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-Jason, Jason, sveglia è tardi!- disse mia madre semi urlante nel mio orecchio.

-Mamma,non rompere i coglioni!- esclamai io.

-Jason devi andare all'ospedale a  togliere i punti, quindi svegliati!- mi intimò lei

-Sì, sì, okay l'ospedale da li non si muove!-risposi io leggermente scocciato.

-NO! CI DEVI ANDARE ADESSO, QUINDI CERCA DI ALZARTI!!- urlò lei

-MI ALZERÒ DA QUESTO FOTTUTO LETTO QUANDO NE AVRÒ VOGLIA, OKAY!?- iniziai ad urlare.

-NO!! ALZATI E MUOVITI!- urlò lei, ed uscì da camera mia sbattendo la porta.

Avevo un mal di testa terribile e lei,di primo mattino veniva ad urlarmi contro?Ma che cazzo!? Ricordo che avevo decisamente esagerato con i drink ma poi non ricordo più nulla, vabbe pazienza.

Affondai la testa nel cuscino e mi riaddormentai beandomi della tranquillità che si era creata intorno a me, fino a quando qualcuno non saltò sul letto facendomi spaventare, Loli!! Mi svegliai e mi sedetti sul letto,ma  vidi Palù in cerca di qualcosa.

-Ti serve qualcosa?- dissi abbastanza scontroso. Lui mi guardò e mi sorrise.

-Buongiorno, non volevo spaventarti ma dobbiamo andare in ospedale- disse lui alzando le mani.

-Che palle!- esclamai alzandomi dal letto - Hai un aspirina?- gli chiesi poco dopo

-Ieri sera hai alzato un pò troppo il gomito, amico- mi disse lui, davvero? Non lo avevo notato grazie per avermelo riferito.

-Non è successo nulla di grave spero-dissi leggermente preoccupato.

-Oh no, a parte il fatto che stavi per fare a botte con uno che non conoscevi- disse lui ridendo.

-Bene, mi è sempre piaciuto fare a botte con gli sconosciuti- dissi ridendo e nel mentre lui mi porse l'aspirina.

Arrivammo in ospedale,Palù oltre ad essere il mio autista era anche la mia ombra e stava diventando anche  mio amico, andavamo abbastanza d'accordo.

-Heaven, buongiorno credo che lei sia in ritardo- mi informó il dott Fernandi.

-Lo so- dissi sbuffando

-Sa,sua madre, mi ha chiesto se potevo essere io a togliere i punti di sutura io ho accettato, ma non pensavo che tu ti presentassi quaranta minuti dopo l'appuntamento fissato- replicò lui, guardai Palù che mi fece le spallucce

-Vabbe dottore, tenga conto che sono quaranta minuti e non sessanta- dissi

-Venga, andiamo a togliere i punti- mi invitò lui.
Arrivammo in una stanza piccola e mi sdraiai sul lettino, mentre il dottore si infilava i guanti e si armava di attrezzi che sarebbero serviti a togliere quei dannatissimi punti.

Quindici minuti dopo fummo fuori dall'ospedale. Stavamo tornando a casa quando io spezzai il ghiaccio che si era creato tra me e Palù.
-Come mai fai l'autista personale di persone viziate?-  chiesi

-Tu non sei viziato se non erro- rispose lui.

- Ah boh, non credo di essere viziato i miei genitori non ci sono mai stati per me- dissi

-Mhh, ho notato infatti-

-Già,ma tu non hai risposto alla mia domanda, non sviare il discorso- dissi in tono provocatorio

-Furbo il ragazzo, faccio l'autista personale di persone viziate, come dici tu, perché qualche anno fa ho perso il mio vecchio lavoro- disse lui con un filo di malinconia, credo che quello di fargli domande fosse il modo migliore per iniziare a  conoscerlo
meglio.

-E qual'era il lavoro che hai perso?-

-Il poliziotto- disse lui distogliendo per un attimo lo sguardo dalla strada ma che puntò su di me.

-Ah...- ci fu un momento di pausa e poi iniziai di nuovo a fare domande. - Posso chiedere perché lo hai perso?-chiesi io, non volevo essere sgarbato o cosa, ma volevo sapere.

