-Thomas! – mi urlò mia madre distogliendomi dai miei pensieri, - non hai toccato cibo, c'è qualcosa che non va? – mi chiese. Erano le 13.55 ed ero tornato a casa da dieci minuti, di solito mangiavo come un leone quando tornavo da scuola ma oggi, invece, non avevo nemmeno messo per una volta la forchetta in bocca. – no risposi – per non farla preoccupare, poi però mi venne l'idea di chiederle cosa fosse successo alla vera Clara Russel in quel giorno che spero ancora di dimenticare. I suoi genitori mi hanno sempre detto che è morta per una leucemia, ma io ho sempre saputo che Clara stava in gran forma e che se mai avesse avuto una malattia così grave, sarei stato il primo a saperlo, ma poi decisi di tenere la bocca cucita e non domandai niente alla mamma. Mia mamma è una persona così dolce che si preoccupa più degli altri che per se stessa, ha i capelli castano scuro come i suoi occhi, la pelle molto pallida con qualche ruga qua e là, sintomo della vecchiaia, lei dice che molte volte vorrebbe tornare ragazzina per poter rivivere tutte le sue fantastiche avventure, ed io le dico che non c'è nulla di bello di essere adolescenti, anzi che forse sarebbe meglio essere adulti per poter pensare ai propri obiettivi come il lavoro o la famiglia, ma lei mi dice che solo quando crescerò e diventerò un adulto responsabile e maturo potrò capire che era meglio restare piccoli che diventare troppo grandi. Finii di mangiare, aiutai a sparecchiare e a lavare i piatti, poi corsi su per le scale, attraversai il lungo corridoio e arrivai in camera mia. La porta della mia camera è perfetta, è alta e bianca, tipica delle case americane, proprio come la nostra, fuori erano ancora attaccati i cartelli con su scritto "vietato entrare" o "andate via" che avevo attaccato tre anni fa. Entrai e mi buttai sul letto stanco morto come un corridore dopo aver corso una lunga maratona, non molto fisicamente, ma per lo più ero stanco mentalmente, soprattutto da quando era arrivata quella Clara Russel in classe, ma poi mi chiedo perché proprio nella mia classe, non se ne poteva stare in quella accanto, così sapevo che c'era una ragazza nuova a scuola, ma non sapevo come si chiamasse e quindi non mi avrebbe causato nessun problema, ma invece no lei doveva venire nella mia classe a causarmi un botto di problemi. Ero così stanco, arrabbiato e stressato per quello che era successo negli ultimi giorni che mi addormentai in uno schiocco di dita, sperando di non sognare nulla, ma invece non fu così.
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La Mia Dolce Clara
SpiritualChi sono io? Questa domanda se la sono posti credo, milioni di letterati, scrittori, filosofi e forse anche scienziati, ma nessuno ha mai risposto correttamente. Chi sono io? Io sono io ma non credo che questa risposta sia sufficiente, ed ecco perc...