La chiave

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Guardo in alto verso il soffitto, ma non per guardare esso, per guardare oltre, oltre il cielo, oltre la galassia e le stelle che la popolano, per guardare qualcosa d'invisibile, come per chiedere aiuto a quella figura che popola i cuori di molta gente, quella figura che io prego ogni domenica in chiesa, a cui mando sentimenti, dolori, desideri, a quella figura che spero con tutto me stesso che esista, ma in realtà sto solo cercando di guardare oltre la mia vita. Mi alzo di scatto, ancora con le lacrime sulle mie guance rosse, dal pianto, e mi posiziono davanti allo specchio, ancora nudo, come Dio ci ha creati, senza vergogna, mi guardo allo specchio e seguo il suggerimento di Travis, mi guardo, e solo in quel preciso momento, mi accorgo in che stato era il mio corpo: la pelle pallida quasi bianca, come un foglio di carta senza disegni, senza poesie, senza niente, un foglio nudo come me. Il mio corpo magro, le mie unghie mangiate, fino a vedere la pelle sotto esse, i capelli in disordine, le guance bagnate, e mentre cercavo di convincere la mia testa che stavo bene e che dovevo solo dormire un po', li vedo, quegli  occhi, i miei occhi azzurri che mi fissavano, come se fossi un mostro, eppure erano i miei, eppure ero io che stavo guardando me, continuavano a fissarmi, mi detestavano, mi odiavano, non accettavano il fatto che la questione di Clara mi stesse prosciugando, che mi stesse divorando, che mi stesse letteralmente uccidendo.
Mi staccai istintivamente da quello specchio, mi vestii e asciugai i capelli e continuai a leggere il nostro quaderno, avevo quasi finito, e stavo quasi per rinunciarci quando sbattendolo contro il pavimento qualcosa rotolo fuori da esso, la presi in mano, era così piccola che la dovetti avvicinare agli occhi per vederla meglio, la guardai bene e mi accorsi che era una piccola chiave, il mio cuore sobbalzo', se c'era una chiave voleva dire che ci doveva essere anche una porta, magari Clara l'aveva nascosta prima di sparire, perché ormai era ovvio che non era morta, io sapevo esattamente che non era morta, o per lo meno pregavo Dio che non fosse morta.

La Mia Dolce ClaraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora