Continuai a guardare quella strana figura femminile che era comparsa tutto d'un tratto nella mia vita. Si era seduta nel primo banco, sempre vuoto stranamente, ed era molto concentrata sulla lezione di filosofia, non mi degnò neanche di uno sguardò, eppure alcuni suoi lineamenti potevano ricordarmi lei. Al solo pensiero rabbrividii, pensare che la mia migliore amica morta nove anni fa, fosse ora lì davanti a me a qualche banco più in là, mi fece pensare che forse era meglio ascoltare la lezione della professoressa White.
La campanella annunciò la fine della quarta ora, ne mancavano solo due, mi stavo dirigendo verso il mio armadietto color rosso luccicante appena verniciato dalla scuola, quando notai Clara avvicinarsi al professor di Francese, il signor Brown, dall'altra parte del corridoio, nell'ala nuova della scuola. Clara, Clara Russel, quel nome mi suonò strano, era da molto tempo che non lo pronunciavo. Era vestita con una canottiera grigia, molto sfiancata e dei leggins neri molto attillati, aveva dei lunghi capelli rossi che le scendevano giù sulle spalle gli occhi azzurri e un piccolo naso a punta, non era molto alta forse un metro e settanta non di più, ma la cosa che mi colpi di più erano le sue mani, così ben curate e colorate da uno smalto rosa chiaro che la facevano apparire una ragazza molto solare. Proprio come Clara, la mia Clara.
La scuola durò molto di più da quando era arrivata lei, forse perché continuavo a guardare l'orologio speranzoso che l'ora finisse il più in fretta possibile, solo per smettere di pensare a quel nome che mi tormentava dal suo arrivo.
Mi terrorizzava il fatto di avere un'altra volta una Clara Russel in classe, ma da un certo punto di vista mi poteva anche confortare pensare che forse potevo riavere finalmente un'amica che mi aiutava quando ne avevo bisogno, che mi consolava quando sapevo che nessun altro lo avrebbe fatto, che quando ero triste si sedeva accanto a me senza dire una parola, perché sapeva che preferivo il silenzio, di qualsiasi altra parola pronunciata.
Ma sapevo che non era possibile, ma quel pensiero, per quanto mi sforzassi di dimenticarlo, continuava a nascondersi nei cassetti della mia memoria, e, qualche volta, nella maggior parte delle volte saltava di nuovo fuori facendomi pensare alla mia dolce Clara.
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La Mia Dolce Clara
SpiritualChi sono io? Questa domanda se la sono posti credo, milioni di letterati, scrittori, filosofi e forse anche scienziati, ma nessuno ha mai risposto correttamente. Chi sono io? Io sono io ma non credo che questa risposta sia sufficiente, ed ecco perc...