capitolo 18

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Scusate di nuovo prendetevela pure con me...

Le cose peggiorano sempre di piú ogni giorno avevo le braccia gocciolanti di sangue e ogni giorno aggiungevo garze perché quelle che avevo cominciavano ovviamente a impregnarsi di quello stesso sangue.
É una scena raccapricciante solo che é la verità.
Paolo non ne voleva piú sapere di me, mi ignorava diceva di odiarmi mandava i suoi compagni a prendermi in giro un giorno mi picchiarono anche per puro divertimento, tornai a casa con il labbro spaccato e un livido sulla parte destra della mascella. Dissi a mia madre di essere stata coinvolta in una rissa per sbaglio e non so ancora se lei effettivamente ci abbia mai creduto.
Mio padre mi insultò anche per questo, diceva che non ero capace a reagire che se fossi stata la "figlia normale" che lui voleva questo non sarebbe mai successo e dopo mezz'ora di insulti da parte sua persi il controllo e gli dissi "anche io avrei voluto avere un padre responsabile che non mi avesse abbandonato all'età di due mesi con mia madre" lui mi guardò con una faccia talmente piena di disprezzo che sentivo i suoi occhi trapassarmi. "Sei proprio una stronza sara non sai un cazzo di me e tua madre l'ha voluto lei" disse allora io alterata risposi ancora "cosa ? Cosa ha voluto? Voleva lei che mentre era incinta di me e appena nata tu ti andassi a scopare la prima puttana dell'angolo tra l'altro pure di dodici anni piú giovane ? " alla fine di quella frase mi arrivò uno schiaffo dritto sulla guancia mi girai con una mano poggiata su quella guancia, lo guardai e poi mi alzai andando a chiudermi in bagno. Mi tagliai ancora, sapevo che mia madre non c'entrava nulla era lui lo stronzo che ci aveva abbandonate quando mia madre aveva piú bisogno di una persona al suo fianco. Mio padre venne alla porta del bagno tentò di aprire e poi tirò un calcio alla porta bestemmiando. Lo sentii solo gridare che mi odiava e che voleva una figlia normale.
In quei giorni provai solo ad evitarlo, nel frattempo le giornate passavano e io non mangiavo quasi piú. Ero troppo arrabbiata per mangiare e volevo anche sfruttare l'occasione come mi diceva ana. Una volta uscii di casa e con mia grande soddisfazione fumai una sigaretta, era troppo tempo che non ne tenevo una in bocca e la cosa mi irritava. A scuola non andava bene con i compagni, Paolo mi prendeva sempre in giro appena poteva mi insultava con il supporto di un intero gruppo di ragazzi che ridevano di me ad ogni sua battuta
Mi sentivo vuota volevo solo smettere di stare quà, volevo andare via, se era questa la mia vita avrei preferito morire subito piuttosto che aspettare il giorno in cui sarebbe arrivata la mia ora. Di giorno in giorno sempre peggio.. Io ci provavo a sorridere ma essere ottimista non era mai stato il mio forte. Speravo che qualcosa cambiasse al contrario un giorno di scuola accadde l'irreparabile..

Chiedo ancora scusa a tutti.

Io e i miei tagliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora