Il suo cuore

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Tentavo di ignorare lo sguardo fisso di James su di me, ma proprio non lo sopportavo più! Inghiottii la forchettata di torta e lo guardai storto, ma sembrò non percepire il messaggio dato che continuava a osservarmi con un sopracciglio alzato e l'aria di uno che vuole svelare un mistero.

«Ti piace?» chiesi per fare un po' di conversazione.

Annuì con un lieve cenno della testa e portò alle labbra un altro pezzo della torta che avevo preparato il giorno precedente, poi si pulì l'angolo della bocca. Il tutto senza togliermi gli occhi di dosso, ovviamente.

«Ne vuoi un'altra porzione?» Rifiutò con un ennesimo gesto. «Da quando sei arrivato, hai detto sì e no due parole. Si può sapere cos'hai?»

Mi guardò con circospezione ma, invece di rispondere, alzò le spalle e bevve un sorso di tè freddo.

«James, sto perdendo la pazienza!»

Sospirò ma, ancora una volta, non disse nulla. Mi alzai di scatto, quasi ribaltando la sedia, e sbattei la mano sul tavolo facendo tintinnare la forchetta nel mio piatto ormai vuoto. Andai verso il frigorifero e cercai di calmarmi per capire in che modo avrei dovuto comportarmi con quel viziato, esasperante ragazzo. Feci un bel respiro e, preso il cartone del succo d'arancia, tornai a sedermi di fronte a James, che non aveva cambiato minimamente espressione. In compenso però si era spazzolato la sua porzione di torta e il suo tè.

«Oggi sei di pessimo umore» esordì lui lasciandomi di stucco.

«Sei tu quello che sta in silenzio a fissarmi» gli feci notare.

«Sto zitto solo perché ho capito che ti girano.»

«L'hai dedotto dal buongiorno che ti ho dato?» chiesi sarcastica.

Si servì un'altra fetta di dolce e rispose pacato: «Non hai sorriso quando mi hai aperto la porta».

«Ho solo sonno.»

«Sorrisi sempre quando mi vedi, non importa quanto stanca tu sia. È successo qualcosa sul set?»

Non potevo dirgli che ero sottotono per la discussione con il signor Wright, così mi presi qualche istante per trovare una giustificazione plausibile. Non ne ebbi modo perché James proseguì: «Ce l'hai con me per via del provino?»

«Non ce l'ho con te.» Sospirai sentendomi in difficoltà.

«La cosa ti crea problemi però.»

«La verità è che non lo so. È difficile capire cosa provo al riguardo.»

«Non possiamo lasciare l'argomento in sospeso. Fra cinque giorni parto e non voglio che ci sia questa strana atmosfera tra noi.»

Abbassai lo sguardo e m'imposi di essere sincera, come era giusto. «Non posso evitare che tu faccia quel provino: sarebbe immaturo e poco professionale. Vorrei solo avere la certezza che quel che accadrà tra noi resti fuori dal set e viceversa.»

«Non sappiamo neanche se verrò scelto!»

Lo guardai scettica. «Se farai quel provino, la parte sarà tua. Non fingerti modesto proprio ora.»

Ghignò soddisfatto. «Il signor Wright mi adora.»

«James, sono seria quando dico che la mia vita privata non deve intaccare il lavoro.»

Posò una mano sulla mia guancia e iniziò ad accarezzarla. «Lo so perfettamente. Ascolta: c'è ancora tempo prima del casting, quindi non preoccupiamocene adesso.»

Abbozzai un sorriso e mi alzai sulle punte per baciarlo. «È un ritornello troppo ricorrente, ma ho bisogno di dormire.»

«Avrai le riprese anche stanotte?»

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