17. Formalize.

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"Confermato, domani il tuo amore manca"
Hope si ficcò sotto le coperte, leggendo il messaggio di Drake.
Sorrise scuotendo la testa, quel ragazzo era irrecuperabile.
"Peccato, avevo particolarmente voglia di vederti.."
Inviò, spegnendo la luce e lasciando accesa solo la lampada sul comodino.
"Ma sai che quasi quasi ho cambiato idea?"
Il suo sorriso si allargò ancora di più.
"Ma che ragazzaccio :P
Buonanotte amore"
Sistemò meglio la testa contro il cuscino, decidendo di scrivere anche a Louis.
"Oggi sei scappato..Successo qualcosa?"
Quella sera faceva freschetto, si coprì fino al naso.
Il cellulare vibrò due volte, segno che entrambi i ragazzi avevano risposto.
Uno diceva "Buonanotte a te, amore", l'altro "Ho parlato con Harry"

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Louis arrivò a scuola con un sorriso che andava da orecchio a orecchio.
Cosa che non capitava ormai da tanto tempo.
Ovviamente aveva i suoi motivi, ed erano più che validi.
-Buongiorno piccolo Styles-
Il riccio si voltò in direzione della voce, scoprendo il suo migliore amico guardarlo sorridente.
-Buongiorno vecchio Tomlinson-
Entrambi si lasciarono andare in una fragorosa risata, incamminandosi verso l'interno dell'edificio.
La maggior parte dell'istituto li fissava allibiti, erano mesi che Harry Styles e Louis Tomlinson non si rivolgevano la parola.
Quest'ultimo notò una testolina bionda camminare, con la testa fissa sul cellulare, verso il suo armadietto.
Poi volse lo sguardo al suo amico, stupendosi nel vedere il suo sguardo incantato perso nel guardare Hope.
-E' normale che diventi ogni giorno più bella?- si domandò ad alta voce, con aria sognante.
-E' normale che diventi ogni giorno più rammolito?- gli fece eco Louis, prendendosi gioco di lui.
Harry distolse per un attimo lo sguardo da quello che era diventato il suo pensiero fisso, nel vano tentativo di trovare una risposta adeguata.
-Fanculo Tomlinson- disse infine, scompigliandosi i capelli nella sua solita maniera.
Hope continuava a rileggere il messaggio di Louis.
Aveva parlato con Harry.
E pochi secondi prima li aveva visti scherzare allegramente.
La rabbia che provava in quel momento era tanta, ma non poteva essere paragonata alla sensazione allo stomaco che aveva provato nel vedere Harry sorridere.
Credeva di averlo superato, doveva averlo superato.
"Ora sono io che devo parlarti, Tomlinson" scrisse velocemente, prima che la professoressa facesse il suo ingresso in classe.

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-Adesso mi spieghi cos'avevate tanto da ridere voi due-
La ragazza incrociò le braccia, in attesa di risposta.
-Sei carina quando ti arrabbi- fece Louis, sapendo che questo l'avrebbe fatta innervosire ancora di più.
A pochi metri di distanza, Harry se ne stava dietro l'albero ad ascoltare la conversazione.
Aver fatto pace con Louis, oltre ad aver portato un po' di luce nelle sue giornate buie, aveva anche i suoi vantaggi.
-Hope, non voglio girarci intorno e voglio andare dritto al sodo- anche il moro si fece serio.
-Io e Harry abbiamo chiarito- disse tutto d'un fiato.
Hope spalancò la bocca, balbettato cose senza senso.
Come spiegare che si sentiva 'tradita'?
Louis gli era stato vicino ancora più di Alexandra in quei mesi, l'aveva aiutata a superare quella situazione che la stava logorando.
E poi era ritornato de lui, dalla causa di tutti i suoi problemi.
-Oh, bene- rispose freddamente, scrollando le spalle come se non gliene importasse. –Vai dal tuo amichetto, allora-
Fece per andarsene, ma il ragazzo gli sbarrò la strada.
-Ti prego Hope, capiscimi. Harry è come un fratello minore per me, non possiamo stare lontani-
Dietro a quell'insulso albero, sul volto di Harry si dipinse un sorriso da ebete.
-Ho dette che va bene, Louis-
Per la seconda tentò di andarsene, per la seconda venne bloccata.
-Gli manchi, Hope-
La bionda ridusse gli occhi a due fessure, reprimendo l'istinto di sbottare e dire cose di cui si sarebbe potuta pentire.
-A me no, per niente-
Louis la lasciò passare, scuotendo la testa sconsolato.
Il sorriso di Harry svanì.

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Anne controllò ancora una volta l'orologio, aspettando impaziente l'arrivo del figlio.
Dopo circa cinque minuti, Harry fece ritorno a casa.
Sorpassò la madre, seduta sul divano, senza degnarla di un saluto.
Come d'altronde succedeva ogni giorno da anni.
-Harold, devo parlarti-
Harry bloccò la sua corsa sulle scale, sbuffando mentre raggiungeva la madre.
-Che vuoi?- chiese scontroso e visibilmente scocciato.
Anne non si ricompose, come sempre.
-Come sta Hope?-
Il ragazzo deglutì rumorosamente, le mani presero a sudare.
Sua madre credeva ancora che Hope fosse la sua ragazza.
Harry pensò di congedarsi, dicendo che ormai non stavano più insieme, come le aveva fatto credere.
Poi, però, le rivenne in mente la sera in cui sua madre l'aveva invitata a cena.
Colse la palla al balzo, sperando che continuando a reggere quella farsa avrebbe avuto occasione di vederla.
Sapeva che prima o poi sua madre avrebbe voluto rincontrarla.
-Bene, mamma- rispose allora, facendo spallucce.
-Molto bene- la donna si alzò, attenta a non stropicciare il suo costoso abito. –Domani sera abbiamo una cena con dei colleghi di tuo padre, è arrivato il momento di ufficializzare la cosa-
Harry rischiò di affogarsi con la sua stessa saliva.
-Nel senso che deve venire anche lei?- chiese, pregando tutte le divinità che conosceva affinchè sua madre cambiasse idea.
-Certamente, Harold-

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Niall fissava il cellulare, quel numero in evidenza.
Non sapeva se premere il tasto verde oppure lasciar perdere tutto e pigiare quello rosso.
Zayn, felicemente fidanzato con Jennifer, gli aveva presentato una delle sue amiche.
Avevano fatto così quattro chiacchiere, scambiandosi alla fine i rispettivi numeri di telefono.
Era una ragazza carina, tutto sommato.
I capelli di un castano scuro, gli occhi di un grigio quasi trasparente.
Si, quelli erano davvero belli.
Era simpatica, un po' timida ma davvero dolce.
Eppure Niall non poteva fare altro che pensare ad una chioma rossiccia e a due occhi azzurro ghiaccio.
E si dette dello stupido, perché stava perdendo la testa per una sconosciuta che incrociava nei corridoi e che non sapeva minimamente della sua esistenza.
Di lui sapeva soltanto che aveva aiutato Hope in un momento critico.
Probabilmente, se avrebbe provato a rivolgerle la parola, gli avrebbe riso in faccia non ricordandosi di lui.
Niall sospirò, rassegnato.
La testa da un'altra parte, il dito su quel tastino verde.

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