mano continuava a sanguinarmi ma non sentivo il benché minimo dolore. Ero troppo nervoso per farlo. Decisi di sedermi su una delle panche di quella chiesetta abbandonata e chiusi gli occhi. Avevo fame, avevo bisogno di sangue.

-Non ucciderai nessuno, Liam del Clan dei Payne. In questo mondo i vampiri non esistono-

Quella voce, di nuovo. Ero sempre più confuso.

-Se adesso seguirai le mie indicazioni, ti porterò in un posto dovrei potrai bere tutto il sangue che vuoi-

Drizzai immediatamente le orecchie e mi decisi ad ascoltare.

Niall

Quel lupo continuava a fissarmi, e io lo fissavo a mia volta. Non sapevo che altro fare.

-Niall Dei Licantropi, ti mostrerò la via per la tua nuova dimora-

Quella voce, quella voce era ancora lì.

-Io sono un Licantropo, non ho mai avuto una dimora. Dormo nei boschi di giorno e corro di notte insieme al mio branco. Sono loro la mia casa, e tu mi hai strappato dalle braccia dei miei fratelli e delle mie sorelle, come potrei fidarmi?-

-Devi farlo, oppure puoi stare qui da solo e non scoprire mai cosa il futuro riserva per te-

Mi sentii irrequieto. Solitamente non avevo paura, ma quella situazione atipica mi stava distruggendo, e in più il mio stomaco aveva preso a brontolare fortissimo. Mugolai stringendomelo.

-Horan, hai bisogno di nutrirti, dirigiti verso il ponte che vedi laggiù-

Io non volevo dargli retta, ma i crampi allo stomaco mi suggerirono di farlo.

Una volta attraversato il ponticello di legno mi imbattei in una casetta.

-Bussa- ordinò la voce, e io obbedii.

La porta si aprì immediatamente. Un paio di occhi mi scrutarono titubanti, poi :

-Entra, ti stavamo aspettando-

The Five Exiles [ IN REVISIONE ] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora