Perfetti

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Era il 25 Ottobre e il primo pensiero che mi investì non appena aprii gli occhi, furono i provini per il cast di "Alieni ma non troppo", lo spin-off della serie televisiva a cui avevo partecipato. Ovviamente James non aveva cambiato idea ed era deciso a fare il provino. Io non mi ero più opposta e avevo accettato la possibilità, quasi certa, che avremmo lavorato insieme.

Presi un bel respiro e scesi dal letto; infilai i piedi nelle mie comodissime infradito e mi trascinai in cucina per fare colazione. Riempii la tazza di latte e ci inzuppai pigramente un biscotto al cocco, di quelli che avevo cucinato con James la sera precedente.

Mentre masticavo l'ultimo boccone, bussarono alla porta. Scattai in piedi e corsi ad aprire ritrovandomi di fronte il mio bellissimo ragazzo che, senza neanche salutare, s'indicò i capelli a muso duro.

«Ho un déjà-vu.» Gli sorrisi, ma non perse la sua espressione corrucciata.

«Non è divertente. Non oggi che ho il provino!»

Mi scansai per lasciarlo passare e attraversò il salone a grandi falcate per avventarsi sui biscotti. «Fono buoniffimi. Fiamo proprio bravi» affermò soddisfatto, con la bocca piena.

Gli tolsi di mano il quinto biscotto e lo riposi nel vassoio. «Ci penso io ai tuoi capelli. Non strafogarti.»

Sospirò rincuorato e si chinò a darmi un bacio. «Sarei perso senza di te.»

«Oh, lo so e sono contenta che tu ne sia consapevole.»

«Sì ok. Ora mettiti al lavoro: abbiamo meno di un'ora» mi esortò mentre si sedeva.

Aprii la busta con l'occorrente, che aveva lasciato sul tavolo, e afferrai il maxi barattolo di gelatina; svitai il tappo e ci tuffai due dita dentro. Cominciai a sistemargli quelle ciocche dispettose sotto il suo sguardo fisso su di me, ma perso nel vuoto.

«A cosa pensi?» Faceva strano chiederlo proprio a lui!

«Perché te ne vai?»

Il cuore mi si fermò per un attimo. «Sarà solo per il mese di Novembre.»

Sbuffò e abbassò lo sguardo sulla mia pancia. Con un rapido movimento mi alzò la maglietta del pigiama e morse la pelle intorno all'ombelico. Gli tirai con forza i capelli costringendolo a tirare indietro la testa e guardarmi negli occhi.

«Resta con me» mormorò.

Scossi la testa risoluta. «I miei ci tengono troppo ad avermi a casa per il Ringraziamento.»

«Non puoi andarci solo un paio di giorni?»

«Glielo devo, James.»

«E a me non devi nulla? Sono il tuo ragazzo.»

«Inizi a fare i capricci?»

Annuì imbronciato. «Dieci giorni?»

«Abbiamo già trovato un compromesso» gli ricordai spazientita. Sarebbe venuto a stare da noi nella settimana del Giorno del Ringraziamento.

«Non mi basta quell'unica settimana.»

«Sinceramente neanche a me, ma non possiamo fare altro.»

«Potresti venire un week-end da me» propose speranzoso.

Due giorni, io e lui soli nel suo appartamento a Los Angeles. Non si poteva desiderare di meglio. Mi sfuggì un sorrisetto, ma risposi semplicemente: «Vedremo».

Si allungò per baciarmi e gli tornò il sorriso. «Piccola, concentrati sui capelli ora.»

Risi rassegnata dal suo comportamento e dal mio cedere per colpa di quel faccino dolce ma arrogante insieme.

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