-Certo, però prima, accosto- disse lui, io annuì e poco dopo ci fummo accostati in una stazione di servizio. -Allora vuoi sapere come mai non faccio più il poliziotto,giusto?-chiese lui ed io annuì, sentivo la tensione salire ma non importava,l'importante era conoscere quell'uomo. - Più o meno otto- dieci  anni fa,facevo uso di droga, avevo un debito con un pezzo  grosso ma io non riuscivo a pagare non avendo i fondi necessari per saldare il debito- disse lui, io annuì -Avevo un fratello più piccolo di circa sei anni, si chiamava Luke, misi in pericolo la sua vita, infatti, mentre era al parco a giocare è stato ucciso sotto gli occhi increduli di mia madre a colpi di pistola. Da quel giorno il mio debito era stato saldato- ci fu un momento di pausa - Quando persi mio fratello misi la testa a posto e giurai a me stesso che se avessi mai incontrato la persona che ha sparato lo avrei ucciso con le mie stesse mani, entrai nel corpo di polizia mi trovavo bene e adoravo un sacco quel mestiere, ma tutte le cose belle prima o poi finiscono- disse lui

-Continua ti prego-  gli chiesi quasi lagnante, come se,era necessario per me che lui continuasse.

-Il tizio che aveva sparato, lo incontrai qualche anno dopo, era un collega.-fece un attimo di pausa -Collega che, fece una  brutta fine ed io persi il lavoro-disse lui

-Perché? Cosa è successo?- chiesi stupito, non credevo che una persona che all'apparenza era felice ma dentro si porta dietro ferite enormi.

-Successe che,gli sparai con la pistola di servizio,ma la cosa peggiore e che non sono riuscito ad ucciderlo,ma a ferirlo gravemente alla schiena, adesso infatti non riesce più a camminare, io persi il lavoro e mi feci anche quattro anni di galera, ma infondo sono felice così-disse lui,rimettendo in moto l'auto.

-Woow, nom pensavo avessi cicatrici così profonde, ma,quanti anni hai?- chiesi

-ventisei, tra qualche mese ventisette e tu invece?- richiese lui

-Diciotto-dissi per poi perdermi nel silenzio.

Arrivammo a casa ed entrambi andammo a finire in garage, per tutte le ore passate li dentro non scambiammo una parola. Forse era un po colpa mia avevo svegliato in lui i vecchi mostri e i vecchi ricordi, mi odiava? Avevo fatto male a chiedere delle sua vita? Stavo per perdere un amico appena trovato? -Tranquillo Jay, non succederà nulla-

-Andiamo a guardare la TV?- gli chiesi

-Sì certo, perché no!- esclamò lui come un bambino a cui gli veniva data la caramella, adorabile, il bestione che si scioglieva appena gli si dava la caramella.

Ci accomodammo sul divano come dei tonni spiaggiati, quando mio padre uscì dalla cucina dicendo -Jason stasera avremo degli ospiti, per le 18 e 30 cerca di essere pronto-

-C-c-c-cosa??-chiesi io incredulo per quello che avevo appena sentito

-È un collega e verrà a cenare qui a casa nostra con tutta la sua famiglia, quindi cerca di andarti a preparare- mi intimò lui, io sbuffai ed annuì, mentre Palù usciva dal salotto.

Andai a fare la doccia e a prepararmi in tutta calma, avevo deciso di mettere una camicia nera leggermente aperta, dei pantaloni neri strappati al ginocchio e delle air Force bianche, non mi avevano detto come vestirmi, quindi il mio look va bene.

-Jay muoviti che sono arrivati!- esclamò mio padre bussando alla porta.

-Ma sono solo le diciotto!- esclamai io infastidito, erano in anticipo.

-Muoviti! - disse alzando la voce.
Che palle.

Uscì da camera mia e mi diressi verso le scale, scendendole lentamente,fino a quando i miei occhi caddero su un ragazzo, quel ragazzo, il tipo della moto, ed ecco che il sangue iniziava a bollirmi nelle vene.

Death Or Glory?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora