11. Yours.

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Harry continuava a baciare con foga la ragazza, incurante della madre che avrebbe potuto fare irruzione da un momento all'altro.
Hope, dal canto suo, non poteva fare altro che ricambiare il bacio.
Il riccio spinse delicatamente il suo corpo verso il basso, finendo con lo stare completamente stesi.
Nella camera riecheggiò il rumore del libro di storia che cadeva a terra.
Quel tonfo fece riprendere Hope.
-Harry..-
Doveva assolutamente studiare, era ancora troppo indietro.
-Harry, ti prego..Fermati-
Harry non sentiva nulla, a parte il bisogno di continuare.
Fece scivolare le labbra lungo il suo collo, baciandone ogni punto.
Con una mano liberò la sua spalla dal tessuto della maglia che la copriva, scendendo con le labbra su di essa.
-Non riesco a resisterti- sussurrò, prima di riportare le labbra su quella della ragazza.
Hope si rassegnò all'idea che avrebbe ripreso a studiare il giorno successivo, lasciandosi andare.
Non potette fare a meno di infilare una mano fra i ricci di Harry, scompigliandoli di poco.
Lì trovava così invitanti, sembravano implorassero di essere toccati.
Stessa cosa pensava Harry, ma del corpicino che in quel momento si trovava sotto il suo.
Accarezzò lentamente la coscia della ragazza, salendo fino al fianco, alzandole leggermente la maglia.
Solo quello bastò per far colorare il viso di Hope.
Improvvisamente Harry si staccò, alzandosi.
La bionda ne approfittò per rimettersi a sedere.
Nemmeno il tempo di cacciare un sospiro di sollievo, che capì che il ragazzo si era staccato solo per chiudere la porta a chiave.
-Meglio evitare spiacevoli situazioni con tua madre- ammiccò, schioccandole un occhiolino malizioso.
Il corpo di Harry la sovrastò di nuovo, ritrovandosi nella stessa posizione di prima.
Hope poggiò entrambe le mani sul suo petto, impedendogli di riprendere a baciarla.
Si stava stancando.
-Non puoi venire qui e..- si bloccò un attimo, non trovando le parole adatte. -e..fare quello che ti pare. E poi andartene, facendo finta di niente-
Per la prima volta si stava ribellando, senza scappare, ad Harry Styles.
Le parole che quest'ultimo aveva udito qualche sera prima ritornarono a rimbombare nella sua mente.
Sapeva quanto la ragazza si sentisse usata da lui.
Ma cos'era in realtà?
Harry non sapeva darsi una risposta, e nemmeno gli importava.
Voleva solo baciarla e non starle mai lontano, non gli importava il resto.
Se la ragazza voleva delle spiegazioni, che avesse continuato ad aspettare.
Harry Styles non doveva dare certo spiegazioni a qualcuno per il suo comportamento.
Anzi, pensò che quella ragazza doveva sentirsi fortunata.
Non le aveva fatto niente, e probabilmente, avrebbe continuato a contenersi per un bel po'.
Cosa voleva di più?
Non fece perciò caso alle sue parole, riprendendo a baciarla.
Bacio che però non venne ricambiato.
Harry fissò duro la ragazza, che stranamente resse il suo sguardo.
Si ripetè che non avrebbe comunque perso il controllo, non con lei, non in quel momento.
Si stese al suo fianco, facendo leva su un gomito e poggiandosi nella sua direzione.
Continuò a guardarla insistentemente, senza un motivo ben preciso.

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Hope

Sentivo lo sguardo di Harry bruciarmi sulla pelle, ma nonostante questo mi sentivo stranamente sollevata.
Credevo si sarebbe arrabbiato e avrebbe dato di matto, invece si limitava a fissarmi in silenzio.
Tuttavia distolsi lo sguardo, facendo vagare gli occhi in giro per la camera, come sempre in imbarazzo.
Non ci sarebbe mai stata una volta in cui mi sarei sentita completamente a mio agio in sua presenza.
Sentii improvvisamente il suo braccio avvolgermi, stringendomi completamente a lui.
Non opposi resistenza, avevo già fatto abbastanza.
Il suo profumo mi invase le narici quando infilai la testa nell'incavo del suo collo, lasciandomi abbracciare.
-Mi piace- mi lasciai sfuggire.
-Cosa?- chiese, con un tono di voce freddo che contrastava con il modo in cui continuava ad accarezzarmi la schiena.
-Il tuo profumo- dissi in imbarazzo, rifugiandomi ancora di più per evitare di fargli notare il mio rossore.
Per quanto odiassi letteralmente quel ragazzo per tutto quello che stava facendo, non potevo non ammetterlo.
-Oh..- fu tutto quello che riuscì a sentire. -A me piacciono le tue labbra-
Si riprese da quello stato in cui era stranamente senza parole, riprendendo a fare lo spavaldo.
-La tua pelle- continuò, mentre insinuava una mano sotto la mia maglia.
Riprese ad accarezzare indisturbato la mia schiena, ma stavolta senza che quel leggero tessuto lo separasse, appunto, dalla mia pelle.
-E si, anche il tuo profumo- concluse così quel suo strano 'elenco'.
Poggiò una mano sotto il mio mento, costringendomi ad alzare lo sguardo.
Incontrai i suoi occhi verdi, perdendomi in quello spettacolo.
-Sei mia, Hope- disse, stranamente senza sembrare prepotente. -Ed io sono tuo-

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Abigail stava quasi per addormentarsi su quel divano, dimenticandosi completamente di sua figlia che aveva passato il resto del pomeriggio chiusa in camera con quel ragazzo.
Un'altra madre avrebbe cacciato via il ragazzo in questione a calci, ma lei si fidava della sua Hope.
Come sempre ci pensò un fattore esterno a interrompere i suoi pensieri.
Il continuo squillare del telefono le fece borbottare qualcosa, mentre con passo svogliato raggiungeva la cucina per recuperarlo.
Rispose velocemente, assimilando lentamente ogni parola.
-Oh, bene-
Non era molto contenta di quello che aveva sentito, ma era pur sempre il suo lavoro.
-Stupidi ospedali-
Salì al piano di sopra, piazzandosi davanti alla camera di sua figlia.
Bussò un paio di volte, aspettando che qualcuno venisse ad aprire.
Il bussare della porta fece riprendere Hope dallo stato di trans in cui si trovava appena sentite le parole di Harry.
Si precipitò ad aprire, sicuramente era la madre.
Harry, invece, voleva tanto prendersi a pugni da solo per la smanceria appena detta.
Lui era di pietra, non diceva quelle cose.
-Mamma, qualche problema?-
Non potette comunque non sorridere nel vedere la ragazza così imbarazzata dalla situazione.
-Tesoro, devo sostituire una mia collega per il turno di notte- annunciò la donna, per niente serena.
-Oh, va bene- fece Hope, scrollando le spalle.
-Non mi alletta molto l'idea di lasciarti da sola- continuò Abigail.
Hope sentì uno sguardo costantemente su di lei, ma decise di non prestargli attenzione.
-Mamma, non è la prima volta che succede. Sta tranquilla-
-Hope, ma ogni volta sto con il pensiero costante che ti possa succedere qualcosa-
La ragazza incrociò le braccia al petto, scocciata da tante inutili preoccupazioni.
-Ho diciassette anni, mamma-
Abigail osservò sua figlia che la fissava con gli occhi ridotti a due fessure.
Era senza dubbio una ragazza responsabile e capace di cavarsela da sola, ma era sempre la sua bambina.
-Posso restare io, signora-
Harry si intromise nel discorso, mettendosi al fianco di Hope.
Quest'ultima sgranò gli occhi, ricomponendosi subito dopo per non destare sospetti.
L'ultima cosa che voleva Abigail era lasciare sua figlia da sola, per di più in compagnia di un ragazzo.
Tuttavia, considerò anche quell'opzione. Il sorriso che aveva in quel momento il ragazzo non poteva che infonderle fiducia.
Ma era pur sempre un ragazzo, e Hope era la sua piccola.
Dopo un po' di tentennamento, decise non proprio convinta di accettare.
La preoccupazione di lasciare Hope aveva preso il sopravvento.

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Abigail rivolse le ultime raccomandazioni alla figlia.
Erano in momenti come quelli che si sentiva la mancanza del marito, sempre all'estero per lavoro.
-Ti chiamo appena arrivo- ripetè per l'ennesima volta.
-Si, mamma- rispose Hope come un automa, talmente tante le volte che la madre le aveva detto le stesse cose.
-E tu chiamami prima di andare a dormire-
La ragazza represse l'istinto di soffocare la madre, sorridendole semplicemente.
Rimase alla porta salutandola con la mano, fino a quando la macchina non sparì dalla sua vista.
Prese un respiro profondo, poi chiuse la porta.
Si voltò verso Harry, scoprendo che la fissava da tempo con un sorriso malizioso.

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