Per pietà

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Uscita dal bagno mi sistemo il trucco alla meno peggio e metto a posto i capelli.
Mi dirigo velocemente in mensa dove già quasi tutti hanno finito di mangiare, prendo un vassoio e mi siedo ad un tavolo vuoto.
Non é stato difficile trovarlo ormai la pausa pranzo é quasi finita e tutti sono in cortile a farsi i cazzi loro, o almeno quasi tutti...
In un tavolo più in là ci sono i miei nuovi compagni di classe, noto che Tom mi fissa con un sorrisetto inquietante, ma cerco di non farci molto caso e abbasso lo sguardo sul cibo; decido di mangiare solo del riso  bianco visto che sembra l'unica cosa commestibile in questa dannata mensa dei poveri.
Mentre sto mangiando però un ragazzo si avvicina.

"Ciao"mi saluta lui timidamente, ma scelgo di ignorarlo.

"Sono della tua classe "mi comunica

Guardarlo bene credo sia il ragazzo gay che prima prendevano in giro.

"Mi chiamo Liam "si presenta

Non rispondo, non che io abbia qualcosa contro i gay, il mio problema è con le persone in generale più che altro.
Per un attimo torno ad osservare Tom che sghignazza tranquillamente.

"Non ti preoccupare di loro fanno sempre i bulletti, ma primo o poi si stancheranno vedrai..."si ripete più a se stesso che a me.

"I bulli non si stancano mai "dico tornando a guardare il mio misero riso bianco.

"Allora parli.."mi fa un sorriso  e si siede accanto a me.

"Solo quando mi va "rispondo.

"E scommetto che é una cosa rara"ironizza, gli lascio un occhiata vuota ma accenno un mezzo sorriso.

"Liam muovi il culo e vieni qui "urla un ragazzo dal gruppo di Tom.

Lui si gira subito e il suo viso cambia all'istante, si alza subito degutendo a fatica.

"Io devo andare... "dice impaurito per poi percorrere il corridoio.

Sento che quel ragazzo gli dice qualcosa e lui abbassa la testa  seguendolo fuori dalla mensa, intanto Tom accompagnato da quel ragazzo con i capelli neri raggiunge il mio tavolo.

"Psicopatica per quello che hai fatto non la passerai liscia mai nessuno ha osato ribellarsi e poi non né ha pagate le conseguenze"dice minaccioso il pallone gonfiato.

"Mai nessuno mi ha rotto così tanto le palle come stai facendo tu un un giorno"dico acida per poi alzarmi e dargli le spalle.

Mi tira per un braccio e con forza vengo avvicinata al suo petto, lo guardo dritto negli occhi cercando di rimanere indifferente per non dargli la soddisfazione di vedermi in panico, anche se in realtà ogni volta che mi tocca percepisco un po'di paura mista al fastidio.

"Non mancarmi di rispetto, perché la mia vendetta sarà talmente dolorosa e perfida che ti pentirai anche solo di avermi guardato dritto negli occhi."

Sputa le parole con talmente tanta carrivaria che mi domando come una persona di così bell'aspetto possa dire cose così perfide, certo lo stile da cattivo ragazzo c'è l'ha, ma dal suo stupido atteggiamento risulta un vero e proprio bastardo.

"Sei solo un coglione "rispondo acida.

Come risposta ricevo uno schiaffo molto forte che mi fa girare la faccia, mi rigiro guardandolo con aria di sfida.
Pensa che questo basti per farmi male?

"Tutto qui, pensavo che il grande bullo avesse più forza "lo umilio di fronte a tutti.

Ci sta riuscendo di nuovo mi sta facendo provare emozioni e io non riesco a tollerare, non può essere che  una singola persona sia riuscita in un giorno a cambiare ciò che ho costruito in 6 mesi.

INNAMORATA DEL BULLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora