Il vento soffiava forte, e continuava a scompigliarle i suoi biondi capelli, il suo viso era pallido dal freddo, ma lei rideva, ed io la guardavo come se solo lei mi capisse veramente, come se solo lei sapesse ciò che stavo provando in quel periodo molto difficile della mia vita, come se solo lei fosse lì per sostenermi, ma in fondo era così, in fondo c'era solo lei.
Lei era Clara, una mia amica sin dall'elementari, ci conoscevamo da così tanti anni che ne ho perso il conto, ma in fondo io provavo ancora un certo imbarazzo nello stare con lei, eppure lei sapeva tutto di me, ed io tutto di lei. Era bionda con gli occhi azzurri, tutto quello che le altre ragazze volevano essere, bionde con gli occhi azzurri, era alta dieci cm più di me, ma questo non mi dava fastidio, la sua pelle era delicata e bianca come un leggero fiocco di neve, che scende leggiadro verso terra, sì lei era proprio così, io la voglio paragonare in questo modo, perché lei è un fiocco di neve, che però col tempo si scioglierà. Quel giorno indossava dei leggings neri con delle stelline bianche, e una lunga maglia bianca che le scendeva giù fino alle ginocchia, e le sue solite scarpe della Nike bianche che col tempo erano diventate grigie.
Non so che fine abbia fatto, non lo più vista dopo quella sera, molti dicono che sia scappata perché suo padre la picchiava, ma lo sapevo benissimo che non era per questo motivo, suo padre era un uomo per bene e poi l'amava troppo per farle del male, altri dicevano che era stata rapita, ma io sapevo che questa affermazione non era vera, lei se ne stava solamente in un posto in cui nessuno avrebbe mai immaginato che si trovasse: casa sua.
Ero andato diverse volte ma mi ha sempre chiesto di andarmene e non dire a nessuno che era lì, io non lo feci non dissi a nessuno quello che lei mi aveva pregato di tenere segreto, infatti tutti s'inventavano fantasie sulla ragazza scomparsa, ma non capivo il motivo, non capivo cose le fosse successo, quando arrivò quel giorno, il 7 dicembre 1996.
Ero a scuola quando, entrò la bidella e disse che c'era una telefonata per la professoressa Miller, lei si alzò e andò a rispondere, rimase al telefono per un'infinità di tempo, che sembrò non finire mai, intanto io guardavo quei numeri scritti alla lavagna che formavano un cerchio che continuava a girare, poi tornò lei e la tristezza dipinta sul suo volto era inevitabile, si asciugò una lacrima ci guardò e disse «le lezioni per oggi sono finite» nacquero dei sussurri nelle bocche di ogni ragazzo, quando alzai la mano, «sì Thomas?» la prof mi diede la parola e chiesi « perché? » ma lei non rispose subito, era come se stesse pensando se dirci la verità o mentirci, poi sospirò e disse « mi ha appena telefonato la mamma di Clara » anche a quella affermazione tutti incominciarono a bisbigliare qualcosa di assurdo, sorpresi che Clara stesse ancora con i propri genitori, ma la prof continuò « e mi ha detto che Clara, che Clara...- non riusciva ad andare avanti era come se avesse un nodo alla gola ma poi finì la frase, quella frase che avrei voluto non sapere, una frase orribile, una frase che mi strappò le lacrime dagli occhi ancora prima che finisse di essere pronunciata, la frase che diceva – Clara ci ha lasciati stamattina».
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La Mia Dolce Clara
SpiritüelChi sono io? Questa domanda se la sono posti credo, milioni di letterati, scrittori, filosofi e forse anche scienziati, ma nessuno ha mai risposto correttamente. Chi sono io? Io sono io ma non credo che questa risposta sia sufficiente, ed ecco perc...