una nuova arrivata

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9 ANNI DOPO

«Ehi Thomas, oggi vieni, quindi?» Jonas si stava avvicinando di corsa a me, aveva appena finito la lezione di francese nell'aula 7 ma non sapevo di cosa stesse parlando «venire dove?» chiesi, ma la sua faccia assunse un'espressione divertita «cosa, non te l'hanno detto?» mi chiese «detto cosa?» risposi spazientito, «stasera Luke e i suoi danno una festa nell'aula 2B alle 21.00 precise, tu vieni vero?» mi rispose lui fiero di essere stato invitato «ma alle 21.00 la scuola non è mica chiusa, scusa?» dissi «non per Luke» mi rispose, non volevo andare a quella stupida festa, avrei rischiato anche la sospensione «non so oggi dovrei andare a casa di Travis a finire il progetto di scienze, e poi sai com'è io e Luke non andiamo molto d'accordo» dissi cercando di cambiare discorso, ma lui continuò «guarda che se Luke ti ha riempito di botte l'altro giorno non vuol dire che ti odia, io pagherei per essere picchiato da Luke, è un onore» mi rispose, ma io non riuscivo a capire, chi pagherebbe per essere picchiato neanche uno scemo come Jonas lo farebbe «senti, Jonas io dovrei andare, e comunque no, io non ci sarò stasera, addio» poi mi voltai e mi diressi verso l'aula di filosofia, ma lui mi urlò dietro delle frasi quasi incomprensibili «sei uno scemo hai sentito uno scemo!». Ma io continuai a camminare sulla mia strada solida e dritta e nessuno mai mi avrebbe fatto sbandare, senza ascoltare le parole di quel cretino comprato da Luke.

Luke era una persona maleducata, aggressiva, furba e sapeva come comprare le persone, la odiavo per questa sua ultima caratteristica, prima che lui si trasferisse avevo molti amici, come ad esempio Jonas, ma poi è arrivato quel bulletto da quattro soldi, e quando ha capito che non mi sarei mai fatto comprare da uno così ha incominciato a rompermi, e da quel momento tutti mi hanno guardato come "il cattivo, oppure lo stupido" solo perché quello scemo non aveva dei genitori che si fregassero di lui.

Spalancai la porta d'ingresso della Kased History School la mia scuola e le urla dei professori mi investirono il volto, il profumo di lasagne che proveniva dalla mensa della signorina Bonnie la nostra cuoca s'impossessarono del mio olfatto, e le piastrelle gialle del lungo corridoio mi fecero socchiudere gli occhi all'impatto con quel colore così forte e accecante. Percorsi la rampa che portava all'aula di filosofia ed entrai, la professoressa White non era ancora arrivata e mi precipitai nell'ultimo banco in fondo all'aula, quello vicino alla finestra, mi piaceva stare vicino alla finestra perché era un buon modo per non ascoltare la lezione. La professoressa entrò e noi ci alzammo per salutarla, ma lei non si meravigliò di trovarmi all'ultimo banco: - Edwards Joes Thomas non mi sorprende che sia all'ultimo banco anche quest'oggi! – esclamò la signorina White, - neanche io sono sorpreso professoressa White – risposi in tono sarcastico, la White fece un sorrisetto compiaciuto alla mia risposta e poi continuò.

- Prima d'incominciare la lezione vorrei presentarvi una nuova compagna di classe, forza vieni cara presentati – continuò lei rivolta alla nuova arrivata, - dicci come ti chiami – la ragazza si schiarì la voce si spostò i capelli dal davanti al viso e disse: - il mio nome è Clara, Clara Russel.

A quel nome la mia mente tornò al 7 dicembre 1996, quando Clara, Clara Russel morì.


La Mia Dolce ClaraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora