Balbettii

1.2K 52 6
                                    

Composi il numero di James senza neanche pensarci: era lui la prima persona a cui avrei voluto dirlo. Al sesto squillo ricordai che era in studio per i preparativi del tour, quindi riagganciai e decisi di aspettare che fosse lui a richiamarmi.

Per ingannare l'attesa, mi misi ai fornelli per preparare la torta speciale, quella che cucinavo quando dovevo festeggiare qualcosa che fosse un ottimo voto a scuola o l'esser scelta per un ruolo. Era una torta a tre stati con crema, cioccolata e panna.

Collegai il lettore musicale allo stereo per trovare compagnia nelle canzoni e alzai il volume quanto piaceva a me. Con una felicità che mi stava scaldando il cuore, iniziai a prendere gli ingredienti di cui necessitavo, poi li dosai e li unii a dovere per preparare i tre dischi di pan di spagna; ottenuti quelli, mi dedicai alle diverse farce. Quando fui contenta del risultato ottenuto, venne il momento di risistemare la cucina dato che sembrava fosse esplosa una bomba. Dovevo lavorare di più sull'ordine!

Gettai nella pattumiera i gusci delle uova e i vari involucri vuoti, poi pulii con una pezza umida il ripiano sporco di zucchero e farina. Stavo per lavare le fruste elettriche, quando bussarono alla porta. Per fortuna me ne ero accorta nonostante la musica.

Spensi lo stereo e corsi alla porta. Aprii d'istinto, senza chiedere chi fosse, e mi ritrovai di fronte al petto di qualcuno. Feci scorrere gli occhi su quel bel corpo e incontrai quelli verdi che amavo tanto, confermando ciò che il profumo familiare mi aveva suggerito: era proprio James. Mi gettai di slancio tra le sue braccia e gli allacciai le gambe intorno alla vita.

«Wow che accoglienza!»

«Non vedevo l'ora di parlarti!» Tornai con i piedi per terra e lo trascinai nell'appartamento. Restai in piedi in mezzo alla stanza a fissarlo con un sorriso a trecento denti e le mani ferme sul suo petto.

Il suo cuore cominciò a battere più velocemente - riuscivo a sentirlo contro il mio petto - e chiese: «Ti ha chiamato il signor Whright?»

«In persona! Il progetto è stato accettato e la serie verrà realizzata.»

Circondò la mia vita con le braccia e iniziò a girare su sé stesso facendo ridere entrambi come bimbi.

«Lo sapevo, Angie! Lo sapevo!» gridò entusiasta. Mi lasciò a terra e cominciò a riempirmi il viso di baci; le sue labbra si posarono sulle guance, il naso, la fronte, il mento, ancora il naso, e poi la bocca. Più che altro i denti, dato che stavo ridendo come un'ebete. «Hanno già stabilito l'inizio delle riprese?»

«Marzo.»

«È fantastico! Potrai tornare al Palm Woods e non avremo più problemi!»

«A me sembra troppo lontano.»

Premette l'indice contro la mia fronte corrucciata. «Oggi non puoi essere pessimista. Te lo proibisco!»

«Hai ragione.» Gli sorrisi. «Potrei anche non andarmene per niente.»

I suoi occhi brillarono. «Resta, ti prego!»

Risi divertita dai suoi capricci. «Vedremo.» Si accigliò e fece labbruccio. Gli presi tra indice e pollice il labbro inferiore e lo tirai leggermente facendogli scappare un lamento di disappunto. «Oggi non puoi accigliarti» lo ripresi come aveva fatto lui con me un attimo prima.

Sospirò e roteò gli occhi al cielo. «Quando inizieranno i provini?»

«A Ottobre, quando il signor Whright non sarà più impegnato sul set.»

«Sarà lui il regista?»

«E anche il co-sceneggiatore.»

Si fece d'un tratto pensieroso. Sembrava quasi di sentire gli ingranaggi del suo cervello muoversi.

InvisibleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora