Capitolo 11

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Denise's pov
Non riesco ancora a dare una spiegazione,logica, allo strano comportamento di Christian. Ogni ipotetica spiegazione è banale,anche perché lo giustifico ogni volta. Pensavo stesse cambiando,che gli stesse tornando la memoria,che magari stesse smettendo di odiarmi,ma ovviamente,come sempre,non posso sperarci neanche un po'. I suoi modi da maleducato e da strafottente,mi fanno imbestialire,ma lo amo,ancora. Diversamente da come lo amavo prima,ma lo amo ancora. Spero che questo periodo serva a tutti e due per farci capire che,non siamo niente,quando siamo lontani. Che abbiamo bisogno l'uno dell'altro e che quello che proviamo non è quello che si vede in TV o si legge nei libri,è reale e ti fa stare male. Ma,come riuscire a sopportare il dolore che causa l'amore? In che modo sopportare le notti insonni e il chiodo fisso in testa,che ti opprime? Beh,forse si può sopportare tutto questo solo perché ,in fondo, si spera ancora in qualcosa..un qualcosa di cui non abbiamo la certezza,ma per il quale lottiamo, e non è mai sbagliato lottare. Dimostri solo che sei forte,che niente ti può abbattere,anche se senti di non farcela più.
Ecco tutto quello a cui penso ogni giorno,dalla mattina alla sera. Da quando mi alzo,a quando vado a dormire. Un tormento continuo,ma ci sto facendo l'abitudine. "È solo un brutto periodo,non una brutta vita" mi ripeto sempre. Questo mi aiuta molto,ma non basta. Meno male che c'è Matteo. Lui mi aiuta,mi rende felice e quando sono con lui,sembra quasi che non sia successo niente. Oggi,ad esempio,mi ha invitata ad uscire,più che altro costretta. "Lo faccio per te,devi dimenticarlo,devi cercare di essere felice." Le sue parole mi risuonano nella mente. Come se fosse facile. Io ci provo e riprovo,ma niente. Il pensiero di lui,è lì,nella mia mente. Come può un solo pensiero fare del male a tutto un corpo? Non lo so,però non ho tempo di rifletterci,devo fare ancora la doccia e trovare qualcosa di decente da mettere. Così,faccio scorrere l'acqua e cerco qualcosa,non so bene cosa,nel mio armadio. Alla fine trovo un paio di leggings neri,con una felpa.
Uscita dalla doccia,scendo in salotto e trovo Matteo seduto sul divano. :"Ciao." Mi dice con un cenno della testa. :"Hey,non credevo fossi già arrivato." Sfoggio uno dei sorrisi più finti che abbia mai fatto e mi siedo accanto a lui. :"Già,mi ha fatto entrare tua madre." Mi informa giocherellando con il bracciale. È un po' strano,ma sicuramente si sentirà solo a disagio. :"Andiamo? Volevo portarti in un posto.." Mi guarda e si alza porgendomi una mano. Io la prendo e mi aiuta ad alzarmi. :"Certo,d'altronde mi hai chiesto tu di uscire." Rido leggermente e lui con me. Dopo aver camminato per cinque isolati,non sento più le gambe. Non camminavo così tanto,da..mai.
