Anne si accingeva a preparare contenta la tavola, aspettando l'arrivo di suo figlio con la sua, a quanto pare, fidanzata.
Un sorriso contento non l'abbandonava nemmeno per un secondo.
Sembrava che finalmente suo figlio si fosse deciso a mettere la testa apposto.
Non aveva mai portato a casa una ragazza, non aveva mai avuto davvero una fidanzata.
Anne era al corrente di quello che faceva suo figlio, ma fingere di esserne totalmente indifferente e cacciarlo dai guai quando serviva era l'unica cosa che poteva fare.
Quella ragazza poteva rappresentare una svolta.
Non era la figlia di qualche ricco collega di suo marito, ma se era questo quella voleva suo figlio.. si sarebbe accontentata._______________________________________________________
I due ragazzi scesero al piano di sotto, Anne li aveva chiamati avvertendoli che la cena era quasi pronta.
Hope si accorse di aver dimenticato il cellulare a casa sua, ma aveva promesso ad Alexandra che si sarebbe fatta sentire.
-Posso..posso fare una telefonata?- chiese, cercando di non destare sospetti.
Harry annuì, andando a prenderle il telefono. Si era già segnato mentalmente di restare ad origliare.
La ragazza camminò lentamente verso uno dei giganteschi saloni, assicurandosi di non essere seguita.
Non poteva certo sapere che Harry se ne stava appoggiato sul muro della stanza adiacente.
Compose alla svelta il numero di Alexandra, stupendosi di se stessa per essere riuscita a ricordarlo. Non aveva una buona memoria di solito.
-Hope, finalmente! Credevo ti fosse successo qualcosa!-
La ragazza ridacchiò, tranquillizzando la sua amica.
-Sto bene, Alex-
Sentì la rossa tirare un sospiro di sollievo.
-Perché a quest'ora sei ancora lì? Che avete fatto? Ti ha messo le mani addosso? Oddio, sei tutta intera?-
Hope cercò di non scoppiare a ridere nel sentire quell'interrogatorio.
-Alex, a quanto pare sono la fidanzata di Harry Styles- disse di getto, aspettando un urlo o una qualunque reazione isterica.
-Cosa. Hai. Detto?!- chiese infatti Alexandra, alzando la voce di parola in parola.
-Quello che hai sentito, Alex- e sospirò.
Era a casa di Harry Styles, sua madre credeva fosse la sua ragazza, la aspettava una cena in sua compagnia.
Non era una situazione molto piacevole.
Si sedette su uno dei tanti divani in pelle presenti.
-Mi sento tanto un giocattolino- confessò.
-Un giocattolino?- chiese Alexandra, dall'altro capo del telefono.
-Si, proprio così. Vengo usata quando non riesce a tenere a bada i suoi ormoni e poi vengo gettata via come se fossi spazzatura. E un po' inizio a credere di esserlo, per come vengo trattata. Non capisco, che gli ho fatto di male? Chiedo solo un po' di rispetto, e magari che evitasse di lasciarmi dei lividi- fece una pausa, mentre a sua insaputa il diretto interessato sentiva ogni parola. -E non immagini nemmeno quanto abbia paura a stare da sola con lui. Mi terrorizza. Mi terrorizza sapere che da un momento all'altro potrebbe farmi quello che..Insomma, quello che fa con tutte-
A pochi metri di distanza, Harry fissava un punto indefinito con uno sguardo indecifrabile.
Di solito lo faceva stare bene il sapere di essere temuto da qualcuno. Non quella volta, però._______________________________________________________
Hope, Harry e Anne si trovarono seduti sul grande tavolo nell'immensa sala da pranzo di casa Styles.
La ragazza si accorse che il signor Styles era assente, ma non se ne curò più di tanto.
Sicuramente aveva del lavoro da svolgere.
-Allora, Hope, come vi siete conosciuti tu e il mio bambino?-
Harry avrebbe tanto voluto che una voragine si aprisse sotto di lui e lo trascinasse chilometri sotto terra.
Sua madre non avrebbe mai smesso di metterlo in imbarazzo.
Hope invece non fece per niente caso a come Anne definiva Harry, troppo impegnata a dover inventare qualcosa.
-Ehm.. Abbiamo delle lezioni insieme..- farfugliò, mettendo in un bocca un'altra forchettata di quel delizioso piatto di spaghetti.
Doveva ammettere che la mamma di Harry era davvero brava ai fornelli. E poi le piaceva la cucina italiana.
-Oh, capisco- fece allegra. -E come siete finiti con lo stare insieme?-
Entrambi i ragazzi, all'udire quella domanda, rischiarono di strozzarsi.
Hope poggiò una mano sulla gamba di Harry, da sotto il tavolo, incoraggiandolo a dire qualcosa.
Era lui che l'aveva messa in quel casino, lui doveva parlare.
-Noi, uhm.. Mamma, con il tempo abbiamo capito di.. Insomma, di provare qualcosa che andava oltre l'amicizia, ecco- borbottò.
Per la prima volta nella sua vita, Harry Styles si trovava davvero in imbarazzo davanti a sua madre.
Si grattava nervosamente la nuca, parlava balbettando.
Dettagli che non sfuggirono ad Hope.
-Ovviamente, Harold- Anne si pulì con la sua innata classe quel poco di sugo che le sporcava le labbra. -Oh, il telefono. Ci metto un secondo-
Appena lasciò la stanza, Hope tirò un sospiro di sollievo.
Non era mai stata così stressata.
Si poggiò con poca grazia sullo schienale della sedia, massaggiandosi con le dita le tempie.
-Sto per scoppiare- mormorò disperata.
Harry avrebbe voluto uscirsene con una delle sue frecciatine, ma le parole che la ragazza aveva detto poco prima a quella sua amica gli rimbombavano ancora nella testa.
E non riusciva a spiegarsi cosa fosse quella strana sensazione che aveva.
Si limitò solo ad osservare ogni suo movimento.
La guardò mentre continuava a massaggiarsi le tempie.
La guardò mentre sospirava afflitta.
La guardò anche mentre puntò il suo sguardo su di lui, scrutandolo in una maniera indecifrabile.
Era come se fosse arrabbiata ma stesse cercando di nasconderlo.
Perché lei aveva paura. Aveva paura persino di mostrare quella rabbia che provava in quel momento nei suoi confronti, perché temeva che avrebbe potuto disintegrarla in un attimo.
Anne fece ritorno, riaccomodandosi composta al suo posto._______________________________________________________
A fine cena, Anne salutò sorridente Hope con due cortesi baci su entrambe le guancie.
Per gente altolocata come lei, quello era il massimo dell' affetto che riusciva ad esternare.
Come suggerito dalla madre, Harry accompagnò la ragazza fino al portone.
Hope fece un timido cenno con la mano in segno di saluto, poi gli diede le spalle con l'intenzione di andarsene.
Scese i primi due gradini, ma la voce di Harry la bloccò.
-Dove pensi di andare?- la aveva chiesto, mentre si affrettava a prendere una giacca per il freddo. -Aspettami-
La ragazza non era abituata al clima di Holmes Chapel, non si era portata nulla per coprirsi.
-Devo solo attraversare la strada..- provò a dire, quasi irritata dal fatto che dovesse starle così appiccicato.
Per quella sera bastava e avanzava.
-Non importa- disse semplicemente lui.
Hope iniziò a camminare per il lungo viale con l'intenzione di raggiungere il cancello, ma Harry la bloccò nuovamente.
-Fa freddo- e le infilò la giacca che aveva preso poco prima.
Stupita da quel gesto così premuroso, la ragazza accennò un timido 'grazie'.
Si incamminarono insieme, e sentì un braccio cingerle le spalle per quel breve tratto di strada.
Si trovarono davanti casa sua, che rispetto a quella in cui erano stati poco prima la fece quasi vergognare.
Harry la seguì fino alla porta.
L'unica fonte di luce era un lampione, che per di più non funzionava nemmeno bene.
Hope rimase quasi incantata nel vedere il viso del ragazzo che si trovava davanti illuminato solo da quella debole luce.
Si riprese da quello stato di trans, togliendosi la giacca con l'intenzione di restituirla.
-Tienila tu- le disse Harry, facendo spallucce.
-Grazie- ripetè, abbassando il capo in imbarazzo. -Allora..ehm, buonanotte, Harry-
Infilò la chiave nella serratura, ma una mano bloccò la maniglia.
-Non dimentichi qualcosa?- sussurrò una voce bassa e roca al suo orecchio.
Hope si morse il labbro inferiore, voltandosi verso il ragazzo.
Scoprì che i loro visi erano estremamente vicini.
Il ragazzo fece un altro passo in avanti, la mano ancora sulla maniglia e l'altra poggiata sulla guancia della ragazza.
La accarezzò delicatamente, come se potesse rompersi da un momento all'altro.
Senza aspettare altro, unì le loro labbra nell'ennesimo bacio di quel giorno.
Ancora una volta sentì quella strana sensazione allo stomaco. Probabilmente aveva mangiato un po' troppo.
Si staccò con riluttanza, puntando le sue iridi in quelle della ragazza.
Non accennava a muoversi, si limitava a fissarlo in silenzio con il viso leggermente arrossato.
-Buonanotte, piccola-
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BAD OR GOOD?
أدب الهواةGià da tempo ormai, Harry aveva fatto capire chi era agli studenti della Holmes Chapel High School. Al primo anno era lo sfigatello preso di mira dai ragazzi più grandi. Al secondo era un ragazzino che iniziava a ribellarsi. Al terzo era il brutto...