:"Eccoci." Fa Matteo,indicando un edificio pieno di murales. È una casa abbandonata? :"È una fabbrica." Mi informa,ma sembra più che mi abbia letto nel pensiero, e mi stia correggendo. A quel pensiero sorrido leggermente. Prima di entrare nell'edificio,si devono salire delle scale,abbastanza ripide e io mi sono dovuta aggrappare a Matteo più volte,per non cadere. :"Veniva utilizzato per la fabbricazione della seta. Con tanto di bruchi etc.." Gesticola cercando di farmi il quadro del posto. :"Come mai siamo qui?" Gli domando forse un po' indiscreta. :"Beh,sinceramente non lo so. È un bel posto. Venivo sempre qui quando ero triste o quando i miei litigavano.." Si rabbuia e guarda il pavimento,pieno di polvere. :"I tuoi litigavano?" Ma che domande fai Denise? Adesso sì che sei veramente indiscreta. Lui fa cenno di sì con la testa. :"Oh,mi dispiace" Faccio,del tutto dispiaciuta,non me ne aveva mai parlato. Certo che anche tu Denise,che cosa ti aspettavi? Che venisse da te,tutto allegro e che ti dicesse "Ma te l'ho detto che i miei litigavano?Che ogni tanto si uccidevano con le parole e che poi sono andati tutti e due alla ricerca degli unicorni felici,nel campo incantato?" :"Ogni giorno,per tutto il giorno,litigavano costantemente,per via di mia madre. Tornava sempre tardi a casa la sera e certe volte spariva e non si faceva viva per giorni. Così un giorno,mio padre decise che non poteva andare più avanti così,che io non potevo andare più avanti così. Per questo decise di lasciarmi dai nonni,sai,lui da solo non sarebbe riuscito a mantenere anche me,se lasciava la mamma. Lei era quella che portava più soldi a casa. Strano dirai,ma vero. Il punto è che mio padre aveva capito che mia madre non era sempre fuori per lavoro e questo è stato quello che lo ha spinto a lasciarla. Adesso non li devo quasi mai. Vivo con i miei nonni e con due mie zie. Sono molto gentili e mi hanno educato bene,beh almeno lo spero. Solo che non potranno mai darmi tutto quell'affetto che i miei genitori non hanno potuto darmi. Ecco perché a casa tua ero strano. Perché lo so che lo hai pensato. Vedendo tua madre,così felice,mi ha fatto tornare alla mente i vecchi tempi,quelli in cui non c'era nessun litigio e stavamo bene. Ecco adesso sai la storia della mia vita,non ti biasimo se vorrai allontanarmi anche tu,sapendo tutto quello che ho passato e..." Non lo lascio finire di parlare e lo abbraccio. Ho le lacrime agli occhi,le sue parole mi hanno commossa. Percepivo tutto il suo dolore. Dev'essere stato davvero brutto. E io che pensavo che non ci potesse essere un dolore più grande di quello che ho provato io,ma mi sbagliavo,di nuovo. :"Tranquillo,non voglio allontanarmi da te per questo,non lo farei mai. A prescindere o no da questo." Lo rassicuro stringendolo sempre più forte.
Dopo qualche secondo mi dice :"Mi piace un sacco abbracciarti,ma non respiro." Tossisce e io lo libero di scatto. :"Scusa." Dico diventando paonazza,non avevo pensato che facendo così l'avrei quasi soffocato. :"Tranquilla,non fa niente. Comunque grazie,per tutto quello che fai per me. Sto meglio da quando ti conosco." Mi sorride in un modo contagioso. :"No,grazie a te,sei tu che fai stare bene me. Di questo te ne sarò sempre grata." Si avvicina lentamente a me e dopo avermi guardata per qualche secondo negli occhi,mi bacia. È molto diverso dai baci che mi dava Christian,questi sono più dolci e i suoi invece erano più movimentati..o almeno è quello che ricordo. Spingo leggermente le spalle di Matteo,per fare resistenza,ma lui rimane impassibile. Quando si allontana capisce di aver sbagliato e mi dice :"Scusa,non dovevo,non so che mi è preso.." Non credevo ci potessimo mai trovare in una situazione simile. :"Non ti scusare,non hai colpa,è solo che,non lo so Matteo..ancora non sono pronta." Lui mi guarda e batte il palmo della mano contro la coscia. Non sono arrabbiata con lui,per quello che ha fatto,era in un momento di debolezza e poi io l'ho abbracciato. È tutto così confuso. :"Vuoi che ti riaccompagni a casa?" Mi chiede,cercando di evitare di guardarmi negli occhi. :"Sì,per favore." Mi limito di dire.
Per tutto il tragitto nessuno dei due parla. E quando arrivo a casa,lo saluto con un sorriso. Cosa mi prende? Perché mi sono lasciata baciare da Matteo? Vorrei non averglielo permesso o forse..no.

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